mercoledì 28 ottobre 2009

La Scelta Democratica - Il primo numero

Qui sotto è disponibile il primo numero de "La Scelta Democratica".
Ve ne consiglio la lettura, troverete le motivazioni della nostra Scelta, appunto, e le nostre idee, su Solbiate e sull'Italia.
Potete scegliere di consultarlo on-line o di scaricarlo (cliccando su "Download") ed eventualmente stamparlo:

La Scelta Democratica_01

martedì 27 ottobre 2009

Io, ci voglio credere

I dati li abbiamo visti, e non possiamo che essere stupefatti da Solbiate Olona.
Contro una media provinciale del 17,1%, a Solbiate Ignazio Marino ha raggiunto il 34,6%, e contro una media provinciale del 53,7%, Pierluigi Bersani, a Solbiate, si è fermato al 36,2%. Franceschini invece ha ottenuto lo stesso identico risultato, 29,2%.
Nella sostanza (passatemi la semplificazione) a Solbiate Marino ha intercettato il 33% dei consensi di Bersani (che sarebbe il 17,5% che manca per raggiungere la media provinciale).
Addirittura siamo l'unico paese della Provincia dove Bersani è sceso (nel nostro caso addirittura drasticamente) sotto alla soglia del 40%.
Considerando sempre la Provincia, in termini percentuali siamo il paese che ha registrato il maggior consenso per Marino, se escludiamo Cugliate Fabiasco, dove hanno votato solo in 32. La soglia del 30% è stata sfondata, da Marino, solamente a Gorla Minore (32,3%) dove praticamente tutta l'Amminstrazione comunale era pro-Marino e a Cittiglio, di un soffio (30,5%).
A Solbiate è stata sfondata alla grande (34,5%) e senza l'appoggio di nessun potere forte.

Perchè?

Dico la mia, sono qui per questo.

Il circolo del PD di Solbiate è nato assieme al PD stesso, e perciò è slegato dalle vecchie identità (e senza un euro in tasca, aggiungo). Siamo nati democratici, soprattutto per il fatto che molti di noi non avevano alcuna esperienza di politica attiva alle spalle. Siamo nati democratici e abbiamo dimostrato di esserlo sin da subito, attivamente sul territorio: il nostro blog è il primo di tutta Solbiate a fare politica (sia cronologicamente che quanti/quali-tativamente, secondo me) e ha costretto le altre entità politiche ad inseguire (e inseguono ancora). Punto uno: internet.

Al seggio ho potuto rilevare che tutto sommato l'affluenza di giovani è stata buona, se la si paragona con certi dati disastrosi che circolano sulla rete: tante persone non avevano votato né alle primarie del 2005 (per l'Unione) né a quelle del 2007 (per il PD): non a caso abbiamo battuto il record di affluenza (130 voti, contro i 111 del 2007). Punto due: la meglio gioventù, anche se comunque, su questo versante, dobbiamo migliorare. Non solo noi di Solbiate, ma tutto il PD.

Non credo che la mia presenza in lista sia stata determinante: anche un altro Solbiatese era candidato per Franceschini, ma non c'è stato un guadagno in termini di voti, e a Cairate la mia amica Federica era capolista, ma Marino si è fermato al 16,6%. Le cause di questo risultato vanno quindi ricercate all'interno del Circolo, nel suo complesso: nel congresso di Circolo Marino ha vinto con 7 voti, contro i 4 di Franceschini e i 2 di Bersani. Punto tre: una squadra di contemporanei.

Tutto ciò mi fa ben sperare perché 1. dimostra che il Circolo è riuscito ad aprirsi verso l'esterno, quando all'inizio della nostra avventura non ci conosceva addirittura all'interno e 2. a Solbiate c'è spazio per una sinistra che sia contemporanea, come già dissi in un'altra occasione.

Che sia Solbiate il laboratorio del PD? Io, ci voglio credere.

Stefano Catone

lunedì 26 ottobre 2009

Risultati definitivi in Provincia di Varese

Vi consiglio di dare uno sguardo al dato di Solbiate, a dir poco particolare. Lo trovate evidenziato in verde:

Risultati_primarie_2009

Risultati in Provincia di Varese

Voti validi:

-sud:7939

-nord:15301

Risultati nazionali sud:

-Bersani: 4257=53.62%

-Franceschini: 2294=28.90%

-Marino: 1388=17.48%

Risultati nazionali nord:

-Bersani: 8219=53.7%

-Franceschini: 4493=29.4%

-Marino: 2589=16.9%

Risultati regionali sud

-Martina: 4292=54.44%

-Fiano: 2119=26.88%

-Angiolini: 1473=18.68%

Risultati regionali nord:

-Martina: 8314=54.7%

-Fiano: 4241=27.9%

-Angiolini: 2651=17.4%

Vi ricordo che qui sotto sono disponibili i risultati di Solbiate Olona.

domenica 25 ottobre 2009

Risultati delle Primarie a Solbiate Olona

Abbiamo fatto il pieno.
Ha fatto il pieno la democrazia: con 130 votanti abbiamo battuto il record del 2007, pari a 111.
Hanno fatto il pieno le tre mozioni. I risultati:

Nazionale:
Bersani 47 (36,15%)
Marino 45 (34,62%)
Franceschini 38 (29,23%)

Regionale:
Martina 49 (37,69%)
Angiolini 44 (33,85%)
Fiano 37 (28,46%)

Hanno poi fatto il pieno le nostre pance (grazie alle castagne degli amici di Cairate), ma sopratutto abbiamo fatto il pieno tutti noi, di entusiasmo, di voglia di continuare, di voglia di cambiamento. Il PD riparte, da oggi.

Un risultato straordinario, grazie a tutti.

Stefano Catone

giovedì 22 ottobre 2009

Le primarie del PD a Solbiate Olona

Domenica 25 ottobre, dalle 7.00 alle 20.00, ci saranno le elezioni primarie del Partito Democratico, per la determinazione del Segretario nazionale.
I Solbiatesi troveranno il seggio dove votare presso la pesa pubblica (incrocio tra via dei Patrioti e via IV Novembre) e, in caso di pioggia, sotto i portici di via Sant'Antonino.

Nel pomeriggio vi invitiamo inoltre a fare merenda insieme a tutti i democratici di Solbiate!

In questa occasione sarà distribuita la prima copia de "La Solbiate dei Democratici".

Le primarie sono una grande occasione e il migliore strumento di partecipazione che viene offerto ai cittadini. Diamo un segnale, dimostriamo che esiste anche un'Italia che non ci sta a farsi governare da questa destra becera, populista e antidemocratica: facciamo sentire la nostra voce!

Note:
1. Per votare è necessaria la tessera elettorale oltre al documento di identità
2. Possono votare anche i ragazzi che abbiano compiuto 16 anni (presentando solo un documento di identità)
3. Non è assolutamente necessario avere la tessera del Partito Democratico

Per qualsiasi informazione:
mail: pdsolbiateolona@gmail.com
tel. PD Solbiate: 3480900429

lunedì 19 ottobre 2009

Avviso

Mercoledì 21 ottobre, ore 21.00, ritrovo presso la sede del PD di Fagnano Olona in via Roma 65 per discutere di:

1. organizzazione delle primarie

2. prossime iniziative

3. varie ed eventuali

Sono invitati a partecipare tutti coloro che fossero interessati. Non trattandosi di una formale "riunione di circolo" sono invitati anche i simpatizzanti.

sabato 17 ottobre 2009

Un comitato per l'ambiente e il territorio


Di questi tempi non c'è da stupirsi se per puro caso si viene a conoscenza che a breve, a poca distanza dalla propria casa, passerà una superstrada.

È proprio ciò che è successo ad alcuni abitanti della località “Fornaci” di Fagnano Olona. Gli ignari cittadini, allarmati dalla notizia giunta per vie traverse, hanno deciso di renderla pubblica organizzando un'assemblea che si è tenuta mercoledì 14 ottobre presso la biblioteca comunale di Fagnano. Il signor Fabrizio Poncato, portavoce degli organizzatori della serata, ha spiegato di essere venuto a conoscenza del fatto che i comuni di Fagnano, Cairate, Cassano Magnago e Castelseprio avrebbero già firmato un accordo con la Provincia che prevede la realizzazione di una “tangenziale” che partirebbe dal futuro svincolo di Busto Arsizio di Pedemontana (situato, però, sul territorio di Solbiate Olona) fino allo svincolo di Malnate che porta in Svizzera. Si ipotizza che la realizzazione di questa “bretella” servirebbe ad alcuni comuni come sbocco per il traffico, in particolare quello pesante in previsione dell'autostrada Pedemontana. Poncato ha spiegato che, oltre alla distruzione dell'ultimo corridoio di verde rimasto, esiste il rischio di compromettere, solo sul territorio di Fagnano, alcune realtà private e lavorative, come un maneggio, una serra e un'azienda agricola.

Insomma, siamo di fronte a un nuovo caso di consumo del territorio.

