giovedì 30 aprile 2009

Siamo come il sole a mezzogiorno!

Intervento introduttivo alla serata di Stefano Catone

Buonasera a tutti, questa sera siamo qui per presentarci, per presentare i candidati ed il programma della lista “Solbiate Democratica”.
Questa lista nasce su iniziativa del Circolo del Partito Democratico di Solbiate Olona, a poco più di un anno dalla nascita del Circolo stesso. Durante questo anno ci siamo dati da fare, ci siamo interessati a Solbiate e abbiamo espresso le nostre idee. Il nostro impegno è testimoniato dal nostro blog, che oramai rappresenta una realtà molto importante della politica solbiatese.
Abbiamo deciso di correre da soli perché vogliamo proporre una politica nuova, che non sia appiattita sul presente o addirittura sul passato, ma che abbia una prospettiva, che possa porsi degli obiettivi a lungo termine: solamente se si individua un obiettivo comune allora si potrà lavorare uniti e senza alcun tipo di ostacolo per raggiungerlo.
La nostra forza sta proprio in questo. Siamo un gruppo non di giovincelli, ma siamo un gruppo di contemporanei: siamo contemporanei perchè convinti che le energie rinnovabili e la sostenibilità ambientale non siano mostri lontani, ma che sia ora il loro tempo e che l'energia solare, geotermica, eolica, dovranno accompagnarci per i prossimi 30, 40, 50 anni, e dovranno per forza di cose sostituire il paradigma fondato sul petrolio.
Siamo contemporanei perché sappiamo che l'obiettivo ultimo non può essere la crescita senza soluzione di continuità, ma deve essere la qualità della vita, un'ottima qualità della vita garantita a tutti.
Siamo contemporanei perché crediamo che integrazione e sicurezza debbano andare di pari passo, perchè con i muri non si è mai ottenuto nulla di buono, ma solo illusioni destinate al fallimento.
Infine siamo contemporanei perché navighiamo su internet, e internet è un'incredibile fonte di informazioni, di notizie, di input e di stimoli. Internet è una domanda continua, suggerisce continue risposte; per esprimere meglio questo concetto mi permetto di scomodare Bob Kennedy:
« Ci sono coloro che guardano le cose come sono, e si chiedono perché..... Io sogno cose che non ci sono mai state, e mi chiedo perché no. »
Credo che queste parole ci descrivano perfettamente, e che la nostra forza sia proprio questa, sognare cose che non ci sono mai state, guardare il nostro paese, Solbiate, e chiederci, perchè no?

domenica 26 aprile 2009

Presentazione Programma e Candidati


Mercoledì 29 aprile alle ore 21.00 la lista "Solbiate Democratica" presenterà il suo programma e i suoi candidati al Centro Socio Culturale.

E' invitata tutta la cittadinanza.

mercoledì 22 aprile 2009

Quel mattino del 1945



di Ivan Vaghi

“Quando il mattino del 25 aprile i lavoratori armati scesero nelle strade per l'assalto finale, la vittoria era già sicura, malgrado l'enorme sproporzione dell'armamento che tuttora sussisteva. Non era una piccola avanguardia di combattenti isolati che attaccava, ma tutto un popolo che si rivoltava contro un governo logorato da venti mesi di guerriglia popolare, battuto e demoralizzato, condannato politicamente e moralmente dalla coscienza della nazione. L'insurrezione dopo la lunga e eroica marcia arrivava vittoriosamente alla sua meta. I C.L.N. (comitati di liberazione nazionali, ndr) assumevano tutti i poteri, che dovevano poi, in base agli accordi internazionali, cedere ai comandi alleati.
Si è aperto con questa vittoria del popolo un nuovo periodo della storia italiana nel quale quegli ideali di libertà e di giustizia per i quali hanno combattuto e sono caduti i migliori figli del nostro popolo dovranno finalmente trionfare.
Nessuno potrà impedire che quelle sacrosante aspirazioni divengano finalmente la realtà della nuova Italia.”
Così si esprimeva Giorgio Amendola a qualche anno di distanza da quel mattino del 1945, il giorno in cui i principali esponenti della Resistenza si riunirono nella sede dei Salesiani di via Copernico a Milano per proclamare e diffondere per radio l’ordine di insurrezione popolare.
Ideali di libertà e giustizia diceva Amendola, possiamo aggiungerci di democrazia, la parola magica, quella che i venti e più anni di governo fascista in Italia avevano tentato in tutti i modi di sopprimere e di offendere, possibilmente con la forza. Mi chiedo cosa potrebbero pensare oggi gli eroi della nostra guerra di Liberazione, a vedere che nel governo di quella Italia democratica che hanno contribuito a costruire albergano gli eredi di quei repubblichini che non hanno avuto nessuno scrupolo, proprio in quel 25 aprile, a sparare sugli operai in sciopero e sui passanti di Milano per potersi garantire la fuga. Mi chiedo cosa potrebbero pensare di tale La Russa, ministro della Repubblica ed ex (?) fascista, che nega che i nostri partigiani siano stati anche i nostri liberatori. Mi chiedo anche che cosa potrebbero pensare del nostro presidente del consiglio, che decide di partecipare alle cerimonie del 25 aprile con un senso di fastidio e solo perché non “vuole lasciare queste commemorazioni alla sinistra”. Non quindi perché vuole partecipare, non perché è riconoscente verso quei ragazzi che sono morti per noi, non per commemorare uno dei momenti moralmente più alti della nostra storia, non perché quello è stato il periodo in cui gli italiani hanno voluto dimostrare con tutte le loro forze di essere un popolo, non perché l’Italia ha scelto di essere un paese finalmente libero e democratico, ma solo per non perdere punti nel suo share personale.
Vorrei anche chiedermi cosa ne pensiamo noi di queste persone, noi che non abbiamo vissuto quell’epoca ma che possiamo beneficiare di quello sforzo di sollevazione popolare e di dichiarazione di indipendenza prima di tutto morale e poi politica. Io personalmente penso che il 25 aprile sia diventato uno spot elettorale come tanti altri, un manifesto da appendere per le vie di Solbiate per fare l’occhiolino, in vista delle elezioni, a quelli tra i nostri concittadini che ai valori della Resistenza credono ancora, salvo poi fare accordi con quelle stesse persone che il 25 aprile lo hanno sempre disprezzato e che continueranno a farlo. Io penso che quelle “sacrosante aspirazioni” di cui parlava Amendola e che sono state il motore della guerra di Liberazione debbano essere rispettate ogni giorno ed a loro ogni giorno sia necessario fare costante riferimento. Non bastano i manifesti per le strade del paese.

