lunedì 28 gennaio 2013

"Mussolini fece cose buone”


Tralasciamo di commentare quel poveraccio di Berlusconi, il problema è che magari qualcuno ci crede. Ricordiamo solo una piccola cosa, le cosiddette “leggi eccezionali del fascismo” o “leggi fascistissime”, emanate tra il 1925 e il 1926. Da queste risultava che:

1)      L’unico partito ammesso era il Partito Nazionale Fascista e di conseguenza tutti gli altri partiti, associazioni e organizzazioni contrarie al regime vennero sciolti.

2)      Il Parlamento veniva privato delle sue prerogative diventando un semplice strumento di consultazione. Organo supremo dello Stato diventava il Gran Consiglio del Fascismo e il suo presidente, che era anche capo del governo, doveva rispondere solo al re.

3)      Tutte le associazioni di cittadini, di qualsiasi tipo, vennero sottoposte al controllo di polizia.

4)      I sindacati, di conseguenza gli scioperi, vennero messi fuorilegge. Gli unici sindacati riconosciuti erano quelli fascisti.

5)      La stampa venne messa sotto il controllo della censura, non potevano essere pubblicati articoli di critica al governo.

6)      Gli antifascisti vennero messi al confino. Molti vennero anche ammazzati, ovviamente. Mussolini si prese “la responsabilità politica, morale e storica” dell’omicidio del deputato socialista Matteotti.
E siamo solo al 1926. Nel caso si potrà anche raccontare di cosa è successo dopo.

Ivan Vaghi

giovedì 24 gennaio 2013

«Crescere con la buona politica»

Un incontro pubblico al quale parteciperà Alessandro Alfieri, candidato al Consiglio regionale della Lombardia per il Partito Democratico.

lunedì 21 gennaio 2013

Poche idee (fisse) e tante domande

Tra ieri e oggi, dopo aver scritto il post qui sotto, ho cercato di scambiare qualche opinione sulla serata di venerdì, soprattutto con persone che non avessero in tasca la tessera del partito che voterò tra un mesetto. Per mettere meglio a fuoco la questione, per ascoltare punti di vista differenti, perché - non so se sia un bene o un male - ho davvero poche certezze assolute («ma, in compenso, fisse», direbbe qualcuno).
C'è chi mi ha detto: «sono completamente d'accordo con te». E c'è chi mi ha detto: «attento, stai sottovalutando la questione». Qualcuno mi ha anche dato del «collaborazionista» che, per come la vedo io, è una parola che rientra tra gli insulti. Ma non porto rancore, anche se preferirei, la prossima volta, un approccio un po' più dialogante.

Comunque, veniamo al sodo: fare un discorso organico sulla serata di venerdì mi sembra piuttosto complesso, perciò procederò per punti, in modo anche da facilitare la discussione che potrebbe nascere.

