mercoledì 29 gennaio 2014

Poche righe sul medico mancante a Solbiate

Come saprete - pubblicammo un post un mese e mezzo fa - la mancanza di uno dei medici di base dal mese di ottobre sta causando gravi problemi ad alcune fasce della popolazione, costrette a spostarsi a Fagnano e Olgiate.

Ci sono aggiornamenti: il 7 gennaio, nel rispetto della procedura e perciò della graduatoria, una dottoressa ha accettato l'incarico a Solbiate. Dal momento dell'accettazione, possono passare al massimo 90 giorni per iniziare l'attività, quindi entro il 7 aprile dovrà essere operativo l'ambulatorio.

Siamo felici della notizia (che perlomeno stabilisce un punto fermo) e sollecitiamo l'Amministrazione comunale perché si metta a totale disposizione per anticipare i tempi il più possibile.

lunedì 27 gennaio 2014

Il giornalino riciclone

Qualcuno se ne è accorto. L'ultimo numero de La Voce Solbiatese, arrivato nelle case dei Solbiatesi in questi giorni, pubblica nell'ultima pagina, dedicata alla "rassegna stampa", un trafiletto. Questo:


Peccato che l'articolo citato sia del 2011! Perché è dal 2011 che Solbiate non risulta tra i cosiddetti "Comuni ricicloni", cioé quei Comuni particolarmente bravi nel compiere la raccolta differenziata*. E il dossier 2011 è stato preparato su dati del 2010, con l'amministrazione Melis in carica da metà 2009.

Vi chiederete che posto occupava Solbiate nel dossier 2011? Esattamente il 603esimo nella graduatoria del Nord Italia, come scritto nel trafiletto. Basta dare un'occhiata al dossier 2011, appunto:


Nel dossier 2013 (calcolato sui dati 2012), invece, non c'è traccia di Solbiate. O meglio, c'è Solbiate Arno, con la bellezza del 73,4% di raccolta differenziata.

Quindi, nel 2013, ahinoi, Solbiate non è Comune riciclone. Mentre si distingue per il riciclo di notizie passate (e non del tutto correlate all'amministrazione Melis, diciamo) La Voce Solbiatese.

Ma la polemica è inutile, mentre è utile un passaggio contenuto nel dossier, che dà qualche suggerimento per un Comune delle dimensioni di Solbiate:


*Solbiate pare risulti penalizzata dalla produzione di rifiuti della caserma. Ma questa è cosa che vale tutti gli anni...

sabato 25 gennaio 2014

Al "popolo delle primarie" di Solbiate

Abbiamo mandato una lettera, che trovate qui di seguito. Perché crediamo che il metodo corretto sia questo, il metodo dell'ascolto e della condivisione. "Condivisione", che fa molto social network, e infatti vorremmo una campagna così: condivisa, aperta, semplice. Nella quale è importante il contributo di ciascuno.
Anche per questi motivi abbiamo inaugurato una pagina Facebook (che trovate cliccando qui e sulla destra) e un piccolo strumento per rimanere in contatto, di persona personalmente (al quale si accede cliccando sulla mail qui a destra).

martedì 21 gennaio 2014

Solbiate 2020: un patto per il risparmio energetico

Il programma “Convenant of Mayors” dell’Unione europea, partito ufficialmente nel febbraio del 2009, coinvolge i Sindaci delle Amministrazioni Locali rendendoli protagonisti del processo europeo teso al risparmio energetico, mediante l’adozione di un Protocollo che li impegna ad attuare un Piano d’Azione in grado di migliorare gli obiettivi di risparmio energetico.