“Non c'è tempo da perdere, occorre agire subito!” è stata la volontà espressa dagli interventi durante l'assemblea. Si è dunque deciso di costituire un comitato per la salvaguardia del territorio, ma ciò che ha reso veramente straordinaria la serata è stata l'intenzione del neonato comitato di impegnarsi da subito per la difesa non solo del territorio delle Fornaci, ma di tutto il Parco del Medio Olona. Il comitato ha scelto il signor Fabrizio Poncato quale presidente, e tra i suoi consiglieri è stato nominato anche un solbiatese, Paolo Sotgiu.

Sotgiu, durante il dibattito, ha dichiarato di essere sempre stato contrario al nuovo svincolo di Pedemontana, non comprendendone l'effettiva utilità, dato che a poche centinaia di metri di distanza c'è già l'attuale svincolo di Busto Arsizio e sorgerà il nuovo allacciamento/svincolo per Pedemontana. Lo svincolo provocherà inoltre la distruzione di una delle ultime aree verdi di Solbiate.

Grazie a questa assemblea il mistero è stato svelato: lo svincolo di Pedemontana sul territorio solbiatese sarà utile esclusivamente per dare origine alla tangenziale di cui abbiamo parlato.

Giuseppe Catone

venerdì 16 ottobre 2009

Binetteide

In questi giorni, e non solo, la maggior parte dei militanti del nostro partito si sta chiedendo cosa ci faccia Paola Binetti nel PD, e la domanda è legittima sulla base di considerazioni prese a freddo, fuori dal contesto emotivo di certe sue prese di posizione.

La prima considerazione è che Paola Binetti non si riconosce in alcuni importanti fondamenti costitutivi questo partito, perché la sua “missione” politica, che è la difesa della vita in tutte le sue manifestazioni secondo i rigidi criteri della Chiesa cattolica, contrasta con la missione di laicità e neutralità dello stato nelle questioni di etica che sono proprie del PD. Aggiungiamo anche che essendo Paola Binetti una fondamentalista religiosa per sua stessa ammissione, e che quindi ambisce alla conversione globale del pianeta alla religione cattolica, entra in contrasto con i concetti di tolleranza e rispetto delle altre religioni, che sono patrimonio del nostro partito, oltre che leggi costituzionali. Aggiungiamo inoltre che le sue posizioni in materia di omosessualità sono a dir poco sconcertanti. Cito (grazie Stefano): “Fino agli anni Ottanta nei principali testi scientifici mondiali l’omosessualità era classificata come patologia, poi la lobby degli omosessuali è riuscita a farla cancellare. Ma le evidenze cliniche dimostrano il contrario”. In realtà le evidenze cliniche dimostrano il contrario di quello che dice la Binetti (secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, se qualcuno è scettico). Cito ancora: “Queste tendenze omosessuali fortemente radicate presuppongono la presenza di un istinto che può risultare incontrollabile. Ecco: da qui scaturisce il rischio pedofilia”, aggiungo anche che secondo la Binetti gli omosessuali sono esseri geneticamente inferiori (leggi razzismo). Sinceramente mi fa schifo anche commentare e comunque sono posizioni che non rappresentano in alcun modo il sentire comune dei militanti e degli elettori di questo partito. La seconda considerazione è che lei non rappresenta quella componente cristiano democratica, anch’essa fondante il PD, che si pone su questi temi su posizioni spesso radicalmente diverse dalle sue. Di fatto all’interno del partito Paola Binetti rappresenta solo se stessa e, se vogliamo dirla tutta, è una semplice parlamentare, non un esponente di “prima fascia”, ma nemmeno di seconda o di terza. Detto questo, come è possibile che ogni sua esternazione abbia un’eco così profonda sui media? Nessun parlamentare di quel livello, di nessun partito, ne ha altrettanta. Terza considerazione, da dove deriva questa sua infaticabile volontà a provocare problemi nel suo stesso partito? Perché lei lo sa bene che la sua presenza è un problema. Quarta considerazione, voi ci stareste in un gruppo i cui componenti (praticamente tutti) vi considerano come il fumo negli occhi? E’ troppo perché non ci sia il sospetto di qualcosa di strano, soprattutto in relazione all’ultima considerazione, che riguarda l’appartenenza di Paola Binetti all’Opus dei, organizzazione integralista parecchio chiacchierata per la sua predisposizione a corteggiare le elite economiche e politiche con lo scopo di inserire i suoi componenti nelle strutture vitali del paese, e poterne così gestire le sorti. All’Opus dei non è mai interessato il “colore” politico, il loro rapporto con la politica è quello di usarla per i loro scopi.

