lunedì 29 giugno 2009

NIMBY


di Ivan Vaghi

Mi rendo conto che ai più il significato di questo acronimo risulti oscuro, è in inglese e sta per “Not In My Backyard”, che tradotto vuol dire “non nel giardino di casa mia”. Nei paesi anglosassoni va molto di moda e rappresenta il riassunto di quella politica egoistica e ultraindividualistica da cui molti, soprattutto dalle nostre parti, si sentono pienamente rappresentati. Usciti dalla traduzione letteraria si può infatti intendere come: “fate quello che vi pare, ma non dove abito io”. Chiedo scusa se qualcuno si sentirà offeso ma è proprio quel tipo di atteggiamento che sto osservando tra molti nostri cittadini solbiatesi quando si affronta il problema della Pedemontana. Dico subito come la penso così ci togliamo il dubbio: perché quelle oltre 600 persone che hanno firmato contro la via Porro sono completamente disinteressate alla distruzione dell’ultima area verde rimasta nella zona? Per chi si è distratto è quello che succederà quando inizieranno i lavori per lo svincolo, INUTILE, della Pedemontana. La risposta è semplice: non passa sotto casa loro quindi se ne sbattono. Anzi, possono risparmiare due minuti e mezzo di strada per andare a Varese, gli fa pure comodo. NIMBY.
Mi sento autorizzato a parlare dall’alto (o dal basso) della mia valutazione di “ipotetico tecnico”, come sono stato identificato insieme ad altri, dicendo però che mi riconosco un minimo di buon senso. Quel minimo di buon senso mi fa dire che un paese come Solbiate Olona (cinquemilaseicento abitanti) con due svincoli autostradali, considerando che molti capoluoghi di provincia ne hanno uno solo e spesso neanche quello, sembra come minimo una idiozia. Se poi ci aggiungiamo che sono vicini tra di loro meno di un chilometro ed entrambi sono vicinissimi ad un terzo svincolo, che è quello di innesto tra Pedemontana e autostrada, vuol dire che siamo al ridicolo. Aggiungiamoci anche che questo INUTILE svincolo distruggerà gran parte dell’ultima area verde rimasta (lo ribadisco), e allora cadiamo nel deprimente e nel tragico.
Comunque, per non essere tacciato di intellettualismo fuori dalla realtà, andiamo a considerare le tesi a favore dell’utilità dello svincolo, così come sono apparse su valleolona.com:
1) Togliere tutto il traffico pesante diretto alle aree industriali del tradatese, di Gorla Maggiore, Gorla Minore, Marnate, Mozzate e Cislago dalla via 4 Novembre con un divieto di transito in quanto tutti i mezzi pesanti, possono essere dirottati in Pedemontana facilitando la percorrenza e l'attraversamento della valle.
A parte le virgole messe a caso mi chiedo: perché, non lo si potrebbe fare comunque? Divieto di transito in paese ai mezzi pesanti e loro deviazione sulla Pedemontana attraverso gli altri due svincoli (dico due!) presenti in zona. Poi bisognerà andare a vedere dove mettono i caselli per il pedaggio, perché potrebbe essere conveniente attraversare comunque Solbiate e prendere la Pedemontana più avanti.
2) Facilitare l'ingresso nell'autostrada A8, specialmente per chi deve recarsi a Varese senza dover rischiare la vita usando l'attuale svincolo.
Senza dubbio l'ingresso sull'autostrada A8 è pericoloso, soprattutto per recarsi a Varese. Ma la soluzione al problema dovevamo aspettarla dalla costruzione di una nuova autostrada? È questa l'unica soluzione? Un'opera di compensazione da Pedemontana poteva essere proprio la messa in sicurezza di questo svincolo, ripensandolo per chi deve viaggiare verso Varese.
3) Collegare le aree industriali dei tre comuni (pensiamo ai corrieri che da Solbiate Olona devono andare a Cassano Magnago) e a dimezzare la percorrenza tra i due paesi.
E per andare da Solbiate a Cassano sarà conveniente prendere la Pedemontana? Farsi due svincoli, magari della coda agli ingressi (e magari anche pagare il pedaggio) bilancia il radere al suolo un bosco?
4) Dare una via d'accesso al futuro Villaggio Monterosa che, visto la progressiva importanza NATO acquisita dalla nostra caserma, sarà realizzato nei prossimi anni con decine di abitazioni, scuole e attività commerciali al servizio del personale (come già succede in quasi tutte le caserme NATO)
Ma dico io, bisogna costruire uno svincolo autostradale per dare accesso a un quartiere? Che tra l’altro sarà altrettanto vicino all’uscita dell’autostrada già esistente? Ma ci state prendendo in giro? Attività commerciali a due passi dall’IPER? Nelle altre caserme NATO le scuole e le eventuali attività commerciali o ricreative sono interne e accessibili solo ai militari e alle loro famiglie, non agli esterni, per cui non ci sarà ulteriore traffico rispetto a quello intrinseco della caserma stessa.
Io non sono un tecnico, pazienza, cercherò di diventarlo, quello che sicuramente non sarò mai è uno che va a cercare motivazioni ridicole per scelte sbagliate che ho fatto in passato piuttosto che ammettere i miei errori. Lo svincolo della Pedemontana a Solbiate è INUTILE e pertanto può essere pericolosamente dannoso, basta pensare al danno ambientale che ne deriverà. Perché non chiedere ai responsabili della Pedemontana un sistema antismog oppure una barriera ambientale (di alberi o di altro) contro il rumore ma soprattutto i fumi più efficace di quello in progetto, piuttosto che chiedere uno svicolo INUTILE? E che farà da volano, prima o poi, perché le amministrazioni cambiano, alla lottizzazione selvaggia delle altre aree verdi rimaste. Non pensiate che basti dire che bisogna “salvaguardare l’ultimo bosco rimasto”, soprattutto se si comincia radendone al suolo una gran parte.
Io spero che la nuova amministrazione di Solbiate possa avere qualche carta in mano per impedire che lo svincolo si faccia sul serio, magari è troppo tardi per avere altre opere di compensazione per il territorio (che non siano strade, strade e ancora strade), ma almeno qualche cosa ce la risparmiamo, sia adesso che soprattutto in futuro. Mi piace pensare e sperare che ci sia qualcuno al mondo che ha un altro concetto di sviluppo, che non sia esclusivamente quello di distruggere e colare cemento. Se c’è batta un colpo. Così come spero che battano un colpo i famosi seicento di cui ho parlato prima, fatemi vedere che vi interessa davvero il territorio e non solo quello che succede nel giardinetto di casa vostra.

