giovedì 19 marzo 2015

Live Report – Le salvezza è nelle figure retoriche

di Ivan Vaghi

La scrittura è una materia complessa, che però fornisce alcuni strumenti per poter gestire al meglio situazioni ostiche. Uno di questi strumenti è rappresentato dalle figure retoriche: metafora, ironia, iperbole, paradosso, enfasi e via andare. Servono per sottolineare, per nascondere i pensieri reali, per uscire da sindromi da pagina bianca e a volte per narrare senza farsi prendere da rabbia o sconforto.

Quando Stefano mi ha chiesto di raccontare il consiglio comunale del 16 marzo scorso mi è subito venuto in mente che avevo una sola speranza di portare a termine l’incombenza, cioè ricorrere in modo massiccio a qualcosa che mi permettesse di avere il sufficiente distacco e le figure retoriche servono molto bene allo scopo.

Eufemismo: Il consiglio comunale del 16 marzo è stata l’ennesima dimostrazione di quanto il sindaco Melis e il concetto di partecipazione democratica siano lontani tra loro. Di prove ce ne sono state parecchie, a cominciare dal rifiuto totale di prendere in considerazione le legittime critiche alle convenzioni con Rho per il segretario comunale e la Centrale Unica di Committenza. Per inciso, leggi alla mano, le critiche non solo erano legittime, ma erano anche sacrosante.

Ironia: Peccato che l’atteggiamento del sindaco, così rispettoso e attento, non sia stato sufficiente a garantire il necessario confronto democratico, ovviamente per colpa di quei cattivoni delle minoranze che invece di farsi i cavoli loro hanno addirittura osato prendere sul serio il loro ruolo istituzionale di controllo dell’operato della maggioranza. Ma chi si credono di essere questi fannulloni della minoranza? Ok, con l’ironia potrei andare avanti per ore ma forse è meglio passare oltre.

Similitudine: Il sindaco ha anche bocciato la mozione presentata dalla minoranza che chiedeva l’istituzione della commissione ecologia che avesse il compito, tra le altre cose, di discutere in sede istituzionale la questione dei vasconi. Notare, l’ha bocciata il sindaco, non il consiglio comunale come invece sarebbe dovuto accadere. In teoria, e lo dice la legge come ben dovrebbero sapere sindaco e segretario comunale, è il consiglio che decide di impegnare o meno la giunta nel fare o non fare qualcosa, non è la giunta che decide cosa vuol fare o non fare. È come se a decidere la formazione di una squadra di calcio fossero i giocatori e non l’allenatore. Lo so bene che il sindaco Melis non può sopportare che ci sia qualcuno che gli dica cosa deve fare, fosse anche il suo gruppo di maggioranza e fosse anche la legge a imporglielo, e così ha deciso lui per tutti. Certo, supportato da un capogruppo di maggioranza che ha dimostrato di avere un gran cuor di leone (in questo caso pendiamo più sulla metafora che non sulla similitudine, ma siamo lì). È davvero un peccato che una persona di quella qualità accetti di andare in un consiglio comunale al solo scopo di far ridere gli astanti, come è successo. E’ come se il Milan avesse Messi e lo utilizzasse come cheerleader, più o meno. Comunque la cosa più importante è che il sindaco ha ribadito il suo totale rifiuto a discutere con i cittadini il problema delle vasche. Chi ha un progetto alternativo lo presenti, io applico la legge, sostiene lui. Il lavoro lo fanno i tecnici e nessun altro e qualsiasi cosa dicono va bene. È come se un tizio deve fare un lavoro in casa, chiama un carpentiere che gli dice che deve buttare giù un muro portante. Ah beh, se lo dice il tecnico, bisogna fare così. Che ci siano altre persone che abitano in quella casa è un fatto secondario, se hanno qualcosa da dire paghino loro un altro tecnico che faccia il progetto.

Iperbole ironica e metaforica (e qui ci vuole talento): Le capacità di ragionamento del sindaco Melis sono spettacolari lampi di luce nel tetro buio della notte di Solbiate.

Ossimoro: Pierangelo Macchi è un uomo di sport.

Sulla questione di Pierangelo Macchi antitesi dell’uomo di sport devo uscire dalle figure retoriche perché di scherzare non mi va più. Pierangelo Macchi, spalleggiato da quell’altro galantuomo di Melis, ha detto in consiglio comunale che era stata data comunicazione alle società sportive di un’ordinanza del sindaco, datata 18 dicembre 2014 ma chissà come mai pubblicata il 7 gennaio 2015, che vietava l’utilizzo della palestra delle scuole medie perché pericolosa. Si tratta di una bugia e stiamo raccogliendo tutte le prove documentali che sostengono questa mia affermazione. Non c’è stata nessuna comunicazione di ordinanza e non è stato apposto nessun sigillo. Ma quello su cui vorrei focalizzarmi è proprio il concetto di uomo di sport. Macchi ha mentito per coprire le sue mancanze organizzative e di comunicazione, scaricando su altri la colpa di eventuali conseguenze e danni alle persone conseguenti alle sue mancanze. Un vero uomo di sport, cresciuto con i valori di rispetto e correttezza, una porcata così non l’avrebbe mai fatta.