Io un’idea me la sono fatta, ma devo sconfinare nella letteratura. Faccio finta che la Binetti sia un eroe epico (da qui il riferimento del titolo) così ne racconto le gesta e posso sempre dire che la mia è solo fiction (sapete com’è, soldi per gli avvocati non ne ho).

C’era una volta una numeraria dell’Opus dei che viene incaricata dai suoi superiori di un compito molto delicato, quello di entrare in politica, come hanno fatto altri numerari, per fare da punto di riferimento politico dell’ordine. C’era la possibilità di entrare nella Margherita perché gli altri partiti erano già coperti, le viene garantito un posto da parlamentare grazie ai buoni uffici della Chiesa e lei accetta. A un certo punto nasce il PD e l’ordine decide di cambiare strategia, perché il potenziale di questo partito è notevole, e se dovesse vincere le elezioni per l’Opus dei sarebbero stati tempi duri. La nostra eroina viene quindi chiamata a rapporto e le viene detto: “Devi confluire nel PD insieme al resto della Margherita, una volta dentro devi cominciare a boicottarli prendendo posizioni antitetiche a quelle del partito su questioni che hanno grande rilevanza nazionale. Ci è stato garantito da chi sai tu che i giornali e le televisioni daranno grandissima enfasi alle tue esternazioni, in modo da far credere alla gente che il partito sia spaccato quando invece non lo è per niente. Loro non ti potranno buttare fuori perché farebbero la figura degli intolleranti e non se lo possono permettere, quindi li teniamo per le palle. Rimanendo dentro il partito creerai inoltre una frattura tra i vertici e la base del PD, causando malcontento, crisi di identità e perdita quotidiana di voti”. “Contate su di me”, rispose lei “mi insulteranno e mi perseguiteranno, ma sono votata al sacrificio”. Lasciò la riunione e, da buona numeraria, andò a scudisciarsi per tutta la notte.

Solo letteratura? Non ne sarei così sicuro.

mercoledì 14 ottobre 2009

Live Report Consiglio comunale 13 ottobre 2009

Il consiglio comunale del 13 ottobre ha avuto come argomento principale le decisioni prese dall’amministrazione in merito alla legge 13, quella che consente interventi di ampliamento edilizio in deroga al piano regolatore. La legge concede però ai comuni la facoltà di includere od escludere determinate aree in base a particolari esigenze territoriali. L’amministrazione di Solbiate ha pertanto deciso di escludere la zona del centro storico, alcune vie definite già oberate di costruzioni e altre zone sottoposte a vincoli ambientali. Sono state invece inserite aree destinate al settore produttivo e artigianale per dare la possibilità alle aziende che lo desiderano di ristrutturare secondo le normative della legge (che prevede edilizia sostenibile) e sfruttando gli sgravi sugli oneri di urbanizzazione. Dai banchi dell’opposizione è arrivata una censura nei confronti della legge, che limita le prerogative locali di controllo del territorio e fa il solito favore ai soliti costruttori, ma sono arrivate anche le perplessità relative alle scelte di inclusione ed esclusione, dal momento che nelle zone escluse ci sono le strutture più fatiscenti (per quanto riguarda il produttivo) e le zone residenziali che magari meriterebbero un “aggiornamento” urbanistico, vedi zona via Varese. Nel primo caso si è ribadito che si sta parlando di zone sotto vincolo ambientale (restrizione che però non vale per la Pedemontana…), mentre nel secondo si è ritenuto che quella zona è già conciata male così e non è opportuno consentire ulteriori interventi. L’opposizione ha votato contro. Data però l’importanza della legge e delle sue possibili conseguenze non sarebbe stato disdicevole organizzare un incontro pubblico per illustrare la legge stessa e raccogliere i pareri della popolazione direttamente interessata. Ma a Solbiate non c’è proprio la tradizione per queste cose.
Il secondo punto all’ordine del giorno riguardava la modifica dello statuto della Solbiate Olona Servizi per portare da tre a uno il revisore dei conti (e diminuire così le spese). Approvato all’unanimità.Ci sono state poi due interrogazioni presentate da Progetto Solbiate. La prima riguardava la sparizione del cannone situato davanti al parco in piazza del municipio, voluta dalla precedente amministrazione che l’ha motivata con esigenze di sicurezza per i bambini e prospettando un suo spostamento nel parco della memoria. Si chiedeva Progetto Solbiate se ci sono stati dei costi per la rimozione, se ci sono state segnalazioni di effettiva pericolosità del cannone e soprattutto che fine aveva fatto il cannone stesso. Il sindaco ha risposto che non ci sono stati oneri per il comune per quanto riguarda la rimozione del cannone ma ce ne sono stati per la rimozione della base (6000 Euro), che non risultavano segnalazioni di pericolosità e che il cannone è stato demolito dalla ditta incaricata della rimozione. Il sindaco ha anche stigmatizzato le modalità con cui la precedente amministrazione ha gestito la cosa (si è trattato evidentemente, lo aggiungiamo noi, di un dispetto fatto al sindaco precedente, ora consigliere, Antonello Colombo, come se gli arredi urbani debbano servire per stupide vendette private), ma ha sottolineato che l’assenza del cannone non disturberà le notti di nessuno, vista che quella non era la posizione adatta per un “oggetto” del genere (che non era un cimelio storico in quanto mai utilizzato sul campo, ma si trattava di un fondo di magazzino di materiale militare dismesso). Non ci sentiamo di dargli torto. La seconda interrogazione riguardava la possibilità di rateizzare gli oneri di urbanizzazione a carico di quelle famiglie che si sono trovate in difficoltà, a causa della crisi economica, ad onorare questo tipo di spesa. La risposta è stata che gli oneri sono già rateizzati e che eventuali situazioni di difficoltà saranno valutate e gestite direttamente dai servizi sociali. E anche in questo caso difficile dare torto all’amministrazione.