venerdì 26 giugno 2009

Live Report: Consiglio comunale del 25 giugno 2009

Si è tenuto ieri sera il primo Consiglio comunale della nuova amministrazione guidata da Luigi Melis. Quest’ultimo, nel suo discorso introduttivo, ha espresso la volontà di voler essere il Sindaco di tutti, disponibile all’ascolto e alla ricezione di critiche costruttive da parte dell’opposizione. Ha garantito la massima trasparenza nella gestione amministrativa, impegnandosi nell’informare e coinvolgere i cittadini, soprattutto con il fine dichiarato di evitare personalismi.

Il Sindaco uscente Bianchi, in veste di capogruppo di PdL – Lega, dopo aver augurato buon lavoro alla nuova amminsitrazione, ha sottolineato come questi siano tempi difficili per tutti dal punto di vista economico-finanziario: per questo motivo si augura che l’amministrazione non adotterà giustificazioni infantili del genere “ci hanno lasciato senza soldi”. Il proposito è quelli di essere attenti, critici ed eventualmente propositivi. L’astensione dal voto sul programma amministrativo è stata dettata dalla volontà di entrare nel merito successivamente.

Antonello Colombo è intervenuto al posto di Matteo Corti, capogruppo di Progetto Solbiate non presente. Ha messo in evidenza come la consultazione popolare non abbia concesso a nessuno una netta maggioranza di voti, ha espresso la volontà di collaborare sui punti programmatici comuni, e ha annunciato una spietata opposizione in caso di azioni favorevoli esclusivamente al singolo. Con riferimento alla crisi economica, ha sostenuto che non sarà facile rispettare il patto di stabilità, e per questo motivo si augura che prima di introdurre nuove tasse gli amministratori si decurtino le proprie indennità. Astenuti dal voto perché, a loro parere, il programma non entra nello specifico di alcune questioni fondamentali.

