Buone notizie per il fiume Olona. Da poche ore è stata posto sotto sequesto la INSA srl, azienda che dal 1934 produce detersivi a Fagnano Olona, al confine con Cairate:
«Abbiamo trovato oltre 2 mila metri cubi di rifiuti stoccati in un piazzale nella più totale mancanza di sistemi che evitassero il deflusso di materiali inquinanti negli scarichi – ha spiegato Corbella – si tratta di fanghi e rifiuti che risalgono alle ultime piene dell'Olona degli anni '90». Materiale che ad ogni pioggia veniva dilavato dall'acqua e che finiva direttamente nel fiume. Il tipo di materiale è ancora al vaglio dell'Arpa che sta eseguendo analisi sui campioni e che ha fornito un'importante supporto in fase di ispezione: «Certamente sonio presenti tensioattivi e idrocarburi – ha proseguito Corbella – ma la cosa più inquietante è stato scoprire che nè le acque meteoriche, né la fossa biologica erano trattate ma gli scarichi finivano direttamente nell'Olona».
Ora c'è solo un errore che possono fare i cittadini e le associazioni che nei mesi scorsi hanno promosso una straordinaria campagna di mobilitazione, a seguito della comparsa della schiuma. Una mobilitazione che da Facebook e YouTube (e potremmo parlare a lungo del ruolo dei social network in tutto ciò) si è trasformata in incontri pubblici, serate di discussione, giornate sulle rive del fiume, per approdare, infine, alla Commissione Ambiente di Regione Lombardia. L'errore sarebbe fermarsi qui, pensando che il sequestro di INSA Srl metta fine alle sofferenze del fiume. Sappiamo bene che non è così, che ci sono numerosi altri problemi, sia di natura strutturale (la densità di imprese e persone, lo stato dei depuratori, lo stato delle fognature, eccetera) che di natura emergenziale ma che - di fatto - sono diventati strutturali (gli scarichi in deroga). Sono questi i fattori decisivi, che portano l'inquinamento dell'Olona a livelli intollerabili, mentre eventi incidentali (si fa per dire) come gli atti criminali di INSA Srl non fanno altro che far esplodere la situazione, già strutturalmente compromessa. E' su questi fattori che la mobilitazione di cittadini e associazioni deve continuare a tenere alta l'attenzione perché le istituzioni intervengano con misure che incidano alla radice dei problemi. Insomma: avanti così, come si è fatto finora. La strada è lunga.