martedì 28 febbraio 2012

Quel che resta di Solbiate

Male. È andata male. L’assemblea pubblica di illustrazione del PGT era nata male – attraverso un percorso per nulla partecipato e con un cambio di sede dell’ultimo secondo – ed è andata male. Forse, prima di tutto, sarebbe necessario chiamare le cose con il loro nome, e allora sarebbe meglio parlare di “lezione frontale” sul PGT solbiatese e non di assemblea pubblica, dato che la lezione si è concretizzata in una spiegazione del PGT, elaborato in solitario da questa amministrazione, senza che il pubblico avesse diritto di parola. Ora il PGT verrà portato in Consiglio comunale e, se approvato, ci sarà del tempo per fare delle osservazioni – anche queste “in solitario”, senza che vi sia un incentivo alla discussione pubblica – che verranno controdedotte nel Consiglio comunale con il quale il PGT verrà approvato e reso esecutivo. Date le premesse e data la scarsa apertura al confronto, non si può che dedurre che dette osservazioni verrano bellamente cassate.

Quello che ieri è emerso con chiarezza è la prevalenza del diritto edificatorio su ogni altra cosa. Si tratta di un diritto che discende da un’analisi della situazione attuale: dato che in una certa zona omogenea (per tipi di costruzioni, destinazione delle costruzioni, densità di edificazione) esiste una densità edificatoria pari a tot, allora su un terreno particolare all’interno di questa zona, nel passato destinato all’edificazione, avrò diritto a costruire tot. Se non è possibile costruire tot, a causa di vari fattori che possono essere riscontrati, il diritto edificatorio rimane, ma verrà però trasferito all’esterno dell’area omogenea, in un’altra area. Il diritto edificatorio, come detto in precedenza, discende perciò da una situazione di fatto, come se dalle situazioni di fatto fosse automatico che derivassero diritti (ai tempi della schiavitù, come negare il “diritto alla schiavitù”, d’altra parte?). Siccome mi sembra che qualcosa non torni, ho cercato su Google e tra i risultati mi è apparso un articolo dell’ottobre 2011 di Eddyburg.it (un sito specializzato nel campo urbanistico) nel quale si legge:
Un’importante sentenza del Consiglio di Stato (IV sezione, sentenza n.2418/2009 del 10 gennaio 2009) ribadisce un principio da tempo affermato nella giurisprudenza, e tranquillamente calpestato da quanti affermano che, se un piano urbanistico comunale prevede una volta che un determinato terreno sia edificabile, nasce nel proprietario un “diritto edificatorio” che non può essere revocato da un piano successivo. […] Riassumendo: il piano urbanistico generale può senza ombra di dubbio modificare una destinazione d’uso precedente, anche se è stata avviata e lungamente elaborata la procedura di formazione di un piano di lottizzazione. Oltre alla corretta motivazione, l’unica spesa che il comune deve sostenere è quella eventuale di spese legittimamente sostenute dal proprietario. É del tutto legittimo imprimere una destinazione d’uso agricola a un terreno precedentemente dichiarato edificabile quel terreno è idoneo per l’agricoltura.

Il PGT presentato ieri va proprio nella direzione opposta rispetto a quanto scritto sopra: mantenimento di tutti i diritti edificatori non esercitati o non esercitabili (su questo punto non ho capito bene…), come ve ne sono di residuali nell’area del golf e dell’hotel, e trasferimento degli stessi in aree al momento non destinate all’edificazione, che verranno quindi comprese nelle aree omogenee.

Come individuare queste aree? Come ha illustrato egregiamente l’Ing. Pozzi, attraverso la sovrapposizione dei diversi “piani” che costituiscono il PGT, da quello che rileva le aree omogenee, a un altro che rileva delle aree sensibili e di interesse storico, passando per un altro layer che riprende il piano provinciale di continuità ambientale e diverse altri. Da questa sovrapposizione risulteranno della aree meno “importanti”, che verranno perciò condannate per prime all’edificazione. All’edilizia residenziale sono state destinate le aree in rosso (vado a memoria, ma non credo di sbagliare di molto. Per ingrandire la cartina cliccare qui):

L’applicazione di questo principio – chiamarlo “diritto” è davvero difficile, però è un efficace espediente linguistico per sancirne l’inviolabilità – è stato evidente nel caso delle edificazioni residenziali. Per quanto riguarda le attività “economiche” (la parola “economiche” utilizzata ieri, tra l’altro, potrebbe comprendere un’ampia varietà di attività, dall’industriale al commerciale) il procedimento è più raffinato. Il ragionamento parte dal fatto che il cotonificio, in Valle, sia un bene da eliminare, perché rovina il paesaggio (liberiamo la vista per il viadotto!), perché fatiscente, perché inadatto a ospitare nuove attività. Eliminando le strutture (e bonificando il terreno) si eliminerebbero anche i relativi diritti edificatori, esercitati nel momento della costruzione degli edifici. Per evitare che il diritto di edificare non sia rispettato (non sia mai) gli stessi diritti vengono trasferiti in un’altra zona, e siccome i costi di abbattimento e di bonifica non saranno trascurabili, per ogni metro quadrato bonificato saranno concessi diritti per due metri quadrati. Nella cartina qui sopra, le aree dove trasferire questi diritti sono quelle in viola, mentre il cotonificio è in azzurro.