Riguardo il programma amministrativo annunciato ieri sera. Oltre all’ordinaria amminstrazione (privilegiare il campo sociale ed educativo, nel mio modo di intendere la politica, dovrebbe esserlo), che occupa ampia parte del programma, i punti di particolare interesse sono: potenziamento del sostegno economico agli studenti delle scuole superiori e universitari (interessante sarà il metodo), sviluppo di centri estivi (saranno alternativi all’oratorio feriale?), contenimento del consumo di territorio (non mi piace: va bloccato il consumo di territorio), valorizzazione dei centri storici, piano per abitazioni popolari, edifici bio-sostenibili e virtuosi, costruzione del “Parco della vita” e sostegno alle attività produttive sul nostro territorio.

Stefano Catone

giovedì 18 giugno 2009

E' il momento

È il momento.
Quale congresso, quale partito: il Pd, si discute.
Assemblea pubblica e democratica, Lingotto, Torino, 27 giugno 2009


Siamo il Partito Democratico. Siamo un grande e moderno progetto di cambiamento e ricostruzione del centrosinistra italiano, della politica italiana, e dell’Italia. Siamo un partito che nasce e cresce intorno a idee e valori condivisi, e che ha come primo obiettivo l’estensione di questa condivisione. Non modificando queste idee e questi valori, non contaminandoli con compromessi e contraddizioni: ma declinandoli in un progetto collettivo di progresso e di visione del presente e del futuro. E costruendo un consenso su questa visione. Siamo il Partito Democratico, non siamo due partiti che si sono alleati. Non siamo la convivenza di obiettivi e interessi diversi, da far convivere e di cui fare commercio politico. Non vogliamo che questo progetto sia ostaggio di meccanismi e fallimenti i cui risultati hanno portato il centrosinistra italiano ai peggiori risultati degli ultimi vent’anni. Crediamo che contesti nuovi chiedano scelte nuove, crediamo nell’assunzione di responsabilità di chi viene sconfitto, e nell’assunzione di responsabilità di chi vuole superare le sconfitte. Noi vogliamo superarle, vogliamo cambiare l’Italia in meglio, e governarla. Siamo, siete, siamo assieme l’alternativa alla spartizione tra vecchie correnti del più ambizioso progetto politico nella storia dell’Italia repubblicana. Sappiamo di essere in tanti, finora troppo trascurati e impotenti. Non andremo al congresso di questo partito per scegliere se consegnarlo a un leader della Margherita o a un leader dei DS. Ci andremo per darlo al leader del Partito Democratico e alle persone del Partito Democratico.