  • Ribadisco che la serata di venerdì segna un punto fermo nella discussione attorno alla possibile costruzione di una centrale a biomasse a Solbiate: Ely S.p.A. e l'Amministrazione hanno detto che non si farà, se non dopo aver consultato la cittadinanza. Siamo sicuri che, senza quella serata, Ely e Amministrazione non sarebbero andati dritti per la loro strada? Non era questo un obiettivo della serata? Mio, di sicuro, sì.
  • A questo punto, mi chiedo: con quali strumenti, nel caso in cui Ely avanzasse delle proposte di forte impatto su Solbiate, verrà consultata la cittadinanza? Il semplice questionario di certo non è sufficiente. Il Sindaco dovrebbe prendere degli impegni maggiormente stringenti.
  • Come mai sia Ely che Amministrazione hanno cambiato diametralmente idea rispetto a quanto affermato nelle settimane precedenti? Come mai tutta questa confusione? Quanto possiamo credere a un'azienda che smentisce quanto detto dai propri rappresentanti in una sede istituzionale? (E anche di un'amministrazione che smentisce se stessa, con diverse capriole sui giornali).
  • Il cambiamento dei progetti della Ely è in qualche modo connesso con la notizia che la German Pellets ha acquisito la maggioranza della Ely, così come annunciato il 17 gennaio? Perché non ci è stato detto chiaramente, di questo importante cambiamento nella struttura sociale?
  • Il tecnico (dott. Ruggieri) è stato troppo «morbido», parlando - come mi è stato fatto notare - dei gassificatori costruiti in Africa, ad esempio? Ecco, credo fermamente di no. Perché i gassificatori non sono il male assoluto, anzi: tutto «dipende» - proprio come ha detto Ruggieri - dal contesto in cui vengono costruiti. Che materiale viene trattato e da dove arriva? Quanto traffico genera il suo trasporto? Quanto suolo viene consumato dal gassificatore? Quanto è già sottoposta a stress di vario tipo la zona prescelta? Eccetera (queste domande sono state poste egregiamente dalla Commissione Ecologia). L'analisi di contesto non è analisi di carattere tecnico, ma politico. 
  • La Ely prevede un investimento pari a 5 milioni di Euro. Acquisirà un immobile, ha fatto un'ottima campagna di marketing: il tutto per spostare degli uffici e costruire un impianto che sostituirà gli impianti attuali?
  • La costruzione di tali impianti - se non ho capito male - rientra nella fattispecie legislativa che prevede la P.A.S. (Procedura amministrativa semplificata): quanto ci tutela, realmente? Se Ely, domani, dicesse: «sapete qual è la novità? Le opinioni dei solbiatesi non ci interessano più», quali strumenti ha in mano l'Amministrazione? E, nel caso, qual è il limite massimo di ampliamento di un'ipotetica centrale? Non sarebbe meglio, a scopo preventivo, sottoporre a vincoli maggiori quell'area?
  • Ely ci ha detto che cresce a ritmi notevoli, e conta di poter ampliare il proprio organico da 50 a 100 risorse. Qui non si è economisti, ma ci si chiede, con buon senso: in che periodo di tempo? Sarà sul lungo periodo, no? E nel lungo periodo possiamo prevedere quale sarà la situazione degli incentivi pubblici, quale sarà il costo dell'energia, quale sarà la congiuntura internazionale, dato che le condizioni attuali non sono delle migliori? Da 50 a 100 è tanto.
  • E' possibile affrontare le discussioni in maniera laica, senza avere (troppi: qualcuno va bene, ma non troppi) pregiudizi e senza avere la certezza che ci sia «qualcosa dietro»? No, scusate, questo non c'entra. 
Come sempre, ogni commento e ogni integrazione è ben gradita. Soprattutto se aggiunge qualche informazione.

F.to Un collaborazionista. 
Si scherza, eh.

S.

domenica 20 gennaio 2013

La centrale a biomassa, per il momento, non si farà

di Stefano Catone

Venerdì sera, all'incontro pubblico promosso da «Iniziativa 21058» e organizzato in collaborazione con «Movimento 5 Stelle - Solbiate Olona», «Per Solbiate», «Progetto Solbiate» e «Partito Democratico - Solbiate Olona», ci è stato assicurato che non esiste un progetto per la costruzione di alcuna centrale a biomassa nella zona dove ora sorge «Bonicalzi». E' stata direttamente Ely S.p.a., per bocca dell'amministratore delegato Massimo Cagelli, a cercare di rassicurare la popolazione (intervenuta molto numerosa), smentendo - di fatto - quanto dichiarato dal sindaco Melis a novembre («Questa società, leader nelle energie rinnovabili, vorrebbe acquistare 15.000 metri quadri di terreno per costruire una centrale di gassificazione») e quanto riportato dai verbali della Commissione Ecologia, dove si legge:
Precedentemente all’incontro, la Ely S.p.A. ha fatto pervenire brochure con una presentazione del progetto per l’avviamento di un impianto di cogenerazione alimentato con biomassa per la produzione di energia elettrica e termica. [...] I responsabili dell’azienda, come premessa all’incontro, descrivono l’impianto che hanno intenzione di allestire nel territorio solbiatese. Verranno allestiti 2 impianti di cogenerazione, uno da 200 KWe e 300 KWt che sarà utilizzato a scopo dimostrativo dall’azienda, ed un altro da 400 KWe e 600 KWt per la produzione principale di teleriscaldamento. A questi due impianti è direttamente collegato l’impianto di gassificazione da 1000 KWt che coprirà la termia dell’impianto e degli edifici pubblici rilevati. 
Questo è quanto ho fatto rilevare intervenendo durante la serata: comunque la si voglia vedere, Ely S.p.a. e l'amministrazione comunale hanno modificato diametralmente la propria posizione, dato che in questa sede ci si limita ai documenti ufficiali, e sul verbale della Commissione Ecologia - appunto - c'è scritto altro. 

