mercoledì 31 agosto 2011

L’importanza del buon esempio (anche a Solbiate)

di Ivan Vaghi

Siamo alle solite, ancora una volta alle prese con il solito dilemma se meritiamo chi ci governa oppure no. Verrebbe, onestamente, di dire di no. Mentre i nostri vicini di situazione economica (Irlanda, Grecia, Spagna) cadevano come birilli lasciando anche al più sprovveduto il dubbio che i prossimi saremmo stati noi, i nostri governanti perdevano tempo dietro a donnine di dubbia moralità e di dubbia anagrafe. Mentre la finanza mondiale era assalita da orde di speculatori famelici che avevano preso di mira il nostro paese loro si dilaniavano nei processi brevi e poi in quelli lunghi, nella lunghezza delle prescrizioni e in tutte quelle fesserie che interessano solo a una persona in tutta Italia. Mentre la crescita economica italiana si era azzerata lasciando i lavoratori sotto il ricatto di chi vuole cancellare accordi faticosamente raggiunti tra lavoratori e imprenditori (con la conseguente divisione del sindacato, uno dei loro obiettivi principali) i nostri giornali si occupavano di quattro fessi che volevano spostare i ministeri.

Alla fine però i nodi al pettine ci devono pur arrivare. Montanelli era un convinto europeista perché diceva che così saremmo stati governati dai tedeschi, visto che noi non siamo capaci di farlo. Amara ma ineccepibile considerazione, almeno finora. Il conto al nostro governo difatti è stato presentato dai responsabili delle finanze europei, notoriamente espressione della premiata ditta Germania-Francia, partner inossidabili dai tempi di De Gaulle e Adenauer. Ma veniamo a noi, il conto è così salato che forse, per la prima volta, i nostri politici stanno pensando che i loro privilegi sono veramente troppi e troppo esagerati. L’altro giorno ho fatto colazione con la scorta di Maroni, fuori dal bar c’erano quattro Audi A6 4.2 da 80 mila euro l’una, moltiplicato per tutti i ministri, i sottosegretari, i presidenti di Regione ecc ecc stiamo parlando di decine e decine di milioni di euro solo per le macchine, ma questo ormai gli italiani lo sanno già. Ed è questo il punto, perché finché le cose vanno bene (o ci fanno credere che vanno bene) a queste “quisquilie” non si dà peso, ma quando vanno male si va a guardare anche il capello. I privilegi vengono concessi a chi se li merita, gli sprechi possono essere tollerati se i servizi vengono comunque forniti, ma nelle situazioni di vera crisi bisogna darsi una regolata.

Parliamoci chiaro, limitare i privilegi dei politici e spendere meno per mantenerli non risolverà granché, le necessità di un paese come il nostro sono molto superiori a quello che si può risparmiare sulle auto blu o sugli stipendi dei parlamentari. Ma c’è un fattore che bisogna prendere in considerazione: il buon esempio. In un tempo e in un paese come il nostro in cui l’emotività è la molla principale delle nostre scelte elettorali, dare il buon esempio è soprattutto un’operazione strategica. Far vedere che siamo (più o meno) sulla stessa barca, che condividiamo i “sacrifici”, che siamo tutti disposti a fare la nostra parte è oggi condizione necessaria per poter essere credibili o mantenere un minimo di considerazione. Questo a Roma stanno cominciando a capirlo anche se si potrebbe fare di più, e da noi?

Il comune di Solbiate Olona subirà anch’esso i tagli previsti per gli enti locali che si andranno ad aggiungere al patto di stabilità, il che vuol dire che ci sarà necessariamente un contraccolpo sui servizi forniti. Ciò nonostante non c’è verso di convincere la nostra amministrazione a rinunciare a una parte dei loro emolumenti, anzi, continuano a ribadire che quelli non si toccano. Capisco le difficoltà del nostro sindaco, deve risultare complicato convincere i suoi assessori a rinunciare a una parte di questa succulenta e facile fonte di reddito, ma c’è il concetto del buon esempio. I solbiatesi sono italiani anch’essi, se la nostra amministrazione ambisce a essere rieletta deve tenere in considerazione la loro emotività, deve salire sulla stessa barca dei solbiatesi e condividerne i sacrifici, altrimenti non risulterà credibile. Non si illuda il sindaco Melis, non serviranno a niente i monumentali sforzi propagandistici e il controllo della stampa locale, se è così bravo a farsi dare i soldi da sponsor disinteressati li spenda per i servizi sociali e non per le feste con politici di fama, i solbiatesi gliene renderanno merito. Ma soprattutto deve recuperare una parte delle decine di migliaia di euro all’anno destinati alla giunta, perché servono di più ai servizi sociali. Sempre che abbia ambizioni di rielezione.