lunedì 28 marzo 2011

Aspettiamo a giudicare

Intendiamoci, non si vuole difendere nessuno, massima fiducia nella magistratura, se qualcuno ha sbagliato deve pagare ecc., siamo i primi a sciorinare le frasi fatte della legalità, a cui crediamo fermamente. Diciamo solo di aspettare le motivazioni ufficiali dell’arresto e di conseguenza i reati contestati, perché per il momento abbiamo come unico riferimento quello che ci dicono i giornali. Ci hanno detto che l’assistente sociale Yacine Salle è sospettata di peculato (che vuol dire che ha rubato i soldi del comune) ma anche di circonvenzione di incapace (per essersi fatta dare dei soldi dalle famiglie delle persone in difficoltà). È però stato detto anche che ci sono sospetti sulle sue attività umanitarie e questa forse se la potevano risparmiare.

Cercheremo di informarci meglio sulle mansioni della signora Salle, perché di solito nelle amministrazioni pubbliche e private è la ragioneria che si occupa dei bonifici e non il personale tecnico. Non si capisce quindi come si possano stornare dei fondi, a meno che non sia stato comunicato alla ragioneria un numero di conto diverso da parte della stessa signora Salle. Certo è che si tratta di una truffa che non poteva reggere a lungo, facilmente smascherabile, quindi strana.

Sul resto non possiamo dire niente se non dopo aver sentito le presunte vittime di estorsione.

Una cosa però la sappiamo, alla signora Salle era stata revocata già nel 2008 la qualifica di responsabile di servizio, procedimento che implica una mancanza di fiducia nella persona. Quale sia stato il motivo di questa decisione forse sarebbe stato opportuno controllare meglio la sua attività, ma non vogliamo essere noi a giudicare l’operato di nessuno. Chiediamo invece di aspettare a giudicare chiunque, perlomeno fino a quando saranno sciolti tutti i dubbi.

venerdì 25 marzo 2011

In manette l'assistente sociale, si intascava i soldi per i disabili

Scattano le manette all'interno del comune di Solbiate Olona. Ieri mattina, mercoledì, Sall Mame Yacine, una donna senegalese assunta come assistente sociale dal 2001 presso il municipio del comune della Valle Olona, è stata arrestata con le pesantissime accuse di peculato, truffa aggravata e circonvenzione di incapace. L'arresto è stato disposto dal sostituto procuratore della Repubblica di Busto Arsizio Ersilio Capone il quale ha portato a termine un'indagine iniziata dal suo predecessore Sabrina Ditaranto.

L'indagine è partita proprio da una segnalazione dell'amministrazione comunale che ha vinto le elezioni nell'ultima tornata elettorale, circa 1 anno e 8 mesi fa, dopo uma serie di verifiche eseguite sui conti del Comune. In particolare l'attenzione della giunta guidata dal sindaco Luigi Melis si è concentrata sul mancato versamento, ad una casa di cura che ospita un disabile solbiatese con problemi economici, di alcune mensilità della retta. Una volta ricostruito il passaggio dei soldi, che il comune erogava mensilmente ma che l'assistente sociale non avrebbe versato, è partita la segnalazione che há portato la Procura della repubblica di Busto ad aprire un fascicolo.

Le indagini hanno evidenziato anche che la donna avrebbe più volte convinto il disabile in questione ad effettuare dei prelievi di soldi dal proprio conto che lei stessa si sarebbe intascata. In tutto il maltolto al Comune e alla persona assistita ammonterebbe ad oltre 50 mila euro. Una cifra consistente che la donna sarebbe riuscita a sottrarre nel corso degli anni. Sall Mame Yacine è stata portata nel carcere femminile di Monza e dovrà rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari che dovrà decidere se confermare la misura detentiva.

lunedì 21 marzo 2011

La lunghezza del naso

di Ivan Vaghi

Una mia compagna di classe di liceo ha vissuto a lungo in Libia. Il padre era ingegnere petrolifero, Tripoli per loro era un luogo in cui si sperimentava il privilegio di chi lavora per il governo in un paese in via di sviluppo. Sarà stato questo, sarà stato che all’epoca era una ragazzina e i parametri sono diversi, ma mi raccontava che la Libia era un luogo splendido e che i libici amavano Gheddafi più della mamma. Noi invece da qui ne avevamo una scarsa considerazione: Lockerbie, i missili su Lampedusa, il controverso attacco degli americani, ci sembrava davvero un vicino scomodo, al di là delle stravaganze.