Ai Solbiatesi è stato detto chiaramente che non verrà costruita alcuna centrale, ma solamente impianti destinati alla produzione di energia necessaria al funzionamento degli uffici che Ely insedierà all'interno dell'edificio «Bonicalzi». 
Solo successivamente verranno proposte ai Solbiatesi delle modalità alternative con le quali potersi rifornire di energia (teleriscaldamento, caldaie a biomassa), non localizzate in un'unica centrale ma diffuse sul territorio, di dimensione «domestica». Il tutto, ovviamente, a carico dei cittadini solbiatesi (e anche in questo caso rileviamo una discordanza con quanto dichiarato dal Sindaco: «La Ely Spa vuole realizzare, a sue spese, un impianto di teleriscaldamento per la città che potrà riscaldare tutti gli edifici pubblici e anche quelli privati»). Il sindaco si è quindi impegnato a consultare in maniera approfondita e diffusa la popolazione, prima di prendere alcuna iniziativa in tale direzione.

In definitiva, si è stabilito un punto zero: Ely trasferirà a Solbiate i suoi uffici, non costruirà una centrale a biomassa nella zona del Bonicalzi (né da altre parti) e se dovesse proporre iniziative di questo tipo saranno prima consultati a dovere i solbiatesi. Queste cose non erano affatto scontate e sono convinto che la mobilitazione dei Solbiatesi abbia giocato un ruolo fondamentale, imponendo - se non una retromarcia - perlomeno uno stop.

Se posso permettermi, in conclusione, consiglierei al Sindaco e all'Amministrazione in generale di agire con maggiore cautela quando vengono avanzate proposte di forte impatto (ambientale, sociale, economico) e di ponderare con maggiore attenzione i casi nei quali è necessario rilasciare dichiarazioni alla stampa.

Ringrazio tutti gli intervenuti alla serata e tutti coloro che hanno contribuito alla sua realizzazione, in particolare Gianluca Ruggieri, docente dell'Università dell'Insubria.

Sangue freddo


di Ivan Vaghi

Il dibattito è acceso, l’eventuale costruzione di una centrale elettrica a biomassa a Solbiate ha scaldato parecchi cuori. Secondo me invece l’atteggiamento giusto è il sangue freddo. Parto da alcune considerazioni, con la preghiera di aspettare a insultarmi almeno fino alla fine del post. La prima è che se vogliamo emanciparci dai combustibili fossili ma non vogliamo le centrali nucleari a qualcosa dobbiamo pur pensare. Crederete mica di alimentare le fonderie con il fotovoltaico. La seconda è che il concetto di “va bene tutto ma non a casa mia” alla lunga non regge. La terza è che avere una posizione contraria a priori senza nemmeno darsi la pena di capire di cosa si tratta è un atteggiamento che non serve a nessuno e non fa andare da nessuna parte.
Certo come cittadini abbiamo dei diritti: vogliamo sapere quanto dovrà essere grande l’impianto, quanto inciderà sull’ambiente, come verrà alimentato e cose del genere. Prima di prendere qualsiasi decisione definitiva la Ely dovrà darci tutte queste informazioni nel dettaglio e l’amministrazione comunale avrà il dovere di valutarle insieme ai cittadini nel modo adeguato. Ma se il rapporto costi-benefici risulterà favorevole, perché no?
Ci sarà un impatto ambientale? Certo, ma nemmeno paragonabile a quello devastante di Pedemontana o di quello svincolo di cui avremmo tutti voluto fare a meno e che ci è stato imposto senza consultarci. Ci sono ovviamente delle questioni “sensibili”, come l’approvvigionamento del combustibile e il sapere esattamente cosa ne sarà dell’impianto una volta che gli incentivi pubblici termineranno e magari non sarà più conveniente produrre energia in quel modo. Su questo bisognerà essere molto chiari e far mettere sul contratto, nero su bianco, tutte le clausole necessarie alla salvaguardia della salute pubblica. Se io fossi il sindaco vorrei anche sapere se stiamo veramente parlando di energia rinnovabile, nel senso che accetterei solo se il rifornimento venisse da una o più silvicolture in grado di produrre annualmente la stessa quantità di legname che viene utilizzata nell’impianto. Se fosse invece necessario disboscare foreste da qualche parte allora non è più combustibile rinnovabile, e la mia posizione virerebbe decisamente sul contrario.
Staremo a vedere, ci aspettiamo davvero che nessuna decisione venga presa a dispetto della volontà popolare, che avrà però il dovere di informarsi adeguatamente e seguire la vicenda con attenzione.