“Mediante la sottoscrizione volontaria al Patto, i Comuni firmatari si impegnano in primis a predisporre un Piano d'Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) o Sunstainable Energy Action Plan (SEAP) entro 1 anno dalla firma e con l'approvazione dei Consigli Comunali della città. Il documento raccoglie tutte le misure e le politiche concrete che dovranno essere realizzate per raggiungere gli obiettivi dell'Europa 20-20-20, tramite un approccio urbano integrato volto al risparmio e all'approvvigionamento energetico.
Sulla base delle esperienza dei primi cinque anni di vita dell'iniziativa è possibile affermare che tali piani possono garantire risparmi considerevoli di energia, liberando così risorse finanziarie che possono essere reinvestite in altri ambiti economici e contribuire ad alleggerire i bilanci pubblici sotto pressione, nonché quello dei cittadini gravati da bollette sempre più onerose.
E' importante, affinché l'iniziativa abbia successo, che il piano sia basato su obiettivi chiari, che nelle fasi di elaborazione e di applicazione sia coinvolta la cittadinanza, la quale deve essere informata adeguatamente in merito ai contenuti e ai progressi nel raggiungimento degli obiettivi.
Altro punto focale del testo del Patto è incoraggiare lo scambio di esperienze tra comuni, soprattutto quelli che insistono su aree territoriali omogenee, e altri enti pubblici sugli esperimenti più innovativi. […]
Il PAES è uno strumento innovativo perché prevede azioni strategiche per il raggiungimento di obiettivi specifici di riduzione prefissati e perché mette a sistema tali azioni considerandole parte di un approccio globale e completo all’efficienza energetica applicata al territorio. Un nuovo modo, quindi, di concepire la pianificazione territoriale, soprattutto a livello di piccoli-medi Comuni.
L’obiettivo generale del PAES consiste nella definizione di una strategia programmatica per ottenere una riduzione delle emissioni di CO2 di oltre il 20% entro il 2020, e si raggiunge attraverso una serie di sotto-obiettivi:
· la presa di coscienza da parte dell’Amministrazione Comunale della distribuzione delle emissioni sul territorio, per individuare le azioni prioritarie su settori strategici d’intervento, quali l’energia, la pianificazione del territorio, la gestione delle acque, dei rifiuti e la mobilità urbana;
· contabilizzare in termini energetici le potenziali azioni di risparmio energetico, di produzione alternativa di energia, di gestione territoriale per comprendere quali di queste siano davvero efficaci per la riduzione delle emissioni, attraverso una valutazione di costi/benefici;
· creare ampio consenso sul territorio per dare continuità alle azioni previste dal PAES al di là dei cambiamenti di Amministrazione, attraverso la sensibilizzazione ed il coinvolgimento dei cittadini a tutti i livelli (con comunicazioni mirate) e degli stakeholders;
· responsabilizzare e infondere una solida cultura energetica nella classe politica, affinché si realizzi un concreto impegno nel portare avanti una strategia di lungo periodo che porti la città, su un orizzonte temporale che va oltre il 2020, alla sostenibilità intesa come autonomia energetica (città produttrice versus consumatrice); impegna ad attuare un Piano d’Azione, che sia in grado di migliorare gli obiettivi di risparmio energetico, previsti nel Dicembre 2008: “tre volte venti per il 2020”.
· creare una sinergia tra i diversi settori dell’Amministrazione Comunale affinché si instauri un dialogo permanente tra i diversi soggetti;
· sviluppare un know how del personale interno all’Amministrazione deputato al controllo delle azioni e al rapporto con gli stakeholders e i cittadini.
I soggetti coinvolti nel progetto sono in maniera prioritaria gli Amministratori Comunali, il personale degli Uffici Tecnici e i Responsabili di settore. Il progetto, basato su una metodologia di calcolo consolidata, punterà alla definizione del documento finale di PAES tramite un processo di pianificazione partecipata pertanto altri soggetti prioritari da coinvolgere sono la cittadinanza e gli stakeholder. Nel progetto sono previste azioni a breve termine (3-5 anni) che porteranno cambiamenti immediati sul territorio anche in termini di emissioni evitate, altre, invece, di lungo termine (2020, ma anche oltre) che dovranno essere monitorate e realizzate anche in base alla disponibilità di forme di finanziamento adeguate.”