I tempi però cambiano e anche gli interessi ad essi collegati, improvvisamente la Libia diventa un partner politico e commerciale di primaria importanza. Il passato? Dimenticato, cosa facciamo, roviniamo un’amicizia per una bomba messa su un aereo in Scozia? Intanto però i libici cominciavano a dubitare che Gheddafi fosse meglio della mamma, cosa che d’altra parte si stava facendo anche in Egitto, in Tunisia, nel Bahrein e chissà dove altro. Lenin diceva che se ci sono le condizioni per una rivoluzione l’unica cosa che serve è una scintilla per farla scoppiare. Forse aveva ragione, ma si sa, le rivoluzioni sono sempre un casino, sarebbe meglio evitarle. Soprattutto perché di solito c’è qualcuno alle spalle che cerca di approfittarne: è vero che da noi si parla tanto di nucleare e di rinnovabili, ma il mondo funziona ancora a petrolio e questo lo sappiamo tutti.

Quindi siamo in questa situazione, lunghi anni in cui la politica estera del mondo occidentale non è riuscita a guardare più in là del proprio naso per coltivare interessi immediati: stabilità nella regione, forniture di materie prime, controllo dell’emigrazione. Sempre Lenin diceva che quando è necessario bisogna mettersi d’accordo anche con il diavolo. Lezione imparata. Il mondo è pieno di diavoli con cui in un modo o nell’altro ci siamo messi d’accordo. I diavoli poi hanno un ulteriore vantaggio: puoi accusarli di essere cattivi quando non ti servono più. Allora li puoi bombardare, invadere, fare impiccare, accusare di ogni nefandezza e nessuno si sognerebbe di darti torto, anzi, tutti ti sosterranno. L’unico problema è che devi ricominciare tutto da capo e trovare altri diavoli da sostenere, e se non ci sono li devi inventare (mai sentito parlare di Batista, Pinochet, lo stesso Saddam?).

Se si provasse invece a guardare più in là del naso, o magari cercare qualcuno che abbia il naso un po’ più lungo? Mantenere i paesi in via di sviluppo in una perenne situazione di subalternità del mondo occidentale non risolve niente, mettere la polvere sotto il tappeto non la fa sparire e prima o poi si ripresenta, magari tutta insieme. Sarà un problema di chi viene dopo di noi, dirà qualcuno. Bene, i nostri figli ringraziano commossi.

Quella mia compagna di liceo, si chiama Sabrina, adesso vive in America e fa la veterinaria. Chissà cosa pensa a vedere i suoi nuovi compatrioti che bombardano la casa in cui è stata felice e le persone con cui ha vissuto per anni. Qualcuno le dirà che bisogna esportare democrazia.

sabato 12 marzo 2011

Dialogo tra un nizzardo e un bergamasco, una sera d’estate del 1860, in Calabria.

di Ivan Vaghi

- Raccontami del tuo paese Piccinini, sei di Bergamo vero? -

- Della val Seriana Giuseppe, Pradalunga, ma più bello ancora è Selvino, sull’altopiano. Mio padre mi portava a caccia e sai cosa mi piaceva? Andare in cima al monte Purito e guardarmi intorno, non ci sono montagne più alte e puoi vedere finché tirano i tuoi occhi. Da una parte hai la val Seriana e dall’altra la val Brembana, puoi intuire la grande pianura a sud e se ti giri hai tutte le Alpi davanti, a farti corona. Qualcuno dice che nei giorni sereni si può vedere anche Venezia e anche Milano, ma questo proprio non è possibile, e poi non serve immaginare quello che non vedi, è già tanto quello che puoi abbracciare con lo sguardo. Nelle sere d’estate stavamo lì fino al tramonto, a vedere l’ultimo raggio rosso che trafiggeva il cielo sopra il verde degli alberi. Uguale nei mattini d’inverno, il rosso dell’alba sopra il bianco della neve. Pensavo che non ci fosse posto più bello al mondo. -

- E adesso cosa pensi? -

- Ho capito che ce ne sono molti altri, ma non potevo immaginarlo allora. In fondo ho visto la prima volta il mare a Quarto, quando ci siamo imbarcati. Sono piccoli i luoghi in cui abbiamo sempre vissuto, e c’è così tanto mondo da vedere. -