domenica 11 ottobre 2009

Chiare fresche e dolci acque


“Chiare fresche e dolci acque” è il titolo del convegno organizzato da Legambiente svoltosi giovedì 8 ottobre presso la sala verde di Villa Durini di Gorla Minore. Oltre agli organizzatori, sono intervenuti il Sindaco Migliarino Giuseppe, gli amministratori locali, tecnici ed esperti della Regione Lombardia.

Il “Contratto di fume”, così chiamato, è l'impegno che i Comuni facenti parte della Valle dovranno osservare lavorando per il miglioramento della qualità delle acque del fiume Olona e del territorio circostante. Impegno, questo, a cui sono imposte delle scadenze con date fissate dalla Regione Lombardia, come quella del 2027. Ma i più ottimisti sono convinti che, in occasione dell'EXPO di Milano, già dal 2015 dovrebbero esserci i primi risultati importanti per vedere gradualmente un Olona più pulito.

I relatori hanno spiegato che, secondo i dati del 2004, le maggiori cause di inquinamento risultano ancora gli scarichi civili che rappresentano il 67% del totale. Per quanto riguarda le attività industriale ci sono fabbriche che rispettano l'Olona, altre invece che dovrebbero fare molto di più.

Oltre il depuratore di Cairate e di Olgiate Olona, presto entrerà in funzione (entro dicembre 2009) anche quello di Gornate Olona con il successivo e graduale allacciamento alla rete di diversi comuni della zona nord della Valle, ancora non collegati.

Durante il convegno si è parlato anche di interessanti soluzioni di supporto alla depurazione delle acque, come la cosiddetta fitodepurazione, che non è altro che un sistema completamente naturale già sperimentato e adottato in alcune regioni d'Italia e d'Europa. Le piante utilizzate da questa nuova tecnica sono le stesse che in passato crescevano nelle vicinanze di terre paludose che oltre a depurare l'acqua creano l'habitat naturale ideale per la protezione e la riproduzione della fauna acquatica: a questo progetto sembra già interessato il Comune di Gorla Maggiore.

Insomma, le premesse lasciano ben sperare, anche se gli ostacoli da superare restano ancora tanti. Ai problemi individuati in passato, purtroppo, se ne aggiunge un altro, più recente, che è legato direttamente al massiccio consumo del territorio.

La cementificazione delle aree boschive dovuta alla nascita di centri commerciali, multisale, capannoni industriali, nuove strade e autostrade, hanno reso vasto zone del suolo impermeabili alle precipitazioni atmosferiche. Le grosse quantità d'acqua non assorbite dal terreno, quindi, vengono convogliate direttamente nel sistema fognario, trascinando con loro anche gli agenti inquinanti che trovano sul loro percorso. In questi frangenti anche gli impianti di depurazione rendono meno, in quanto riescono a trattare solo una parte delle masse d'acqua ricevute dal sistema fognario, mentre quella eccedente non viene depurata.

C'è da lavorare su due fronti: da una parte occorre risanare, e dall'altra salvaguardare. È necessaria dunque sempre maggiore collaborazione, mettendo in atto politiche serie ed incisive. Occorre più dialogo tra Comuni, Provincia e Regione per evitare gli odiosi “scarichi” di responsabilità; ma è necessario, soprattutto, diffondere la cultura del rispetto dell'ambiente, cominciando sin dai banchi di scuola.

