giovedì 26 marzo 2009

Una scelta coraggiosa


Potrà sembrare ridicolo. Potrà sembrare masochista. Ma il PD Solbiatese lavorerà ad una propria lista per le prossime amministrative. Quali i motivi di questa scelta? Quali i motivi che spingono un gruppo di nuovi volti della politica ad accettare la sfida?
Per rispondere dovremo addentrarci in spazi più profondi, e per la maggior parte inesplorati, della primordiale ricerca di una quota di potere.
Ci sentiamo in dovere di prendere parte attiva alle vicende della Cosa Pubblica, senza aspirare a null'altro che la partecipazione. Partecipare significa preparare la sacca, riempire la borraccia, legare le stringhe degli scarponi e cominciare a camminare. Cominciamo così, sui nostri piedi, consapevoli che ciò che ci aspetta è un lungo viaggio, che le prime salite tireranno da morire, che la pioggia bagnerà i nostri volti e che il vento non risparmierà le nostre labbra.
Potrei essere accusato di “megalomania”. In realtà le parole scritte finora si basano su una mia convinzione: per cambiare l'andamento delle cose bisogna iniziare dai noi stessi, dobbiamo essere noi stessi a impegnarci affinché Solbiate diventi un Comune virtuoso, teso non alla crescita senza limite ma alla qualità della vita e alla sostenibilità.
Cominciamo così, e di una cosa sono convinto: stando a guardare o accomodandosi sulle poltrone si resta legati al contingente. Noi, invece, ci prepariamo al futuro.
E questa non è utopia. Stiamo parlando di prospettiva.

S.C.

giovedì 12 marzo 2009

Elezioni amministrative

Il Circolo del Partito Democratico di Solbiate Olona ha deciso, nella serata di mercoledì 11 marzo, che, dato lo scenario intricato e confuso che sembra delinearsi in vista delle prossime Elezioni Amministrative, e data la concomitanza con le Elezioni Europee, lavorerà ad una propria lista.

Il PD raccoglie la sfida e si impegna a proporre un programma chiaro, vicino ai cittadini e fondato sui principi e i valori in cui crede.

lunedì 9 marzo 2009

Assemblea di Circolo

E' convocata, in data mercoledì 11 marzo alle ore 21.00, l'Assemblea di Circolo presso la sede di Fagnano in via Roma 65.
L'ordine del giorno prevederà i seguenti punti:
  • Analisi e strumenti per affrontare la crisi economica a livello locale;
  • Festa Democratica della prossima estate;
  • Discussione inerente le prossime elezioni amministrative.
Si invitano tutti gli iscritti, i simpatizzanti e i frequentatori del blog intervenuti con utili suggerimenti a partecipare, così da arricchire e allargare il dibattito.

S.C.

mercoledì 4 marzo 2009

Architettura sostenibile? Si può fare! - Parte Seconda

di Cristina De Simone

Passiamo ora dalla teoria alla pratica.

Inserimento nel tessuto urbano del nuovo insediamento.

Nell’immagine 1.1 sono riportate due proposte di “schema planimetrico primordiale”, un punto di partenza da cui prenderà poi forma il concept (l’idea di progetto).

L’organizzazione urbanistica è connotata dalla permeabilità dell’area, che assume il ruolo di potenziale cerniera del sistema di collegamenti verso alcuni punti significativi del territorio: Piazza Mercato, area feste, centro del paese, Chiesa dell’ex Lazzaretto (Oratorio di S. Gregorio), ambito naturale della Valle Olona, cimitero.”

( cit. - verifica di esclusione dalla VAS )

Nel planivolumetrico di progetto non è leggibile nessun genere di collegamento verso i punti definiti significativi del territorio, tra l’altro non considerati in maniera appropriata nello studio di impatto paesaggistico, come ribadito nell’assemblea del 12 febbraio.

Una linea è un pensiero, non vedo linee.

Si vuole rivalutare l’ ex Lazzaretto? Bene, come si può fare?

La prospettiva è una di quelle “voci fondamentali” della progettazione urbana: creare un asse che abbia come punto di fuga l’ex-Lazzaretto è una possibilità, un asse chiaramente con destinazione ciclo-pedonale. L’operazione richiede un minimo di risistemazione planimetrica della piazza Mercato e del Parco Feste, servirebbe il Dwg di un rilievo attendibile per uno studio almeno significativo, ma ripeto, questo è solo un punto di partenza. Nella proposta B si rispetta maggiormente l’esistente (Parco Feste e piazza Mercato), comunque in entrambe si crea un collegamento ciclo-pedonale tra via Rossini e via S. Vito, che prosegue fino alla piazza della Chiesa grazie al passaggio situato da parte l’Asilo. E’ un percorso lontano dalle strade trafficate, utile soprattutto nei giorni di mercato per gli utenti della parte sud-est, utile anche nelle sere d’estate quando via Rossini diventa parcheggio a causa dell’elevata affluenza di pubblico verso il Parco Feste, utile come collegamento tra la piazza Mercato intesa come parcheggio e il cimitero o il nuovo insediamento, utile semplicemente per vivere con un minimo di qualità il contesto urbano.

