venerdì 23 gennaio 2009

Live Report: Consiglio comunale del 22 gennaio 2009

Come primo punto all'ordine del giorno si è votato per l'approvazione del verbale della seduta precedente; il Consigliere di minoranza Sansalone ha motivato il voto contrario dell'opposizione perché è stato verbalizzato un intervento della maggioranza che accusava l'opposizione di aver attaccato i disabili in un articolo apparso su La Voce Solbiatese. Sansalone ha sostenuto che l'interpretazione della maggioranza fosse completamente sbagliata.

Successivamente l'assessore Saporiti ha esposto una variazione al bilancio di previsione 2009 di 37.500 euro, somma destinata allo spargimento di sale e alla rimozione della neve. La maggioranza ha votato a favore, l'opposizione si è astenuta.

Come terzo argomento il Sindaco ha esposto il programma per gli incarichi esterni, cioè un elenco di incarichi professionali che potranno essere assegnati durante l'anno, all'occorrenza, anche al di fuori della struttura comunale. Il consigliere Luigi Colombo ha richiesto una maggiore trasparenza nell'assegnazione degli incarichi, sottolineando che alcuni di questi possono essere svolti all'interno della struttura comunale. Il Sindaco ha risposto favorevolmente affermando che solamente nel caso in cui, ad esempio, il Segretario comunale non sarà in grado di svolgere alcuni compiti, questi saranno affidati all'esterno.

Si è quindi giunti al punto di maggiore interesse e su cui si è più dibattuto: l'adozione di un programma integrato di intervento in variante al Piano Regolatore per l'area ex-Rovelli.

Il Sindaco ha illustrato il progetto, premettendo che si tratta di un'area che da più di 20 anni si trova in quella situazione, e che nel 1997 una prima variante al PRG ha cambiato la destinazione d'uso in commerciale (1.500 m2) e residenziale (30.000 m3). Nonostante gli anni del boom edilizio, nessuno ha investito nella zona, che presenta caratteristiche particolari (sono necessari abbattimenti e bonifiche). Nel tempo ci sono state diverse proposte rifiutate, finché non è arrivata una proposta trattabile. L'operatore prevedeva una divisione tra commerciale e residenziale, il che modifica la “filosofia” dell'intervento. L'incremento volumetrico richiesto dall'operatore è stato concesso per il commerciale, che passa così a 2.000 m2 in un unico edificio. Le abitazioni saranno di 2 piani nella zona che si affaccia su via Mazzini, e cresceranno in altezza procedendo verso via Patrioti sino a 3 piani con sottotetto abitabile; questo in funzione del dislivello del terreno. Via Rossini non verrà modificata e i parcheggi si troveranno all'interno dell'area in questione (saranno fruibili anche durante le feste estive). L'area verde centrale sarà pubblica e la manutenzione a carico dell'operatore.

Il Comune incasserà 2.500.000 euro, oltre alla costruzione delle fognature, alla sistemazione dell'area verde situato tra il parco feste e via Patrioti e la sistemazione dell'incrocio con via Rossini.

Si è quindi proceduto al dibattito. Poiché gli interventi sono stati molto articolati cercherò di essere il più schematico possibile:

Alessia Lazzaretti (maggioranza): favorevole alla bonifica e alla sistemazione dell'area per il bene del paese, ma non concorde con la modalità di contrattazione con l'operatore e con la modalità di discussione all'interno del gruppo di maggioranza. Inoltre non è d'accordo su alcuni aspetti tecnici che potrebbero condizionare il futuro del paese. Dichiara che voterà contrariamente e che rassegnerà le proprie dimissioni poiché le sue idee non coincidono più con quelle del gruppo di cui fa parte.

Roberto Viganò (maggioranza): si dice d'accordo con Alessia Lazzaretti. Sostiene di aver seguito tutto l'iter del progetto in discussione, visionando l'area, i carteggi, leggendo le rimostranze e richiedendo un'assemblea pubblica per discutere con la popolazione. A suo parere la media struttura di vendita in progetto non entrerà in competizione con l'Iper ma con le piccole realtà di vendita del paese. È favorevole allo sviluppo in altezza e all'abbattimento della zona (indebitamente definita “ecomostro”: se si parla di amianto bisogna tirare in ballo anche l'ex oratorio femminile!) ma lamenta la scarsa trasparenza e il mancato ascolto delle richieste dei consiglieri. Ha infine lamentato la mancata soluzione del problema all'incrocio tra via Patrioti e via IV Novembre. Per questi motivi rassegna le sue dimissioni e abbandona l'aula andandosi a sedere tra il pubblico.