(tratto dal documento di PAES del comune di Nerviano)

venerdì 17 gennaio 2014

Dalle piccole cose, la qualità della nostra vita quotidiana

Una piccola novità per la vita amministrativa di Solbiate, la seduta pubblica della Commissione Ecologia, presieduta da Roberto Viganò, è stata accolta molto bene dai cittadini, come dimostra la buona partecipazione alla serata, pur non godendo - e così è effettivamente stato - del diritto di parola. 
Il presidente Viganò ha aperto la seduta spiegando perché ci trovassimo in un locale dell'Ufficio tecnico e non in Sala consigliare. Sostanzialmente, la richiesta di poter usufruire di quest'ultimo spazio, tenendo conto della partecipazione del pubblico, è stata bocciata dall'amministrazione poiché l'occupazione della Sala consigliare avrebbe comportato un maggiore esborso in termini di riscaldamento e illuminazione. Insomma, la spending review colpisce, e non si ferma di fronte a nulla! 

Così, molto di noi si sono accomodati in piedi ad ascoltare. Successivamente è stato spiegato il perché della decisione di convocare pubblicamente la Commissione - che in realtà già dovrebbe essere aperta al pubblico - e cioè per dare dimensione pubblica alle cose di cui si discute in questa sede (che, ricordiamo, ha soli poteri consultivi, perciò non può prendere decisioni vincolanti per il Consiglio comunale) dato che dopo la pubblicazione del verbale riguardante l'audizione dei rappresentanti di Ely (ne abbiamo parlato qui) non è stato più permesso di rendere pubblici i verbali. 

In particolare, non è stato reso pubblico il verbale dell'ultima Commissione, con il quale si ponevano alcune questioni all'Amministrazione, che solo in parte hanno ricevuto risposte. Tra queste, le segnalazioni da parte della proprietà del cotonificio degli interventi di ricerca di amianto sotterrato (poi non trovato) e il divieto imposto alla ProCiv di partecipare alla celebrazione del 190esimo di fondazione del cotonificio a causa di "rischio sanitario", una discarica abusiva di amianto vicino al Cimitero e altre disseminate per il paese, gli sversamenti di vernici nell'Olona causati da Pedemontana, la richiesta di costituzione di un'area di sgambamento per i cani, la descrizione di alcuni fatti che avvengono nel parco di via Vicenza e lo renderebbero difficilmente fruibile, il fatto che non siano attive le sentinelle ecologiche e che non vi sia la relativa segnaletica per contattarle, lo stato di operatività di Ely. 

Come dicevo, a gran parte delle questioni non è pervenuta risposta (e quindi la Commissione ha rinnovato le richieste), ma ad alcune sì. Ad esempio, non risulta che Ely svolga attività di tipo industriale (la Commissione ha comunque chiesto informazioni riguardanti la cabina elettrica che è stata installata nei pressi di Ely), la richiesta di costruire un'area per sgambamento cani è stata di fatto respinta (per ragioni di ordine pubblico e nonostante si specificasse che i costi erano tutti a carico di privati), è stato fatto un preventivo per rimuovere amianto fino a 100 kg, e le sentinelle ecologiche non sono attive perché non è ancora stato avviato il progetto sovracomunale. 

Chiusi (si fa per dire) i capitoli precedenti, la Commissione si è interrogata sulle novità. Nel dettaglio, la necessità di organizzare la giornata ecologica, situazioni diffuse di rifiuti - specialmente "umido" - che rimangono per giornate intere lungo i marciapiedi, l'assenza di cestini soprattutto nella zona centrale del paese, l'attenzione da porre sul fatto che Pedemontana ci restituisca le strade vicinali. 