lunedì 20 aprile 2009

La crisi economica c'è. Per tutti?


Giovedì sera al Centro Socio Culturale abbiamo discusso della Crisi economica, insieme a una quarantina di Solbiatesi, tra i quali figuravano i rappresentanti di Progetto Solbiate e Voce Solbiatese (rigoroso ordine alfabetico), che hanno sfidato la grandine, evidentemente perché il tema un certo interesse lo suscitava.
Assente l'Amministrazione Comunale, che pur aveva assicurato la sua presenza e la fornitura di dati sulla situazione solbiatese nello specifico. Peccato, perché il dibattito sarebbe stato di sicuro più ricco e produttivo. Peccato, anche per la lontananza dai problemi di tutti i cittadini che le istituzioni hanno dimostrato in questa occasione.
Assente anche la Lega Nord: non vorrei essere presuntuoso, ma affrontare la crisi con strumenti locali dovrebbe essere una delle loro ragioni d'esistenza.
Nonostante ciò sono state avanzate diverse proposte, sono state condivise e quindi discusse assieme. Esse costituiranno un pacchetto che, ci auguriamo, chiunque amministrerà prossimamente potrà immediatamente attuare. I punti fondamentali sono: la costituzione di un fondo straordinario anticrisi, agevolazioni per gli studenti e le loro famiglie con prestiti a tasso zero per l'acquisto dei libri, una serie di lavori socialmente utili e infine la nascita di una speciale commissione anticrisi, cui parteciperanno tutte le associazioni, le forze politiche, l'amministrazione e la Parrocchia, in modo da ottimizzare l'elargizione di aiuti e di non dimenticare nessuno.
A fianco trovate le diapositive che hanno accompagnato l'esposizione e il dibattito.