lunedì 14 gennaio 2013

Incontro pubblico sulla possibile costruzione della "centrale a biomasse"


Cari concittadini,
il nostro Comune si trova, con poco tempo a disposizione, a decidere scelte fondamentali sul suo Futuro:
Un progetto per la costruzione di una Centrale a “biomassa” e la contemporanea cancellazione del Progetto Locale 2 denominato “Parco di Solbiate
Sul primo progetto, il Sindaco Melis ha già espresso il suo parere positivo, solo sulla base di una “brochure”, mentre la Commissione Ecologia lo bocciava. Allo stesso tempo, con la delibera della GC 174/2012, bloccava completamente la realizzazione di una fascia di filtro verde fra l’abitato, la strada provinciale SP2 e la stessa Autostrada Pedemontana. In un contesto come quello di un Piano di Governo del Territoro pieno di contraddizioni:
Crediamo di essere di fronte ad una grande opportunità: poter contribuire a costruire
un nuovo futuro possibile e condiviso per Solbiate
INCONTRO PUBBLICO 
CENTRO SOCIO CULTURALE
Venerdì  18  Gennaio 2013,  ore 21

Non rispondete a nessun questionario prima di esserVi informati
A cura di:
Associazione Culturale Iniziativa21058
Gruppo Consigliare “Per Solbiate”
Lista Civica “Progetto Solbiate”
Partito Democratico – Circolo di Solbiate Olona


domenica 13 gennaio 2013

L’ordine dei fattori


di Ivan Vaghi

Tempo fa ho avuto la visione agghiacciante di un nuovo governo Berlusconi con Monti ministro dell’Economia. Al momento è più probabile il contrario, cioè Monti bis con il Berlusca al ministero. Cambia l’ordine dei fattori ma il risultato è lo stesso. Credo che la cosa sia molto meno fantapolitica di quanto possa sembrare, perché la rimonta del cavaliere oscuro sarà impetuosa, il centro sinistra sarà incapace di stare alla pari sul piano della comunicazione (come al solito) e il centro-centro guarderà con molto più favore verso destra che non verso sinistra. Storia vecchia, cui non saranno estranee le poderose pressioni del Vaticano: secondo loro al governo è meglio avere un puttaniere che un omosessuale, tutto il resto non conta niente.
Non fatevi ingannare dalle manifestazioni di antipatia verso Berlusconi da parte di Monti e dei suoi accoliti, sono fesserie. Maroni ne ha espresse di più colorite e apparentemente definitive, e invece guardate cosa è successo. Era tutta una manovra per portare a termine il colpo di stato interno alla Lega, cioè fare fuori i vecchi e sostituirsi a loro, per poi perseguire la stessa identica politica con gli stessi mezzi.
Anche i montiani faranno poco gli schizzinosi, sanno benissimo che da soli non possono fare niente ma sanno anche che nessuno può fare niente senza di loro: con i pochi voti che hanno saranno comunque in grado di far eleggere Monti presidente del consiglio, ma al momento è più facile che ad accettare il passo indietro sia Berlusconi che non Bersani. Tanto il Berlu sarà in grado di instaurare un feudo indipendente al ministero dell’economia, cosa che nessuno del PD si sogna nemmeno di pensare.
Ok, da uno scenario del genere siamo ancora lontani, ma c’è ancora un mese prima delle elezioni e la situazione a parere mio è molto liquida: c’è una quantità imponente di indecisi e di non votanti da cui potere attingere, inoltre il Movimento 5 stelle sembra perdere mordente (dal punto di vista dei consensi) e sappiamo bene quanto sia potente il potere di fascinazione di sua maestà il siliconato. Dire bugie in campagna elettorale e promettere cose che non si possono mantenere è una tattica che ha sempre funzionato, e Berlusconi ne è il capo indiscusso. L’elettorato italiano (e non solo) ha scarsi strumenti di approfondimento, per non parlare della scarsa memoria. Avessimo lasciato fare a Berlusconi adesso saremo alle prese con problematiche economiche e sociali molto più profonde di quelle determinate dal pagamento dell’IMU, ma gli italiani forse lo hanno già dimenticato. Il potere del “ghe pensi mi” quindi è ancora intatto e si farà sentire, per non parlare delle vecchie tattiche politiche opportunistiche cui Monti non farà fatica ad adattarsi.
Forse ancora non lo sappiamo, ma il prossimo mese potrebbe essere il più cruciale della storia recente del nostro paese.