Non saranno edificabili tutte e tre le aree viola, ma solamente la prima che verrà scelta, questo per inserire degli elementi concorrenziali nella contrattazione tra pubblico e privato, concorrenza che verrà praticamente annullata dalla molto probabile scarsità di investitori. Ad ogni modo, considerando che l’area edificabile sarà doppia rispetto a quella bonificata, considerando l’estensione dei tre terreni, considerando la posizione dei tre terreni (dove ora c'è il bosco, a sinistra, a breve ci sarà uno svincolo) prevedere su quale ricadrà la scelta non è difficile.

Per come ci è stato spiegato ieri, cioè ponendo il diritto edificatorio al vertice della piramide, facendo discendere da questo tutto il resto, il PGT di Solbiate si concretizza, molto semplicemente, nello spostamento di diritti edificatori da una parte all’altra, con il risultato che le aree edificabili saranno estese. La necessità di salvaguardare il suolo – un bene comune e non rinnovabile - e di limitarne il più possibile il consumo deve sottostare al diritto di edificabilità, nonostante non esista né una pressione demografica né una capacità di spesa tali da richiedere un intervento di questo genere. E nonostante vi siano già, a Solbiate, dei cantieri aperti (area ex Rovelli e via delle Vignole, ad esempio) e decine di abitazioni vuote nelle vicinanze (a Fagnano, ad esempio).

Queste ragioni, di natura strettamente amministrativa e politica, non sono state trattate. La lezione di ieri sera ricordava molto il governo tecnico dei professori, che puntualmente fa scelte molto politiche, ma le chiama “tecniche”, perché ce lo chiedono “i mercati”. Allo stesso modo si cerca di far passare l’idea che, anche nell’elaborazione del PGT, la tecnica e i cavilli giuridici abbiano imposto le scelte amministrative. Anche le ragioni sono molto semplici: la tecnica non può essere giudicata, perché “ce lo chiedono i mercati” o perché “ce lo chiede il diritto edificatorio”, a seconda dei casi. Si fa così perché si deve fare così. Punto. Fine della discussione che non è mai iniziata.

Per colmare questo vuoto di democrazia e per dare voce alla cittadinanza riteniamo che il Consiglio comunale con il quale verrà adottato un PGT di fatto blindato sia posticipato il più possibile e che, nel frattempo, l’amministrazione si faccia carico di organizzare occasioni di partecipazione, come fece quando, dai banchi della minoranza, organizzò un incontro pubblico per discutere dei parcheggi di via Patrioti, vicino alle scuole.

Stefano

lunedì 27 febbraio 2012

Importante!

Sembra che l'assemblea pubblica di questa sera, durante la quale verrà presentato il Piano di Governo del Territorio, sia stata spostata dal Centro Socio-Culturale alla Sala Consigliare.

Ci auguriamo che l'informazione sia errata ma, nel caso, sapete dove andare.

p.s. Nel caso l'informazione fosse corretta, segnaliamo che sul sito web del Comune non se ne parla. D'altra parte, non essendo stato pubblicato nemmeno l'avviso principale, come si poteva pubblicare la correzione?