Luigi Colombo (Uniti per Solbiate): avanza delle perplessità sulla formulazione della proposta, ma non esiste un tecnico relatore con cui potersi confrontare. In primo luogo si chiede come si colloca un centro commerciale in un'area di recupero. In secondo luogo rileva l'incompletezza dell'analisi viabilistica (che non tiene conto del semaforo e dei mezzi pesanti). In terzo luogo contesta il basso coefficiente di impatto paesistico: il centro commerciale, il cimitero, il lazzaretto, l'area feste e il mercato giustificherebbero un impatto più alto. Secondo Colombo si tratta di una scelta urbanistica sbagliata, che pregiudica il futuro di tutta Solbiate, dettata da un errore a monte: la mancanza di un progetto generale che consideri il paese nella sua totalità.

Pierangelo Macchi (Uniti per Solbiate): ha espresso il suo dissenso nei confronti dell'amministrazione. Era stato chiesto al Sindaco di informare trimestralmente la minoranza sullo sviluppo del progetto; ciò è avvenuto per due o tre volte e mai più. Lamenta inoltre di essere stato accusato di “terrorismo ecologico” per la richiesta di smaltimento dell'Eternit. Verrà eliminata la struttura, ma ci sarà un'altra colata di cemento, una nuova via Varese, con tutti i danni ambientali che ne conseguono. Secondo Macchi l'amministrazione deve attenersi alle sue idee, ma ascoltando la popolazione: ciò non è avvenuto nemmeno in occasione dei parcheggi di via Patrioti e della variante Porro. Ha concluso rimproverando l'amministrazione con le parole “Solbiate non è il vostro giocattolo!” e auspicando in futuro un maggiore dialogo.

Luigi Melis (Insieme per Solbiate): ha lamentato la mancata condivisione che un progetto dal così elevato impatto viabilistico, sociale e ambientale avrebbe meritato. Sostiene che non ci sia bisogno di un centro commerciale e che il progetto non sia per nulla moderno a causa della mancanza di disposizioni rivolte al risparmio energetico. Senza un progetto integrato si tratta di una variante fine a se stessa. Non capisce inoltre la fretta dell'amministrazione: perché dopo 25 anni non si possono aspettare 4 mesi per giungere ad una scelta condivisa? Le priorità del consiglio comunale non sono di tipo economico, ma devono avere come obiettivo il bene del paese e i cittadini. É un progetto che vincola economicamente le amministrazioni future. La minoranza si fa dunque carico di indire un'assemblea pubblica al riguardo. Melis ha concluso il suo intervento citando una legge regionale che prevede che la delibera adottata per interventi di questo tipo debba essere acquisita dagli enti provinciali competenti per una verifica. Sosteneva che la Provincia non ha acquisito nulla riguardo al progetto in esame. (Si è accesa una discussione su quest'ultimo punto poiché il Sindaco, sostenuto dal Segretario comunale, ha fatto notare che fosse quella la sede in cui l'atto veniva adottato, per poi essere trasmesso ed acquisito dalla Provincia. Melis ha ribattuto che quella era solo un'interpretazione della giunta.)

Nardin (Lega Nord): si dichiara favorevole al progetto.

Filippo Giudici (maggioranza): sottolinea il fatto che questa è la prima volta che a Solbiate si interviene su un'area di degrado senza andare a sconvolgere il PRG e senza intaccare aree verdi. Sostiene inoltre che tutte le strutture, di qualsiasi genere, siano in grado di assorbire l'aumento di popolazione stimato (7%).

Il Sindaco ha concluso il dibattito esprimendo rispetto per le scelte di Lazzaretti e Viganò. Ha sostenuto di aver effettuato tutte le verifiche necessarie sotto tutti gli aspetti, soprattutto per quanto riguarda l'incremento demografico. Ha aggiunto che è stata ottenuta una fideiussione di 1.000.000 di euro per l'abbattimento degli edifici esistenti entro 4 mesi. Si dice consapevole del mancato dibattito con i cittadini, ma sostiene l'oculatezza delle scelte; la trattativa con l'operatore è stata inevitabile, poiché l'area è di proprietà privata. La votazione è avvenuta come da dichiarazioni; in seguito Luigi Colombo ha abbandonato l'aula.

Il quinto punto all'ordine del giorno prevedeva una variante al PRG per la zona omogenea C3 (via della Vignole). Si tratta di un'area già edificabile, ma i consentiti 9.300 m3 di residenziale non sono fattibili a causa dei limiti sulle metrature. L'operatore propone l'adeguamento delle metrature per poter costruire sfruttando i 9.300 m3. Non c'è stato nessun intervento da parte dei consiglieri; la maggioranza ha votato compatta a favore e la minoranza si è astenuta.