http://piombinidemocratici.wordpress.com/

martedì 9 giugno 2009

321


Forse sono tanti o forse sono pochi. Di sicuro non sono abbastanza. L’obiettivo minimo non è stato raggiunto e quindi dobbiamo considerarla una sconfitta. Resta da decidere se può essere considerato un risultato almeno incoraggiante oppure nemmeno quello. Il segreto è quello di evitare di ragionare a caldo e lasciare sedimentare la componente emotiva di tutta la questione. A distanza di giorni mi viene da dire che, paradossalmente, preferisco che i solbiatesi non ci abbiano dato fiducia o che non siamo riusciti a convincerne abbastanza, perché sarebbe una situazione più controllabile e forse anche rimediabile, basterebbe lavorare di più e meglio. Sarebbe più preoccupante, dal mio punto di vista, che i solbiatesi non ci abbiano voluto votare indipendentemente da quello che abbiamo detto o che abbiamo fatto, forse perché impauriti dalle novità e limitati dalla mancanza di coraggio. A questo non ci sarebbe rimedio. Chi ha qualche idea la può tirare fuori e ne parliamo, è un fatto però che Solbiate Olona sia un paese vecchio, e invecchiando si tende a diventare conservatori, per non parlare della tendenza politica di questi luoghi e di questi tempi, che di certo non ci avvantaggia.
C’è una possibilità per far capire che il coraggio è un investimento? Ne sono sempre meno convinto ma forse è perché la mia componente emotiva non si è ancora sedimentata abbastanza. Non fraintendetemi, non sto alzando bandiera bianca, anche se potrebbero esserci gli estremi. Ci siamo fermati a una trentina di voti dal nostro obiettivo, che è come correre la maratona e svenire a 50 metri dal traguardo. Disdicevole. Soprattutto perché il traguardo ce lo saremmo meritato e questo è fuori discussione. Sono certo che la nostra assenza in Consiglio comunale sia un danno soprattutto per Solbiate, absit iniuria, perché avremmo portato un punto di vista diverso, avremmo portato l’entusiasmo di gente che non ha interessi da difendere o su cui mettere le mani, avremmo portato i tanti argomenti che abbiamo, che vengono da persone giovani, con prospettive e motivazioni a più lungo termine.
La sfida adesso è trasformare questa sconfitta in una nuova motivazione, partendo dal presupposto che non abbiamo niente da rimproverarci. Certo errori ne avremo fatti di sicuro, e forse non solo noi (chi ha orecchie intenda), ma l’unica cosa certa è questo risultato, il resto sono chiacchiere. Quello che possiamo fare è congratularci di nuovo con i vincitori, che a mio parere hanno portato a termine un’impresa. Questo risultato ci dice una cosa, che chi vuole giocare con la politica non dimostrando nessun rispetto per i nomi e i simboli della politica, e soprattutto per tutti i cittadini che in quei nomi e in quei simboli si riconoscono, è per fortuna destinato a fallire. O perlomeno è quello che è successo a Solbiate Olona, e la cosa ci conforta. Abbiamo sempre avuto delle riserve sul progetto politico della Voce Solbiatese, e questa non è una novità, però hanno vinto e quindi hanno avuto ragione loro. Auguriamo buon lavoro al nuovo sindaco Luigi Melis, alla nuova Giunta e al nuovo Consiglio comunale, ma abbiamo ben presente le loro promesse elettorali e ci aspettiamo che vengano onorate, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente e il territorio, una delle tematiche a noi più care e su cui la Voce ha basato molto della sua campagna elettorale. Per quello che mi riguarda li appoggerò e guarderò con speranza a tutte le loro iniziative volte a salvaguardare il territorio, l’ambiente e quindi la salute pubblica.
Nel frattempo ci leccheremo le ferite. Quello che non uccide fortifica. Facciamo così, ripartiamo da questo 321 e facciamo finta che sia un conto alla rovescia: 3…. 2….. 1….. (ri)partenza!

Ivan Vaghi

La nostra strada

Non ci nascondiamo dietro a un dito: Solbiate Democratica non ha raggiunto il proprio obiettivo di entrare in Consiglio comunale. E' successo per soli 29 voti e a causa di una formula elettorale che premia le liste maggiori, e che, in questo caso, elimina istituzionalmente il 9.8% degli elettori: una percentuale che di sicuro merita rappresentanza, soprattutto se consideriamo che chi ha vinto lo ha fatto con tre volte e mezzo i nostri voti.
Ieri sera, molto tardi, ho letto un post di Ivan Scalfarotto, e mi sento di rivisitarlo. Forse la nostra strategia non era la strategia giusta, ma si trattava dell'unica strada che potevamo seguire per non rinnegare noi stessi. Si tratta anche dell'unica strada che seguiremo per i prossimi cinque anni, perché il vento del riformismo, che oggi soffia scuotendo le foglie, riprenda vigore e sia capace di piegare gli ostacoli più resistenti.
Per concludere mi complimento a nome del Partito Democratico con Luigi Melis e La Voce Solbiatese, capaci di infliggere una cocente sconfitta all'amministrazione uscente, supportata (non a sufficienza) dai voti di PdL e Lega. Come direbbe Sandro Ciotti: "Clamoroso al Cibali!".