Un'esperienza costruttiva che, come ha ricordato lo stesso Viganò in apertura, serve anche per ricucire un po' la distanza - sempre più ampia - che si sta creando tra cittadini e istituzioni. Per ricordare che la politica, la gestione della cosa pubblica, passa anche dalla cura di quelle che possono apparire piccole cose, ma che in alcuni casi possono avere conseguenze dirette sulla nostra vita di tutti i giorni. In questa categoria rientrano le piccole discariche di amianto ai margini del centro abitato, la pulizia delle strade e dei marciapiedi, un'area di sgambamento per i cani. Piccole cose che determinano, ognuna per il suo pezzettino, la qualità della nostra vita. 

mercoledì 15 gennaio 2014

Abbiamo dialogato con il primo (quasi)volontario della nuova ProCiv!

«Sì, di fatti è così: sono stato il primo ad aver fatto richiesta di iscrizione al nuovo gruppo di Protezione civile e ad oggi non ho ancora avuto risposta». Non vedeva l'ora di rimettersi in gioco e così Antonio Vispo ha presentato già il 4 novembre 2013 - a pochissimi giorni dall'entrata in vigore del nuovo regolamento - richiesta (protocollata in Comune) con tanto di curriculum vitae in allegato. Lo abbiamo incontrato, e ci siamo fatti raccontare la sua versione dei fatti: «non erano ancora pronti i moduli, così ho presentato una domanda scritta di mio pugno. I moduli sarebbero stati pronti pochi giorni dopo, con un particolare molto interessante: il titolare del trattamento dei dati personali era il sindaco di Brindisi!», inconsapevolmente tirato in ballo a causa di un frettoloso copia e incolla. «Nonostante il sindaco - di Solbiate, si intende - avesse detto che avrebbe preso in considerazione tutte le domande, ad oggi non ho ancora avuto risposta, e oramai non la aspetto neanche più, dato che ho fatto protocollare un'altra lettera con la quale comunico, tra le altre cose, la mia adesione ad un altro gruppo. Mi sono iscritto a Milano, dove a breve partiranno anche numerose esercitazioni in vista dell'Expo. Spero di imparare molto, e di riportare queste competenze a Solbiate». 

Ma se fosse una questione di competenze? Antonio, il tuo curriculum era all'altezza? «Credo proprio di sì. In tutti questi anni da volontario ho avuto modo di svolgere diversi corsi, anche istituzionali, come quello di Management associativo o per Responsabile relazioni esterne organizzati dalla Regione, o per il rischio sismico, organizzato dall'Istituto italiano resilienza di Bolzano, e dal 2012 sono membro del Club Esperto nella Risoluzione Operazioni Emergenziali, sempre di Regione Lombardia. Solo per citarne alcuni». Sulle competenze pochi dubbi, quindi. «Esatto. Ma le competenze non sono solo mie. Le competenze appartenevano a tutti il gruppo che è stato sciolto per volontà del Sindaco: Solbiate ha investito per 12 anni su quel gruppo, destinando alla formazione delle persone buona parte degli stanziamenti destinati alla Protezione Civile. Provate a leggere, su La Prealpina di oggi (15 gennaio n.d.r) cosa dice di noi Roberta Corradi, referente operativo della Zona 3... Dice: "L'assemblea dei Coordinatori dell'Area Omogenea 3 della provincia di Varese prende atto dello scioglimento del gruppo Comunale di Protezione Civile di Solbiate Olona da parte del sindaco ed esprime la propria solidarietà ai componenti del gruppo. Non possiamo entrare nel merito delle scelte del sindaco, tantomento vogliamo prendere una posizione in merito sulla querelle. Però conosciamo i volontari della Protezione civile, abbiamo lavorato insieme in molte occasioni, e mi sento di poter affermare che il fatto che i volontari in questo momento siano fermi è una perdita non solo per Solbiate Olona ma per tutta la comunità. Sono persone affidabili e preparate". Affidabili e preparate, ecco. E aggiungi che il nostro era - ed è tuttora, come sta dimostrando - un gruppo molto coeso e affiatato: capitale umano che si costruisce nel tempo e che non può essere ricreato dal nulla». 