Provvederemo in seguito ad illustrare (finalmente) il progetto.

venerdì 16 gennaio 2009

Area ex-Rovelli, non ne abbiamo parlato...

di Ivan Vaghi

Peccato, un’altra occasione sprecata, anche questa volta le decisioni che riguardano la vita di tutti i cittadini sono state prese senza renderli partecipi delle decisioni stesse, nemmeno a livello informale. La richiesta di un’assemblea pubblica non presupponeva un problema insormontabile, ma una semplice volontà politica, e devo prendere atto che non è stata accolta. Tra qualche giorno ci sarà il consiglio comunale in cui il progetto verrà approvato nonostante la giunta abbia seriamente rischiato nelle ultime settimane di perdere il voto del consiglio stesso (sarebbe bello parlare dei retroscena ma non lo posso fare). Ma poi tutto è rientrato e il progetto di 30000 metri cubi di residenziale e di una nuova attività commerciale al posto dell’ecomostro potrà prendere il via. Non sono certo io che mi tiro indietro nel dire la mia opinione sull’argomento e quindi la dirò: credo che una nuova attività commerciale (pur piccola) sia del tutto inutile in una zona di così alta densità commerciale come la nostra (si obietterà che è più vicina al centro del paese ma chi deve fare la spesa ci andrà in macchina lo stesso), e che è un “rischio” anche costruire nuove case, in termini di ricaduta sui servizi necessari ai nuovi cittadini. Forse non c’erano alternative, forse però sarebbe stato possibile osservare il progetto originale che avrebbe limitato l’impatto ambientale del nuovo insediamento, ma il costruttore è riuscito a imporre le proprie condizioni e il progetto originale è stato cambiato. Come dicevo prima sarebbe stato interessante poterne discutere con la popolazione e la giunta, ma dobbiamo rassegnarci all’idea che la nostra opinione, e perché no? le nostre eventuali idee, non interessano a nessuno.

Ci teniamo quindi la svolta ad un problema più che annoso, cioè l’abbattimento di un relitto industriale e la sua sostituzione con un’area di nuova urbanizzazione. Andiamo a migliorare dal punto di vista estetico ma forse non molto di più. Come al solito aspettiamo repliche alle provocazioni, ribadisco comunque che è abbastanza triste che le uniche discussioni possibili avvengano su un blog di partito che per il momento non è raggiungibile dalla maggior parte della popolazione. Aspettiamo repliche anche e forse soprattutto dalla minoranza, che per un certo periodo ha battagliato sul progetto per questioni sostanzialmente tecnico-formali, se vogliamo burocratiche, ma che a detta della maggioranza non ha mai presentato alternative valide e soprattutto fattibili. E aspettiamo repliche dai cittadini solbiatesi, da quei pochi che leggono questo blog e che forse avranno qualcosa da dire sull’argomento, nel bene o nel male o nel chissenefrega (anche questa è una posizione).

Una cosa intanto la dico io, e la dirò con forza a tutti quelli che si candideranno alle prossime elezioni: non è questa la filosofia in cui si deve identificare una giunta e un consiglio comunale. Mi piacerebbe avere degli amministratori che cerchino di coinvolgere il più possibile gli amministrati (possibilmente senza litigarci), e che abbiano una visione del futuro coraggiosa e avveniristica, senza cadere nella banalità della semplice equazione che il progresso non può prescindere dall’urbanizzazione, che alla fine fa guadagnare solo i costruttori. Dovremo già “subire” la Pedemontana, avremo adesso un nuovo quartiere in zona cimitero e forse un altro in via delle Vignole (giusto?), forse è davvero arrivato il momento di una svolta epocale nel modo di intendere la vivibilità del nostro insediamento urbano.