- E così poco tempo Piccinini, basta una palla dei borbonici bene assestata e non avremo più alcun mondo da vedere. -

- Non succederà stanotte Giuseppe, sono andato in cima a quell’altura e non ci sono truppe borboniche in vista, a parte quelle che si sono schierate dalla nostra parte. Per ore ho guardato con il cannocchiale verso nord, ho mandato vedette e staffette. Sono rimasto fino al tramonto, e quando avevo deciso che era sufficiente mi sono girato. Non puoi sapere Giuseppe, mi sono girato, e l’ho vista! -

- Chi hai visto? -

- L’Italia Giuseppe, ho visto l’Italia. Avevo davanti Messina, e l’Etna, e tutta la Sicilia alle sue spalle, di fianco Lipari e le altre isole, in fondo Stromboli immersa in un blu profondo. Sotto di me prati infiniti di ginestre e l’odore del gelsomino che ti può stordire, e più in basso, lontano, Scilla e la sua riva di sabbia e cristallo. Sopra di me l’ultimo raggio rosso del tramonto che trafiggeva il verde delle foreste e la schiuma bianca del mare. L’ho seguito che puntava oltre, verso i nostri luoghi, e per un secondo mi è sembrato di vederci in fondo Selvino. Ci sarà stato sicuramente un ragazzo lassù che guardava dalla nostra parte e che ha i nostri stessi sogni. -

- Hai la mia parola Piccinini. -

- Riguardo a cosa Giuseppe? -

- All’Italia, hai la mia parola che la facciamo sul serio quest’Italia, è il nostro destino. -