«Si tratta di grosse perdite, sia in termini di servizio che in termini economici: per prima cosa, la forza e la coesione del gruppo, andando avanti così, non ci sarà più. Ma bisognerà formare anche i nuovi volontari, senza avere quelli più anziani a dare una mano». Ci stai facendo capire, però, che le perdite economiche non si limitano alla formazione... «Certo che non si limitano alla formazione. Il gruppo è rimasto inattivo per sei mesi, e con lui tutte le attrezzature, i materiali, gli spazi. Per mesi nessuno ha messo in moto il Land Rover che abbiamo in dotazione, nessuno ha provveduto a curarsi delle due tende - ciascuna del valore di circa 4.000 euro - che sono state ripiegate e messe in magazzino ancora bagnate dopo l'ultima esercitazione che abbiamo effettuato: subito dopo il sindaco ha impedito l'accesso al magazzino e sono rimaste lì per mesi in queste condizioni. Hai idea cosa voglia dire questo per una tenda?» Lo posso immaginare... «Immagina anche le radio che abbiamo in dotazione. Ogni anno paghiamo circa 300 euro di concessione governativa, ma quest'anno le abbiamo usate solo per alcuni mesi, e poi sono rimaste in carica per mesi: quando verranno rimesse in funzione bisognerà sostituire le batterie. Altri 300/400 euro! La stessa situazione di incuria si è verificata per l'area di addestramento vicino all'ex piazzola ecologica. Nessuna manutenzione, nessuna. Possiamo solo immaginare in che condizioni sia adesso. Sarò curioso di vedere quante risorse saranno destinate a rimettere in moto tutta questa macchina...».

Numerosi i danni materiali. Ma per quanto riguarda la sospensione del servizio e il servizio così come è configurato attualmente puoi dirci qualcosa? Il sindaco ha ringraziato pubblicamente la nuova Protezione civile per il servizio svolto durante il Presepe vivente, quindi possiamo ritenerla pienamente operativa? «Al momento esiste un gruppo, ma dire che sia operativo non è corretto: non è mai stato convocato, non è stato nominato un responsabile, e ti dirò di più: Solbiate, come previsto da Regione Lombardia, è dotata di un piano di emergenza comunale, condiviso con Gorla Maggiore, ma di fatto operativamente separato: è stato tarato sulla disponibilità di circa 20 volontari di Protezione civile, tanti quanti eravamo ai tempi, i quali si erano specializzati in determinati compiti sulla base di determinate esercitazioni. Ora questo piano di emergenza è stato del tutto svuotato, perché mancano persone e competenze per renderlo efficace».  

Lo saluto pensando alla gestione di tutta questa vicenda. Una vicenda che pare sia del tutto sfuggita di mano al sindaco Melis, con conseguenze che in parte non erano state preventivamente ponderate - come la questione del piano di emergenza - e che in parte potevano essere evitate praticando un po' più di sano dialogo - come la questione dell'automezzo, delle tende, eccetera. 

Chiudo segnalando che giovedì 16 gennaio, alle 21.00, il presidente della Commissione Ecologia (ed ex Coordinatore della Protezione Civile, appunto) Roberto Viganò ha convocato la Commissione in seduta pubblica. L'appuntamento è in Comune, e si parlerà (apprendo dalla stampa) di fiume Olona, presenza di rifiuti sul territorio (amianto, in particolare), area di sgambamento cani, piazzola ecologica e insediamento di Ely. 