Da ultimo vorrei rivolgermi ai consiglieri comunali: non voglio convincervi di niente, spero davvero che abbiate perso moltissime ore a studiarvi i progetti relativi a quest’area (ho notizie diverse ma fa niente) e che il vostro voto, che sarà in maggioranza a favore, sia il frutto di un’analisi approfondita e che deriva dalla piena convinzione che questa sia la soluzione in assoluto migliore che si possa prendere. Siete depositari di un patto di fiducia con i cittadini che hanno votato per voi ed è vostro dovere onorare questo patto anche al di là delle vostre possibilità, e se siete convinti di averlo fatto allora votate a favore a cuor leggero e con la mia benedizione. Ma se invece il vostro voto a favore deriva da mancanza di coraggio o di informazioni o semplicemente per onorare il gruppo di riferimento e non siete convinti che questo sia giusto, allora fatevi un esame di coscienza e considerate l’eventualità di non ripresentarvi alle prossime elezioni. Non c’è niente di male a farsi da parte, si fa del proprio meglio e poi si lascia il posto ad altri, e questo varrà anche per i nuovi consiglieri e soprattutto per loro. Immagino le reazioni sotterranee, qualcuno, come di solito fa Lucio Ghioldi, mi accuserà di prendere ordini quando scrivo, altri di voler rompere l’unità dei vari gruppi (chissà perché poi), ormai sono abituato ad aspettarmi reazioni piccate quando dico quello che penso, come se ogni opinione implichi per forza un’offesa personale. E forse è anche questo un atteggiamento che è opportuno cambiare.

venerdì 9 gennaio 2009

“Promesse consolatorie. La Lega davanti all’amara realtà del fallimento”

Adamoli giudica deludente il vertice a Roma del Carroccio con il premier: “Molto peggio che con Prodi”

VARESE. Una pacca sulle spalle, un pacchetto di buone parole. Per il Pd varesino, è tutto quanto Bossi porta a casa dal vertice con Berlusconi su Malpensa.

“Un pugno di mosche”, secondo il deputato Daniele Marantelli.

“Un incontro consolatorio”, lo qualifica Giuseppe Adamoli, uno dei padri del piano urbanistico dell’ormai ex aeroporto hub del Sud Europa (tale doveva essere).


Consolatorio, dice, ma per chi?

“Solo per Bossi, s’intende, e per la Lega. Costretta a incassare una realtà amarissima per Malpensa e ad accontentarsi, in cambio, di promesse vaghe, lasciate sullo sfondo. In realtà, sapevamo bene come sarebbe andata a finire”.


Bossi giura che la parola fine ancora non è scritta, che Lufthansa resta in pista …

“Ma chi ci crede. Alitalia e Cai hanno sempre e solo voluto l’alleanza con Air France e così sarà. Solo in condizioni ben peggiori di quelle previste dall’accordo proposto dal governo Prodi. Con un costo economico a carico dei contribuenti che l’economista Tito Boeri valuta in 4 miliardi di euro. E un danno gravissimo per Malpensa e il suo territorio”.


Alitalia ha abbandonato Malpensa quando governava Prodi, con il piano del presidente Prato.

“Con alcune differenze. La prima è che dall’accordo restava fuori AirOne e non si formava un monopolio sulla rotta più ricca, la Milano-Roma. E inoltre AirOne, alleata con Lufthansa, poteva aiutare Malpensa a fare a meno di Alitalia. Secondo, Air France si comperava tutta Alitalia, buona e cattiva, senza scaricare debiti e personale a spese dei contribuenti italiani. Terzo, Prodi aveva già sottoscritto l’impegno, al Tavolo per Milano, di rinegoziare gli accordi bilaterali per acquisire nuove rotte a Malpensa”.


Quel che ha promesso anche Berlusconi.

“Appunto, promesse riferite da Bossi. Come l’altra del Cavaliere, che avrebbe salvato l’italianità di Alitalia”.


Non è salva ?

“Air France avrà una quota importante e tra qualche anno, stiamo sicuri, il controllo. E poi in un’economia di mercato questa dell’italianità è una logica senza senso. Il mercato è a Malpensa, non a Fiumicino”.


Colpa del Nord, di non aver saputo pesare nelle scelte? Non le pare un paradosso: un governo con un premier lombardo e tanti ministri nordisti, una cordata di imprenditori molti dei quali lombardi, e tutti che fanno il gioco di Roma?

“Non poteva andare diversamente nel momento in cui Berlusconi ha imposto a questi imprenditori di formare la cordata per Alitalia. Da furbi, non da lombardi, hanno puntato ad un affare vantaggioso: comperare la parte sana di Alitalia e venderla all’offerente più immediatamente interessato, Air France, e inoltre recuperare una montagna di crediti delle banche con AirOne che era in condizioni drammatiche. Il tutto a scapito dei cittadini italiani, del sistema economico del nord e di Malpensa. Questo è stato il bel risultato della promessa elettorale di Berlusconi sostenuta a spada tratta dalla Lega che oggi piange inutili lacrime sul latte versato”.


Al “caso Malpensa” Adamoli spiega di aver dedicato un blog sul suo sito on line: “Mi interessa raccogliere direttamente le opinioni delle persone”. E il dibattito promette di accendersi anche sul web.

Fe.Bian.

da La Prealpina del 9 gennaio 2009