Da non dimenticare una fitta piantumazione d’obbligo sul lato nord dell’area come barriera contro il freddo. Sempre da non dimenticare anche la considerevole capacità di protezione acustica delle barriere vegetali; non tutte le specie arboree agiscono in modo efficace. I parametri da considerare sono: il tipo di fogliame (a foglia larga – latifoglia) e il tipo di essenza (il sempre verde agisce tutto l’anno). Lo spessore delle masse vegetali ad alto fusto è difficilmente realizzabile in aree urbane e può essere validamente sostituito da siepi ed essenze di sottobosco e si possono anche creare banchine per formazione di zone verdi protettive acusticamente. Mi permetto di suggerire che servirebbe un’adeguata coibentazione acustica non tanto riferita al Parco Feste, dove la musica è permessa al massimo fino alle ore 24 nelle serate di sabato e fino alle 23/23,30 nelle altre sere, in un limitato periodo dell’anno, ma riferita agli adiacenti impianti produttivi a ciclo continuo.

Il collegamento tra via S. Vito e via Rossini potrebbe anche aprirsi in una piazza, strategicamente studiata senza rinunciare alla prospettiva, ipotesi decisamente più interessante e che potrebbe generare interazione tra tutte le parti del progetto: rivalutazione urbano–architettonica e paesaggistica, residenziale e commerciale, ecco il concept.

1.1


A B

- rosso: percorsi ciclo-pedonali e dotazione minima di accessi

- azzurro: corretto orientamento degli edifici

- giallo: la possibilità di una piazza, di un’ agorà. L’anima che genera l’intero intervento.

- viola: accessibilità di servizio per il commerciale, d’obbligo crearla, interessante farlo

sfruttando la rotatoria già esistente.

Gli edifici adibiti a residenza devono essere posizionati con l’asse longitudinale principale lungo la direttrice est-ovest. Per la precisione, esiste il giusto grado di inclinazione a seconda della nostra latitudine, ma questo è un passo successivo, ricordo che questo è solo uno schema iniziale, per chiarire alcuni concetti fondamentali e confrontarli con il progetto che rischia di essere definitivamente approvato.

L’orientamento verso sud è il migliore per due motivi :

- il lato sud riceve il massimo delle radiazioni in inverno,quando è più richiesto.

- in estate, quando il sole è alto, e i suoi raggi incidono ad angolo acuto sulla superficie Terrestre, l’edificio riceve meno radiazione.

Nell’immagine che segue sono evidenziati gli edifici orientati nella maniera sbagliata, sull’asse sud-nord.

Anche per un’edilizia tradizionale questo è un orientamento sbagliato, elevato consumo energetico per il riscaldamento in inverno, surriscaldamento ed elevato consumo da parte di eventuali sistemi di raffreddamento in estate.

E proprio sulla grande richiesta di raffrescamento estivo dell’aria va fatta una riflessione:

è responsabile dell’aumento delle temperature nelle zone urbane, le così dette “isole di calore”, con il conseguente picco di carico elettrico e il diminuito rendimento degli impianti stessi. La zona in oggetto è gia investita da questo fenomeno a causa dell’immediata vicinanza di importanti impianti di produzione, si renderebbe così più consistente un fenomeno negativo già presente.

Abbassiamoci di scala e andiamo verso la progettazione dell’edifico passivo.

Dal punto di vista architettonico sfruttare il giusto orientamento significa avere ampie finestre vetrate sul lato sud e aperture di dimensione ridotta a nord. Le vetrate diventano superfici utili, la quantità ottimale è dell’ordine del 40% della superficie totale della facciata. Una superficie vetrata superiore al 50% non aumenterebbe in modo significativo i guadagni solari in inverno e provocherebbe un surriscaldamento temporaneo in estate. Queste le peculiarità anche delle finestre orientate verso ovest, ecco perché vengono trattate con attenzione a livello progettuale (per una località situata a 45°nord, la nostra, una facciata a sud riceve globalmente1624 W/m2 mentre una facciata orientata ad est o ad ovest riceve globalmente 2570 W/ m2)

Altro elemento che darà origine alla morfologia dell’edificio è la compattezza della forma, studiata in appropriati rapporti tra superficie e volume (S/V); questo rapporto in un edificio passivo dovrebbe essere inferiore a 0,6. Per avere una forma compatta non si deve necessariamente rinunciare a sporgenze e rientranze; queste devono essere progettate tecnicamente all’esterno dell’involucro termico, ma sono solo accorgimenti tecnologici, impercettibili al fruitore. Inoltre, particolare rilevante e interessante, sporgenze come le serre e i sistemi passivi per la captazione e lo sfruttamento delle energie solari (verande in termini semplici) non sono computati ai fini volumetrici.