S.C.

lunedì 8 giugno 2009

Risultati elettorali

Luigi Melis è il nuovo Sindaco di Solbiate Olona. La vittoria è stata ottenuta con 1142 voti, il 34,8% del totale.
A ruota "Per Solbiate - PdL e Lega" che con 1120 voti, il 34,1%, ottiene 3 consiglieri.
Terzo posto per "Progetto Solbiate" che, con 699 voti, il 21,3% del totale, ottiene 2consiglieri
Infine "Solbiate Democratica", con 321 voti, il 9,8% del totale, non otterrà posti in Consiglio Comunale.

giovedì 4 giugno 2009

Ringraziamenti



di Ivan Vaghi - Candidato Sindaco per Solbiate Democratica

“Domani voteremo”. E’ la frase apparsa più spesso sui cartelloni dei cittadini spagnoli che manifestavano contro Aznar e il suo governo all’indomani dell’attentato dell’11 marzo 2004 a Madrid. Era la reazione all’ennesima bugia di un governo che aveva cercato di depistare l’attenzione sulle indagini ma che era stato smascherato, malauguratamente per lui, a pochi giorni dalle elezioni. Come sapete Aznar perse e vinse Zapatero, che ha inaugurato una stagione di progresso e speranza per il popolo spagnolo. Domani voteremo, è quello che diciamo anche noi, anche noi abbiamo smascherato un cumulo di bugie e di prospettive inquietanti per la cittadinanza solbiatese, che si ritroverà di fronte ad una nuova stagione di cementificazione selvaggia, un impianto di compostaggio dove prima c’era un bosco, e un cumulo di favori fatti ai soliti noti (sì sempre quelli), che continuano e continueranno a spadroneggiare su Solbiate Olona guadagnando sulla rivalutazione dei propri terreni grazie agli interventi dell’amministrazione. Li abbiamo smascherati ma probabilmente continueranno a comandare, che poi è quello che purtroppo succede sempre in Italia, paese ancora, forse, troppo lontano dall’essere considerato pienamente civile. Abbiamo due possibilità, o trasferirci in Spagna, e non sarebbe male, oppure continuare ostinatamente a crederci. Troppo facile citare De Andrè, ma la direzione ostinata e contraria è probabilmente l’unica arma che ci rimane per affermare la nostra volontà di continuare ad esistere ed il nostro diritto a difendere i cittadini contro tutti quelli che li usano per i loro scopi e per il loro tornaconto personale. Ingenui? Perdenti? Forse, per il momento. Ma ancora vivi di sicuro e ancora ostinatamente dalla parte della ragione. Perché la ragione è del popolo, e il popolo lo ami anche se continua ad essere distratto e disilluso. Per quelli come me che non si trasferiranno in Spagna ma che continueranno a crederci si prospettano anni complicati e impegnativi, perché bisogna convincere i cittadini a non essere più distratti e disillusi. Bisogna partecipare alle riunioni delle associazioni di volontariato, di quelle sportive e di quelle culturali, bisogna andare nelle aziende ancora attive sul territorio e parlare con i lavoratori e con gli imprenditori, bisogna ascoltare gli insegnati e gli studenti, i giovani e gli anziani, per sapere quali sono i problemi, le esigenze e i desideri. Bisogna insomma trovare un sistema di comunicazione diretta con i cittadini e far capire loro che c’è ancora qualcuno interessato a lavorare per il bene di tutti e non solo di qualcuno, e che cercherà di portare avanti le legittime aspirazioni di noi cittadini. Non so ancora quale risultato si potrà ottenere, ma se la resistenza è l’unica prospettiva allora resistere diventa un dovere.
Nel frattempo c’è una cosa che devo fare, e cioè ringraziare tutte le persone che hanno condiviso con me quest’avventura, nata sotto una stella diversa, più timida ma per certi versi più luminosa. E’ la luminosità di chi fa solo le cose che ritiene giuste e che dice solo le cose in cui crede profondamente. Abbiamo le mani pulite e l’anima sgombra, abbiamo menti pensanti e cuori pulsanti, abbiamo dimostrato di esserci e di crederci, e questa, comunque vada a finire, è una vittoria. Spero solo di essere riuscito a meritarmi l’appoggio che Solbiate Democratica ha voluto concedermi e di avere contribuito, per quanto possibile, a farne capire le potenzialità, che sono enormi. C’è un futuro là fuori che deve essere difeso. Noi continueremo a farlo e sono sicuro che non saremo da soli.

lunedì 1 giugno 2009

Biciclettata Democratica

Giovedì 4 giugno ritrovo al Circolo Vittorio Veneto alle 18.30, per un veloce aperitivo e per la partenza della Biciclettata Democratica: Solbiate Democratica compatta tirerà la volata al capitano Ivan!