mercoledì 8 aprile 2009

Quella cosa chiamata cuore


di Ivan Vaghi

La retorica è il rischio più grande quando si vuole dire qualcosa che riguarda l’animo delle persone. Ma a volte certi rischi bisogna prenderli. L’alternativa sarebbe dire cose banali e superficiali, senza la profondità necessaria per poter parlare veramente con le persone, senza quindi avere la possibilità di arrivare al loro cuore. Quelli della mia generazione non hanno vissuto l’epopea della passione politica del dopoguerra, pur con tutti i limiti di un paese a sovranità limitata come è stato l’Italia, ma hanno conosciuto i veleni del terrorismo politico, le arroganze delle partitocrazie, la vergogna di Tangentopoli, l’abbandono degli ideali a vantaggio di una politica di mercato, o meglio del mercato della politica. Difficile trovare le risorse per riuscire di nuovo a smuovere le coscienze e convincerle a seguire principi universali e inalienabili. E’ tutto relativo, tutto si presta a discussione e interpretazione, tutto dipende dalla convenienza, tutto si riduce a non perdere i voti di chi ha interessi particolari che vanno in qualche modo tutelati. Quanti sono quelli che, in tutta onestà, sono in grado di dire quali sono le differenze tra destra e sinistra? Si votano le persone che hanno più sex-appeal, più possibilità comunicative, che fanno le promesse più roboanti, ma che cosa c’è veramente dietro e soprattutto dentro non importa a nessuno, perché tanto, opinione comune, sono tutti uguali. Per le generazioni più giovani il problema non si pone, tra di loro impera il disinteresse e quindi chissenefrega.
Solo che se non ti occupi di politica la politica si occuperà di te, e lascio ai più scaltri la distinzione tra le due accezioni diverse del termine “occupare”. La politica lasciata nelle mani esclusive dei professionisti della politica può diventare qualcosa di pericoloso perché come minimo tende a perpetrare se stessa ad oltranza, a qualunque costo e contro chiunque, a cominciare dagli stessi cittadini. E la politica senza cittadini diventa autoritarismo, imposizione dall’alto, mancanza di democrazia. Non dipende da nessuno se non da noi, siamo solo noi che possiamo invertire la tendenza e lo possiamo fare solo ripartendo da noi stessi.
Il primo passo è quello di riuscire a mantenere la posizione, di non rinunciare ad altre porzioni del nostro raziocinio, delle nostre capacità di ragionare e riflettere, delle conquiste che a suo tempo ci siamo guadagnati con fatica o che altri prima hanno guadagnato per noi. E’ una richiesta fin troppo esplicita a non rinunciare alle nostre peculiarità, che sono quelle della socialdemocrazia e dello spirito riformista che ha come supremo interesse quello della collettività. Non abbandoniamo il Partito Democratico, non cediamo alla tentazione di punirlo perché non è ancora riuscito a diventare quello che noi sogniamo o perché non riesce ancora ad esprimere i leader che desideriamo, mica è colpa del PD se Obama è nato a Chicago. Non rinunciamo a riflettere e ad informarci, il Partito Democratico è quel partito che sostiene una vera etica della politica e dell’amministrazione, che è contrario a leggi razziali più o meno mascherate ma a favore dell’integrazione, che avversa il concetto stesso delle ronde di cittadini, che crede nell’energia sostenibile piuttosto che nel nucleare, nella salvaguardia dell’ambiente piuttosto che nelle speculazioni edilizie, che sostiene l’irrinunciabilità a una politica veramente laica, che appoggia la coscienza individuale su questioni importanti come il fine vita, che non accetterà mai di compromettere il nostro futuro smettendo di investire su scuola e ricerca, che non strizza l’occhio agli evasori fiscali ma anzi li contrasta, che fa della solidarietà e delle politiche di welfare una ragione di esistenza e non solo uno slogan da campagna elettorale, che ha sempre rispettato i cittadini come persone e non solo come riserva di voti. La crisi finanziaria e le conseguenti ricadute sull’economia reale sono figlie di un mondo che ci è estraneo, quello del guadagno ad ogni costo e il più velocemente possibile contro quello di una economia sorvegliata e sostenibile e che non sia legata a doppio filo ai magheggi della finanza. Per uscire dalla crisi sono stati riversati sugli istituti di credito centinaia di miliardi di dollari in tutto il mondo in poche ore. Soldi pubblici, soldi di operai, impiegati, lavoratori di tutti i generi che serviranno forse a ricomporre i disastri di pochi speculatori che se ne sono andati senza dimenticarsi buonuscite milionarie. Oppure non se ne sono andati proprio, anche se per colpa loro centinaia di migliaia di quegli stessi lavoratori hanno perso o perderanno il posto di lavoro. Qualcuno calcola che basterebbero cinquanta miliardi di dollari per risolvere il problema della povertà mondiale, ma quei soldi, chissà perché, non si trovano mai.
A questo punto bisogna scegliere e decidere, bisogna tornare a riflettere su di noi e il nostro futuro e tornare a schierarci, decidere con chi stare. Tutti quegli italiani e quei solbiatesi che si riconoscono in questo sistema di valori devono accettare l’idea di doversene fare carico, anche e soprattutto attraverso la politica e attraverso un voto. Piantare i piedi a terra e mantenere la posizione. Non ci avrete, non così, non senza lottare.
Il 6 e 7 giugno ci saranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo. Il Partito Democratico è l’erede di una cultura europeista, al contrario dell’euroscetticismo più o meno dichiarato dei partiti che governano attualmente in Italia. Non si può fermare ciò che è inevitabile: un’Europa unita e multietnica è un concetto non solo giusto ma anche necessario. Non ci sono più gli Stati Uniti a “guardarci le spalle”, l’occidente non è più il faro politico e soprattutto economico del mondo, ci sono sfide importanti da affrontare e lo si può fare solo rinunciando agli individualismi nazionali in nome di un bene comune europeo, perché chi resterà da solo correrà il rischio di farsi schiantare. Se non vogliamo riflettere per noi proviamo a farlo per i nostri figli, per quelli che verranno dopo di noi, e all’Europa che lasceremo loro: in balia di colossi economici e culturali che vengono da est e da ovest oppure una protagonista del mondo futuro, in grado di portare avanti modelli, valori e stili di vita che ci sono peculiari e che appartengono alla nostra storia? Sembra strano ma sta ad ognuno di noi decidere, e potrebbe dipendere dalla forza che ci metteremo per difendere la posizione, dalla voglia che abbiamo di interrogare quella cosa chiamata cuore.
Il 6 e 7 giugno ci saranno anche le elezioni amministrative a Solbiate Olona, ci saremo anche noi, e in che modo e con che forza lo vedrete su queste pagine, e non solo, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane.