giovedì 23 febbraio 2012

Il PGT, questo sconosciuto


L'attenzione che, in questi anni, abbiamo dedicato al Piano di Governo del Territorio - uno strumento fondamentale per il futuro di Solbiate -, è stata del tutto vana. Sin dal primo Consiglio Comunale tenutosi sotto l'Amministrazione Melis (luglio 2009), rilevavamo un'incongruenza tra le battaglie per la trasparenza compiute negli anni passati da La Voce Solbiatese e le prime scelte amministrative:
Ma le perplessità che ho non derivano certo da questo, ma dalla decisione di sospendere la commissione edilizia [...]. E’ curioso, in sostanza, che una lista che ha basato molto della sua campagna elettorale sul concetto di trasparenza potesse essere subito criticata proprio su questo argomento. Comincio dalla commissione e dico che mi sembra una decisione davvero strana. La motivazione data è che si tratta di un organo che porta via tempo, e in un momento così peculiare come questo, in cui deve essere allestito e approvato il PGT, è meglio lasciar fare all’Ufficio Tecnico, più competente ed esperto (oltre all’assessorato ovviamente). Si tratterà comunque di una fase di sperimentazione di cui verranno valutati gli effetti e i risultati. Sarà, non ho motivi per dubitare della buona fede di questa scelta, però qualcosa mi suona storto. Che la commissione edilizia funzionasse male o facesse perdere tempo può anche darsi, non so, ma la risposta è stata un allontanamento dalla trasparenza. Di fatto le commissioni non sono formate necessariamente da esponenti della maggioranza o delle minoranze, ma anche da semplici cittadini con determinate competenze che possono dare consigli o opinioni sulle scelte che vengono fatte, e che quindi sono espressione della società civile solbiatese. Sospendere la commissione vuole dire che i cittadini perdono uno dei loro potenziali punti di riferimento proprio in questa fase, che è così cruciale. Non mi sarei aspettato che una lista che accusava l’amministrazione precedente di fare tutto nelle “sacre stanze” si sarebbe adeguata così velocemente (anche se non so quanto possa essere sacro l’Ufficio Tecnico). Ribadisco il concetto: in una situazione legislativa in cui la Giunta detiene il 95% del potere decisionale ed esecutivo, mantenere in piena efficienza tutti i sistemi consultivi, ancora meglio un vero e proprio contropotere interno, diventa una priorità fondamentale di una amministrazione che vuole essere aperta e trasparente. Se la commissione non funzionava andava migliorata, non sospesa. Ripeto che non ho motivi per dubitare della buona fede della scelta e ho piena fiducia nell’assessore Cristina De Simone, ma si tratta di una decisione rischiosa dal punto di vista dell’immagine che viene data e delle sue possibili conseguenze.
Felici ricevemmo la notizia che il 27 novembre 2009, quindi a pochi mesi dall'entrata in carica della nuova amministrazione, si sarebbe tenuta una prima conferenza pubblica "in cui verranno illustrati gli orientamenti del Piano di governo del territorio (PGT)". Cogliemmo la palla al balzo e, sulla base delle linee guida date in quella serata, presentammo una nostra osservazione, proprio perché il processo di elaborazione del PGT deve essere - per legge - partecipato e condiviso con la cittadinanza. A quella osservazione non abbiamo mai ricevuto risposta. In seguito ci fu un secondo incontro, destinato ai commercianti, che - bisogna dirlo - andò praticamente deserto. Da quel momento, il silenzio più assoluto, nonostante le dichiarazioni del Sindaco secondo le quali si prevede la costruzione di una nuova strada che collegi la SP 2 e la SP 22 con annessa area commerciale (sulla quale ci siamo espressi), area commerciale (forse) provvista di Multisala.

Alla luce di questi annunci, rilevavamo che l'azione dell'amministrazione - nei propositi fortemente impattante sul territorio - avveniva senza che il Piano di Governo del Territorio fosse stato discusso in alcuna sede.

Ecco, ripercorsa tutta la storia, l'invito è a partecipare all'incontro pubblico di lunedì 27 gennaio, alle ore 21.00 presso il Centro Socio-Culturale, durante il quale avverrà la "presentazione del PGT". Quello che ci auguriamo è che sia solo l'inizio di quel percorso pubblico e partecipato che, oltre ad essere previsto dalla legge, è l'unico modo che hanno i solbiatesi di partecipare direttamente alla progettazione della prossima Solbiate.

p.s. per iniziare, si potrebbe darne avviso sul sito del Comune, ad esempio.

p.s./1 segnaliamo che un commentatore anonimo (che evidentemente sa qualcosa in più di noi) sostiene che il primo marzo il PGT verrà messo in votazione in Consiglio Comunale. Non essendo ancora stata pubblicata la convocazione del Consiglio, con relativo ordine del giorno, non possiamo confermare, ma nel caso fosse così sarebbe scandaloso.

lunedì 13 febbraio 2012

Credo nelle rovesciate di Bonimba

Come stimolo per il dibattito, riportiamo il commento di un lettore (probabilmente ispirato da Radio Freccia):

io credo sinceramente che primo dovere di un amministratore sia assicurare un servizio pubblico di buon livello ai propri concittadini. io credo sinceramente che il primo dovere di un'amministrazione sia quello di sapersi districare tra le difficoltà normative e burocratiche per evitare in ogni modo che il servizio pubblico venga interrotto.io credo sinceramente che il primo dovere di un amministratore sia dare risposte certe alle domande ben precise poste dai propri concittadini. io penso sinceramente che quest'amministrazione non stia dimostrando di essere una buona amministrazione:
1) si è mossa troppo presto ingolosita da un miraggio ( la fidejussione),
2) non si è mossa abbastanza velocemente per precorrere l'intervento del curatore ( che ha di fatto sottratto, per un interesse privato, un bene pubblico alla disponibilità dei cittadini),
3)ha visto sfumare l'ipotesi di accaparrarsi la fidejussione,
4)ha lasciato che tutto l'impianto rischiasse (usando un eufemismo) di distrugggersi grazie alle temperature artiche di questa settimane...e non ha ad oggi nessun titolo (non ha nemmeno le chiavi!) per sincerarsi dello stato in cui versa l'impianto stesso,
5)non può fare nessuna assegnazione della gestione a chicchessia in quanto non può nemmeno accedere alla piscina,
6)si rivolge ai cittadini "danneggiati" sperando che la loro richiesta di danni al vecchio gestore (fallito) possa far apparire efficiente un'amministrazione passiva e non motivata,
per me questa non è una questione politica, è una questione meramente amministrativa. questo sindaco ( e la sua giunta, assessori compresi) non ha agito, in quest'occasione con l'interesse, l'attenzione, la cura, il rispetto del buon padre di famiglia. Di conseguenza non ha in alcun modo tutelato l'interesse della cittadinanza che usufruiva e avrebbe seguitato ad usufruire dell'impianto natatorio in questione.