mercoledì 8 gennaio 2014

L'ambiente e le nostre libertà

[...] Le irresponsabili mutazioni dell'ambiente e del paesaggio non innescano solo un ampio arco di patologie psicofisiche, generano anche una diffusa patologia sociale. Prima di tutto, accentuano le disuguaglianze, perché colpiscono in modo assai più grave famiglie e cittadini meno abbienti, costretti da spietati meccanismi di mercato ad abitare in case sempre più piccole e infelici, in periferie senza carattere e senza verde, spesso drammaticamente lontane dai luoghi di lavoro e con trasporti inadeguati, quasi sempre prive degli spazi di relazione che per molti secoli hanno costruito il cuore e il vanto delle aggregazioni urbane in Italia. Non meno importante è quello che un sociologo olandese, Kees Keizer, ha chiamato «diffusione del disordine». Chi vive in un quartiere brutto, sporco, mal tenuto, nel quale non riconosce nulla dei propri orizzonti interiori, niente in cui identificarsi, tende a violare ogni norma e ogni legge. Al deterioramento dell'ambiente urbano si aggiunge così il degrado provocato dai singoli, che può essere innescato da un'inconsapevole rabbia contro la propria forzata emarginazione. E' il principio della «finestra rotta» (Wilson e Kelling); ogni vetro non sostituito invita a tirare un sasso su quello accanto, e presto l'intero fabbricato va in rovina. Secondo gli studiosi di environmental criminology, il degrado del paesaggio, specialmente urbano, è un importante fattore (situational precipitator) che innesca comportamenti criminosi o violenti; al contrario, il miglioramento della situazione ambientale, cioè della qualità della vita, riduce o annulla l'incidenza dei comportamenti deviati.
Questi riflessi condizionati da un ambiente devastato sono l'esatto opposto del gesto amoroso del contadino, che passando da un viottolo non suo rimette a posto la pietra che stava cadendo da un muretto a secco. L'ambiente che noi abbiamo creato a sua volta ci condiziona: ci fa membri di una comunità se possiamo riconoscerci in esso, ci spinge alla violenza quando quel che ci circonda è alienante. La piccola criminalità diffusa è molto maggiore nei quartieri più degradati, nelle periferie più squallide: «quando una norma di convivenza sociale [e tale è la gradevolezza del paesaggio] viene violata, la gente tende subito a violare altre norme o regole, e il disordine sociale si diffonde» (Keizer). Ci domina, che lo vogliamo o no, quello che lo psicologo italoamericano Philip Zimbardo ha chiamato the power of the situation: più degradata è la situazione in cui viviamo, più quel degrado è destinato a crescere. Si diffonde la criminalità, l'«effetto Lucifero» (la formula è, ancora, di Zimbardo) emargina chi in altre situazioni sarebbe un buon cittadino, lo trasforma in 'delinquente', genera un diffuso sentimento di insicurezza, spesso indirizzato 'dall'alto in basso', dai più abbienti che vivono nelle case più belle e nei quartieri migliori contro i poveri, i recenti immigrati, gli emarginati che dai loro ghetti potrebbero invadere la loro quiete. Le forme più correnti (e banali) dell'ingegneria sociale prevedono di rispondere al degrado socioambientale con deterrenti o con la repressione, fino alla recente istituzione delle 'ronde'. Sarebbe molto più saggio e lungimirante puntare, invece, su strategie di prevenzione: la cura dell'ambiente, del paesaggio, delle città, della qualità della vita, che da sempre è il miglior argine al degrado della società . In questo senso potrebbe, anzi dovrebbe, essere riformulata la nuovissima nozione giuridica di «comunità di vita»; quel che importa non sono tanto i 'diritti propri' di piante, animali, paesaggi, quanto il legame intrinseco fra le persone dei cittadini come individui e come collettività organizzata e l'ambiente in cui essi necessariamente dispiegano la propria vita, e che pertanto condiziona (in positivo o in negativo) le loro libertà.

Salvatore Settis, Paesaggio, Costituzione, cemento - La battaglia per l'ambiente contro il degrado civile, Einaudi, 2010.