(E se credete ora che tutto sia come prima
perché avete votato ancora la sicurezza la disciplina,
convinti di allontanare la paura di cambiare,
verremo ancora alle vostre porte e grideremo ancora più forte,
per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti.
F. de Andrè)

lunedì 6 aprile 2009

Solidarietà all'Abruzzo


Questa mattina un violento terremoto ha colpito l´Abruzzo. Non serve stare a descrivere la situazione, la nostra storia purtroppo ci ha già messo parecchie volte a confronto con questo tipo di tragedie. Difficile anche esprimere le emozioni e le ansie che di solito si provano in questi momenti, quello che possiamo fare è di manifestare la nostra tristezza e la nostra vicinanza alle famiglie delle vittime e alle comunità colpite. Il circolo di Solbiate Olona farà quindi di tutto per sostenere le iniziative già in atto e in procinto di essere attivate a livello locale e nazionale, ci stringiamo attorno alla protezione civile, ai vigili del fuoco, alle forze dell´ordine, ai volontari e a tutti quelli che a vario titolo sono in questo momento impegnati per salvare le vite che possono ancora essere salvate e per alleviare le sofferenze dei feriti e degli sfollati. Provvederemo anche, non appena possibile, a segnalare il link della raccolta di fondi che sta avviando la Caritas, nonché gli indirizzi e i siti utili relativi ad eventuali altre iniziative.

Per sostenere gli interventi in corso (causale "Terremoto Abruzzo") si possono inviare offerte a Caritas italiana tramite il conto corrente postale 347013 o tramite Unicredit Banca Roma (Iban IT38 K03002 05206 000401120727).

Offerte sono possibili anche tramite altri canali, tra cui:
Intesa Sanpaolo (filiale di via Aurelia 796, Roma - Iban: IT19 W030 6905 0921 0000 0000 012),
Allianz Bank (filiale di via San Claudio 82, Roma - Iban: IT26 F035 8903 2003 0157 0306 097),
Banca Popolare Etica (filiale di via Parigi 17, Roma - Iban: IT29 U050 1803 2000 0000 0011 113) e CartaSi e Diners telefonando a Caritas Italiana (06 66177001).
Da stamattina è attivo uno speciale nella home-page del sito partitodemocratico.it.

Polveri sottili: Varese respira, la bassa provincia no

I dati di marzo: a Gallarate, Busto e Saronno un giorno su quattro oltre i limiti di legge

Le piogge di inizio primavera salvano il mese di marzo da un nuovo record negativo, ma le concentrazioni di polveri sottili registrano valori comunque elevati, in particolare nella parte bassa della provincia. Confermando che il superamento dei limiti di legge è un dato costante, una emergenza che ormai sembra data per scontata.

Dopo il record di febbraio, il dato peggiore del mese è anche questo mese quello di Gallarate: in diciannove giorni (la centralina non ha fornito dati fino al 12 marzo) la media giornaliera del Pm10 è rimasta oltre la soglia per otto volte. Nei primi tre giorni del mese, in assenza di vento e precipitazioni, è stato superato il doppio del valore consentito di 50 microgrammi per metro quadro. Otto giorni oltre i limiti anche a Busto e Saronno, anche in questo caso con valori oltre il doppio nei primi giorni del mese. I giorni oltre la norma sono concentrati in particolare all'inizio e alla metà del mese, in condizioni meteo serene e senza precipitazioni: impianti di riscaldamento bassi, ma valori alti. A Varese invece l’aria è risultata più pulita: la centralina Vidoletti non ha mai registrato superamenti della soglia, mentre quella di via Copelli ne ha registrati “solo” quattro giorni con media delle polveri sottili oltre i limiti.
Il dato è comunque significativo, considerando la normativa stabilisce che il massimo di giorni oltre la soglia d’allarme è di trentacinque in un anno intero. Un margine di tolleranza che Busto Arsizio quest’anno si è giocato già al 27 febbraio.

fonte: www.varesenews.it