venerdì 4 marzo 2011

Rettifica su Promos

Riceviamo una lettera (che trovate qui) da parte dell’avvocato Cattoretti di Gallarate che ci intima di provvedere alla pubblicazione di una rettifica in relazione a quanto abbiamo scritto su questo blog sull’azienda Promos. L’atteggiamento è abbastanza minaccioso, visto che ci minaccia appunto di querela per diffamazione.
Interveniamo volentieri, anche se sarebbe stato sufficiente chiederlo con le buone.
Scrive l’avvocato: “Nei giorni scorsi, visitando un blog del Circolo di Solbiate Olona del PD, Promos si avvedeva del fatto che, in data 26 marzo 2010 e 8 gennaio 2011 Lei esprimeva giudizi sul modo di operare della mia assistita, lasciando chiaramente intendere che ci fossero delle illecite intese fra la stessa e il comune di Castellanza (con il quale – secondo lei – si sarebbe accordata per vincere il bando)”. Siamo andati a recuperare il post del 26 marzo (lo trovate qui per intero), in cui abbiamo scritto: “i locali (del CAG, ndr) sono rimasti chiusi fino a quando, la mattina del 16 marzo, è arrivata, provvidenziale, una richiesta di uso gratuito di locali comunali da parte di Promos, una cooperativa vincitrice di un bando per la fornitura di corsi finanziati dalla Regione e dall’Ambito sociale Valle Olona”; e più avanti: “Ci chiediamo anche se il gruppo amministrativo fosse stato messo a conoscenza, cosa possibile solo nel pomeriggio del 16, della volontà di cedere, gratuitamente, proprio i locali del CAG, nonostante il sindaco avesse appena detto che il CAG sarebbe stato probabilmente riaperto a settembre. Due possibilità, o il gruppo amministrativo non ne sapeva niente, e comunque non ha avuto la possibilità di discuterne, oppure la discussione è avvenuta in precedenza, prima cioè della richiesta di utilizzo dei locali. Il che apre scenari inquietanti perché la scadenza per la presentazione delle domande a Castellanza era di pochi giorni prima (2 marzo) e quindi Promos non poteva sapere, fino all’ultimo, che avrebbe vinto la gara.”
Sinceramente non capiamo dove avremmo chiaramente lasciato intendere, come dice l’avvocato,che Promos si sia messa d’accordo con il comune di Castellanza per vincere il bando. Che la notifica dell’avvenuta assegnazione a Promos del bando di appalto sia avvenuta pochi giorni prima il 16 marzo è evidente (lo stesso avvocato indica la data del 9 marzo), e quindi, fino a pochi giorni prima del 16, Promos non poteva sapere di aver bisogno dei locali a Solbiate, e noi questo abbiamo scritto. Forse la frase incriminata è: “il che apre scenari inquietanti”. Ammettiamo che sia una frase poco felice, ma non era riferita ai rapporti tra Promos e il comune di Castellanza, ma eventualmente a quelli tra Promos e il comune di Solbiate. In ogni caso non è una frase che implica necessariamente trattative truffaldine, e comunque non era certo nelle nostre intenzioni farlo credere.
La lettera dell’avvocato continua dicendo che abbiamo fatto intendere: “illecite trattative anche con il comune di Solbiate Olona che avrebbe, sempre a suo dire, troppo velocemente concesso in uso i locali della ex sede CAG e che, in tempi più recenti, condurrebbe trattative con il comune di Solbiate Olona per conseguire la locazione predetta e la gestione/erogazione del CAG senza, a suo dire, qualifiche professionali e senza gara.” Illecite trattative? Come già citato in precedenza noi abbiamo accusato l’amministrazione comunale di troppa fretta, questo è vero, e d’altronde è fuori discussione che la richiesta di Promos sia arrivata alla mattina e sia stata approvata la sera del giorno stesso. Abbiamo avanzato il dubbio che la decisione sia stata presa dalla sola Giunta senza chiedere il parere dei consiglieri di maggioranza (non parliamo di quelli di minoranza…) e degli altri componenti del gruppo amministrativo. Ci sembrava strano ad esempio che i locali fossero stati giudicati inagibili per il CAG e poi concessi per l’erogazione di corsi, ma in ogni caso ci sembrava più giusto che una decisione del genere (cessione gratuita dei locali) fosse presa in modo più collegiale. Insomma, ancora una volta la critica era rivolta alla nostra amministrazione e non a quella di Promos, e di sicuro mai abbiamo parlato di trattative illecite.
Per quanto riguarda il fatto che i locali sono stati ceduti a Promos per il servizio CAG “senza qualifiche professionali e senza gara”, mettiamo di seguito quanto scritto in proposito nel post del’8 gennaio: “viene fornito (è un errore, si intendeva invece “affidato”, ndr) un servizio pubblico ad una società senza che ci sia stato un appalto, come invece dovrebbe essere, o come sarebbe utile ci fosse (metto i condizionali perché tireranno fuori cavilli di ogni genere). Le gare di appalto servono per far capire all’ente pubblico con chi si ha a che fare, dal punto di vista finanziario e professionale. In questo caso invece, ed è la seconda cosa strana, si affida il CAG ad una società senza che venga valutato un suo specifico requisito tecnico professionale”. Il fatto che non ci sia stata una gara d’appalto è fuori discussione, i locali sono stati affidati direttamente a Promos che è stata l’unica a fare una proposta specifica. Abbiamo visto che da un punto di vista legale questo è possibile. Il termine che abbiamo usato (dovrebbe essere) era riferito ad una speranza andata purtroppo delusa, cioè che ci fosse la massima trasparenza nella cessione dei locali, cosa maggiormente garantita da un bando di gara. Anche in questo caso però la critica era per l’amministrazione e non per Promos.
Siamo consapevoli però che abbia dato fastidio aver messo in discussione la capacità professionale di Promos. Di questo ci dispiace, ma il nostro riferimento era destinato essenzialmente al servizio CAG e non agli servizi forniti da Promos. Non siamo infatti riusciti a trovare enti pubblici o privati che abbiano affidato a Promos un servizio CAG e a cui poter chiedere notizie relative al percorso formativo che veniva applicato. Abbiamo dedotto, forse a torto, che siccome non c’eravamo riusciti noi non c’era riuscita neppure la nostra amministrazione e che quindi la loro potesse essere una decisione presa non su basi formative, ma economiche. Che non vuol dire trattative illecite. Se la leggerezza è stata nostra ci scusiamo e siamo pronti a mettere a disposizione questo blog per pubblicare le esperienza specifiche che Promos ha avuto in passato con il servizio CAG, in modo da rendere completa la rettifica.
L’avvocato Cattoretti ci chiede anche di intervenire con i periodici “La Settimana” e “L’Informazione” per pubblicare questa rettifica, ma sinceramente non sapremmo come fare dal momento che non abbiamo alcun tipo di rapporto diretto con questi periodici, che non abbiamo mai ceduto loro articoli né che ci sono mai stati chiesti. La nostra rettifica è qui, disponibile per la stampa come tutti gli altri post.

Ivan Vaghi
Stefano Catone