In presenza di clima umido sono consigliati patii e porticati a piano terra, per favorire la ventilazione, anche questo può essere interessante.

L’edificio comincia a prendere forma: giace sull’asse est-ovest; è di forma compatta, può essere un parallelepipedo, volume a noi familiare e quindi nessuna violenza; è caratterizzato e vivacizzato da grandi vetrate, verande e terrazze a sud; ha un porticato a piano terra, ideale per il commerciale. Quanti piani? Dipende dalla richiesta di unità abitative. Copertura verde? E’ una possibilità intrigante. I materiali utilizzabili sono molti, io tenderei ad un buon connubio tra tecnologia, tradizioni locali e materiali ecologici.

Non ho affrontato nessun approfondimento riguardante la viabilità in quanto non sono arrivata a definire nessuna planimetria, ho indicato solo le corrette e contemporanee linee guida. Durante tutto l’iter progettuale ogni elemento si rapporta agli altri in continuazione.

Se ci sarà un accesso di servizio dalla rotonda di via Patrioti, sicuramente andranno riorganizzate via Rossini e via Mazzini.

Ho solamente voluto fare due chiacchiere a proposito di Architettura Sostenibile, a voi un immagine riferite ad opere realizzate e in via di realizzazione, nessuna fantasia, solo realtà.

2008 Condominio Semilcos | Vicenza (VI)
IE riscaldamento: 14 kWh/m2 a
IE raffrescamento: 6 kWh/m2 a
EnergyManager: TBZ, Günther Gantioler, Arch. Giulia Zordan
Architetto:
Termotecnico: Ing. Marcheluzzo
Committente: Semilcos

2006 Casa passiva Trettl | Appiano (BZ)
IE riscaldamento: 12 kWh/m2 a

IE raffrescamento: 0 kWh/m2 a
EnergyManager: TBZ, Günther Gantioler
Architetto: Arch. Peter Paul Hofer
Committente: Trettl Stefan  

Un Programma Integrato di Intervento non può distinguersi per così tanti aspetti negativi.

Mi è stato risposto : “Se poi non piace…vabbè, i gusti non si discutono”, non è questioni di gusti, la progettazione è ben altro, non ci si può limitare ad un commento cosi superficiale come “mi piace” o “non mi piace”.

Mi auguro che chi di dovere cominci seriamente a riflettere.

domenica 1 marzo 2009

L'amaca, di Michele Serra

tratto da "La Repubblica" del 1 marzo 2009

Se non avete niente di meglio da fare, potete sempre andare a Padova e unirvi a
una delle quattro ronde segnalate l'altra notte in città. Oppure farne una
quinta, secondo i vostri gusti personali, occupando una delle numerose matrici
politiche ancora vacanti: smentendo il maggioritario le ronde nascono secondo i
vecchi criteri proporzionali, ci si imbranca per singoli partiti e dunque le
quattro ronde padovane sono ancora poche. Quasi intenerisce l'intenzione di
Maroni di regolamentare le ronde secondo criteri civili e dunque non partitici.
L'idea sarebbe anche giusta: ma a partire dai suoi elettori leghisti, che i
media immortalano in tristi capannelli notturni di omoni corpulenti con
spassose pettorine giallo-verdi, è impensabile che un pur minimo criterio di
concittadinanza affratelli i rondaioli. Più probabile una spettacolare deriva
alla West Side Story (qualcuno dovrebbe scrivere la colonna sonora), con
sganassoni e muggiti ostili tra gruppi rivali. Non per insegnare il mestiere a
Maroni, ma l'adrenalina di tutti questi maschi pattuglianti andrebbe forse
amministrata mettendo a frutto la lunga esperienza dei vari palii e quintane.
Organizzare tornei in costume tra le diverse ronde potrebbe anche far bene al turismo. Con posto di pronto soccorso e un premio offerto dalla pro-loco.
Collegamenti televisivi per le fasi più pittoresche degli scontri.