Giuseppe Catone

mercoledì 7 ottobre 2009

Il destino del panda


di Ivan Vaghi

I panda sono destinati all’estinzione. Come Solbiate Olona. Il problema dei panda è che a un certo punto della loro evoluzione hanno fatto una scelta strategica sbagliata, hanno cioè deciso di limitare la loro alimentazione ai soli germogli di bambù, e quando una specie animale commette l’errore di iperspecializzare un suo abituale comportamento l’estinzione è inevitabile, perché basta una piccola variazione dell’ambiente e la specie in questione non è più in grado di adattarsi. Certo, la caccia, la distruzione dell’habitat ecc., sono stati elementi acceleranti il processo, ma l’errore fondamentale, per questa volta, non è stato commesso dall’uomo. La situazione di Solbiate Olona è sostanzialmente simile, perché a un certo punto della sua evoluzione sociale ha deciso di non diversificare le sue proposte comportamentali, rimanendo di fatto legata al modello di relazioni sociali tipico degli anni ’50 dello scorso secolo. Pochi punti di riferimento e sempre i soliti: parrocchia, oratorio, circolo, feste di paese con ballo liscio e salamella, qualche società sportiva, le associazioni d’arma e di ex combattenti (età media imbarazzante), la Pro loco e qualche associazione di volontariato con un impatto sociale, per via di una organizzazione limitata e poco aperta, tutta da dimostrare. Perché sia chiaro, sono e sarò sempre grato a tutti coloro che si impegnano a titolo volontario per qualsiasi cosa, il problema è il contesto, cioè un modello sociale che da altre parti è stato superato da tempo. Non si vuole dare giudizi di merito, le evoluzioni sociali non si possono fermare e sono indipendenti dai contenuti di valori che si portano dietro, succedono e basta, e bisogna essere bravi a tenerne conto nella giusta prospettiva.

Ma perché il nostro tipo di contesto sociale è un problema? Non lo è di per sé, se non per il fatto che il modello sociale degli anni ’50 è per definizione chiuso, o lo si accetta (perché piace) o si viene respinti. Non possiamo far finta di non vedere che a Solbiate Olona non c’è mai stata vera integrazione nei confronti dei nuovi residenti, se non a titolo individuale, perché chi non si riconosce in questo modello socio-culturale non trova altre alternative. Quando anche da noi finiranno gli anni ’50 (e prima o poi capiterà) i solbiatesi perderanno il loro unico modello sociale di riferimento e, non avendone sviluppati altri, non ne avranno nessuno. Come i panda quando finiranno i germogli di bambù. La nostra estinzione non sarà fisica ma di identità, saremo solo un anonimo quartiere del grande centro abitato della Valle Olona, senza piazza (luogo simbolico di aggregazione sociale), senza tradizione, con molti centri commerciali nelle vicinanze, dove la gente va a dormire o a fare la spesa. Certo sarà un destino comune a molti altri piccoli centri, tutti quelli che hanno deciso di rifiutare il confronto con le evoluzioni sociali in atto nel resto del mondo.

Attualmente, ma non dobbiamo permettere che questa cosa ci impedisca di guardare in prospettiva, questo modello di relazioni sociali sta vivendo un periodo molto prospero, grazie in gran parte alle doti organizzative e di entusiasmo di don Emilio, che ha avuto l’intuizione di trasformare l’oratorio in un centro familiare e quindi di aggregazione globale. Questo nuovo corso ha avuto ripercussioni sicuramente positive, ma ha anche contribuito a limitare, forse del tutto, le possibilità di sviluppo di un modello sociale e culturale alternativo. Non certo per colpa di don Emilio, che sta facendo benissimo il suo dovere nel rispetto della sua vocazione e del suo mandato, ma per colpa di una società civile solbiatese, comprese soprattutto le amministrazioni, che è stata passiva e poco lungimirante. Di fatto all’oratorio è stato delegato il mandato di centro di sviluppo sociale e culturale del paese: l’unico vero teatro del paese si trova all’oratorio, le uniche aule disponibili per incontri di varia natura sono all’oratorio (ci faccio anche le assemblee di condominio, tanto per dire), gli unici spazi fisici utilizzabili dai ragazzi sono all’oratorio, la maggior parte delle persone che si impegnano, e qui ci torneremo, gravitano intorno all’oratorio, le associazioni di volontariato sono per lo più espressione dell’oratorio o sue emanazioni, ogni evento di qualsiasi natura si deve confrontare con le attività dell’oratorio, le amministrazioni comunali, soprattutto negli ultimi anni, hanno speso centinaia di migliaia di euro per interventi di cui hanno direttamente beneficiato la parrocchia e l’oratorio. Di fatto a Solbiate Olona non esiste una società civile laica, e quindi non esiste alternativa alla società civile di impronta religiosa. Il germoglio di bambù. Certo se le cose funzionano va bene, ma basta davvero poco perché possano non funzionare più altrettanto bene. Pensiamo solo a cosa succederà quando don Emilio verrà trasferito, perché anche questa cosa succederà presto o tardi. Il rischio che il suo sostituto non abbia altrettante capacità di aggregazione è alto, e quindi è anche alto il rischio di dispersione dell’esperienza aggregante di cui l’oratorio oggi è artefice. E se “cede” l’oratorio comincerà anche a cedere il modello socio-culturale di Solbiate.

Purtroppo le possibilità di costruire un’alternativa laica oggi sono molto basse, sia perché è quasi impossibile convincere le persone di un qualche pericolo quando si è in piena età dell’oro, sia perché l’oratorio stesso è diventato un limite oggettivo, e parlo di risorse umane, per alternative di qualsiasi genere. Mi spiego meglio, in un paese come Solbiate Olona di seimila abitanti scarsi, quante potranno essere le persone che si prendono un impegno continuativo su base volontaria? Duecento è già un bel numero. L’oratorio e la parrocchia da soli, tra catechisti di vario tipo, animatori di varia natura, consiglio pastorale, consiglio economico, coro, gestori del bar, delle strutture e delle iniziative, volontari di vario ordine e grado (compresa la Caritas), ne raccoglie circa un centinaio (se non di più). Gli altri cento sono assorbiti dal gruppo amministrativo, dalle associazioni d’arma e simili, dalla Pro loco, dalla protezione civile, dalle associazioni sportive e di volontariato, insomma dalle istituzioni classiche e irrinunciabili di un qualsiasi centro abitato. Questo vuol dire che qualsiasi tipo di nuova iniziativa culturale laica (perché è sulla cultura che si costruisce l’identità), indipendentemente dalla bontà della proposta e dall’entusiasmo dei proponenti, non ha la possibilità di imporsi nel modo adeguato, perché da una parte c’è l’atteggiamento sospettoso tipico della società anni ’50 nei confronti di chi si propone alternativamente alla parrocchia e all’oratorio, dall’altra c’è proprio la mancanza fisica delle persone che sarebbero disposte a lavorare su queste iniziative, perché il serbatoio da cui si potrebbe potenzialmente attingere è già stato esaurito dalle iniziative dell’oratorio. Il problema viene accentuato dalla situazione economica precaria di questi tempi, che rende difficile anche il reperimento dei fondi necessari. Vuol dire che non ci sono speranze? Ci sarebbero ad una condizione, che si “esca” da Solbiate, che si trovino collaborazioni sovra comunali, provinciali e regionali, ma, viste le esperienze, questo tipo di iniziative gode da noi di ben scarso credito (vedi partecipazione nulla dei solbiatesi ad eventi di carattere culturale organizzati, anche a Solbiate, ma da organizzazioni esterne), mentre invece sono molto apprezzate e seguite nei paesi vicini. Anche questo è un retaggio della chiusura sociale degli anni ’50, quando il campanile del paese vicino era il simbolo del “nemico”. Come i panda quindi siamo destinati all’estinzione, che vorrebbe dire dover rinunciare presto o tardi ad una identità che forse non si è mai veramente sviluppata.

In effetti però c’è in giro qualcuno che cerca di capire come fare per opporsi ad un destino che sembra inevitabile. Ingenui sognatori che da tempo cercano adepti per vari tipi di battaglie perse, novelle cassandre che cercano di mettere in guardia da pericoli talmente evidenti che nessuno riesce a distinguere, come oggetti troppo vicini per riuscire a metterli a fuoco. Siamo noi quelli, panda anche noi certo, ma combattenti, artigli affilati e nessuna voglia di rassegnarsi all’estinzione. Se c’è qualcuno che vuole combattere con noi questa altra battaglia persa, cioè cominciare a costruire una identità solbiatese alternativa, si faccia avanti.

sabato 3 ottobre 2009

Festival della Valle Olona


Si è svolto presso l´oratorio di Solbiate Olona il convegno introduttivo alla seconda edizione del Festival della Valle Olona, che comincerà proprio a Solbiate con una mostra dedicata all´archeologia industriale nella chiesa del Sacro Cuore. Il Festival avrà come tema l´acqua, più in generale l´ambiente, attraverso le modalità di racconto tipico delle arti. Ci saranno infatti, nell´arco di un mese, diverse manifestazioni in alcuni centri della Valle Olona, con spettacoli teatrali e musicali, mostre, spettacoli di danza e di arti figurative. Le relazioni del convegno hanno trattato la situazione idrogeologica e lo stato di salute della Valle, ma anche il rapporto tra acqua e letteratura e acqua e arti in genere, che sarà il filo conduttore del Festival. Da segnalare la bellissima storia dei mulini dell´Olona (compreso quello di Solbiate) raccontataci dalla storica dell´arte Giovanna Rosso dal Brenna.

Desolante l´assenza dell´amministrazione comunale, a parte il saluto dell´assessore Sansalone andato via subito dopo, mentre invece il sindaco e l´assessore all´ecologia e al territorio avevano evidentemente altro da fare. Deprimente invece l´assenza di Solbiate Olona: nessun cittadino, nessun membro di associazioni ricreative o politiche (a parte l´infaticabile Matteo Contin) che da questo tipo di manifestazioni potrebbero imparare molto.

giovedì 1 ottobre 2009

L’eternit, a Solbiate, non è sui tetti, ma sotto i nostri piedi


La notizia è di quelle che scotta, scotta i diretti interessati e scotta la popolazione solbiatese.
Ieri, 30 settembre, il Sindaco di Solbiate Olona, l'Arpa e i Carabinieri erano presenti nel momento in cui è stata tolta la copertura alla buca, scavata nel terreno, dentro la quale era stoccata una rilevante quantità di eternit (si parla di 100 mq circa). Come ben saprete l'eternit rilascia fibre altamente cancerogene, che provocano uno dei tumori più terribili che esistano e cioè quello alla pleura.
Degli articoli che ho letto (Varesenews, Provincia, Prealpina) solamente quello di Valeria Arini (Provincia) dice l'indicibile. Il terreno dove è stato ritrovata la sostanza è quello della Fonderia Bianchi, in via Battisti, e sembra che l'eternit in passato ne costituisse il tetto. Arini dice anche, chiaro e tondo, fonderia “nota per essere di proprietà dell'ex Sindaco, quattro mandati fa, Giovanni Bianchi” e, aggiungo io, presentatore della lista “Per Solbiate PdL – Lega Nord” alle scorse amministrative.
Credo che la questione possa essere affrontata da tre punti di vista. Il primo, quello della legalità, non può che condannare un comportamento chiaramente illegale, e in questo senso mi auguro che le indagine proseguano e che la giustizia faccia il suo corso. Il secondo punto di vista è morale, che sfocia nel sociale: pensavo che si trattasse di una manifestazione dell'egoismo imperante, tipico del berlusconismo e del “leghismo”, ma mi sono dovuto ricredere. Un comportamento egoistico tende a ottenere vantaggi per sé dimenticandosi completamente degli altri: troppo bello, troppo semplice per essere ricondotto al nostro caso. Il nostro è un caso di perfidia, perché il fine è sempre quello di ottenere un vantaggio personale, ma oltre al disinteresse esiste la coscienza di provocare del male agli altri, agli operai che tutti i giorni lavorano in fonderia, ai solbiatesi (sopratutto quelli che abitano nelle vicinanze) e all'ambiente. Giunti a questa conclusione è facile passare al punto di vista pubblico-politico: come è possibile che una persona che si comporta così possa essere stata Sindaco di Solbiate Olona? Come è possibile che abbia potuto presentare una lista alla luce di questi fatti? Come è possibile occuparsi di un paese, se si commettono atti lesivi della comunità in cui si vive?
Come ultima osservazione mi permetto di far rilevare un particolare agghiacciante. Nel programma elettorale di PdL – Lega Nord si parlava di “delocalizzazione delle aziende presenti all'interno del centro abitato e riconversione dei terreni in residenziale”. Non credo ci sia bisogno di andare oltre. Preciso che non voglio gettare discredito su coloro che facevano parte della lista, ma su chi, facendone parte o presentandola, ne era consapevole.
Sono pronto a qualsiasi accusa; la prima potrebbe essere quella di essermi autoproclamato Pubblico Ministero e Giudice, quando la giustizia è ancora ferma ai primi passi. Ma l'evidenza è talmente schiacciante... Se poi la giustizia mi smentirà, allora sarò pronto a rimangiarmi tutto, a chiedere scusa per aver espresso il mio punto di vista su un fatto di cronaca, e a dire che ho commesso un errore.
Ma d'altronde si sa, “i crimini contro la vita, li chiamano errori”.

Stefano Catone