giovedì 21 ottobre 2010

Congresso di Circolo

Si è tenuto ieri sera il primo congresso del Circolo PD di Solbiate Olona. Confermato Segretario Stefano, comporranno il Direttivo Adriana Colombo (tesoriere), Paolo Sotgiu e Ivan Vaghi.

mercoledì 13 ottobre 2010

Firmigoniani a loro insaputa

Mentre prosegue il riconteggio in Piemonte, e le cose, per Cota, non sembrano mettersi bene, Repubblica ha raccolto le testimonianze di alcuni (falsi) firmatari del listino a supporto di Firmigoni (cit., ciw?) – quello dell’igienista dentale di B, per intenderci – e il risultato è questo (per la cronaca, la provincia di Varese, con Busto Arsizio e Gallarate, è l'epicentro delle firme false. Potreste esserci anche voi...):

“Mai votato per Formigoni, mai messo quella firma. Ma è sicura che sia io? Può controllare la data di nascita?”. Proprio quella. “Non ho parole, non mi interesso nemmeno di politica. Ho votato Lega Nord, per Formigoni proprio mai”.

“Pazzesco, questi sono andati recuperare i numero dei nostri documenti all’anagrafe. Io non sono formigoniano. Ho votato tutt’altro. Già che c’è, può controllare se da qualche parte c’è anche la firma di mia mamma?”. Come no: M. M. Ha una grafia che sembra identica a quella del marito e del figlio. E a quella che ha messo le firme di quasi tutto l’elenco. “Io sono proprio l’ultima che avrebbe potuto mettere il mio nome lì”, dice M. in sottofondo.

Poi, L. A., classe 1928. Risponde la moglie: “Siamo anziani, L. è a letto malato, glielo dico io che non ha firmato: non facciamo certe cose noi”.

“Guardi che si sbaglia, non posso essere io, controlli la data di nascita”. Inutile dire che è quella giusta. Così come il numero della carta d’identità. “Ah, allora sono io. Scusi, ma dove avrei dovuto firmare? In piazza? In una palestra? Dove?”

“Ho 93 anni suonati sa, le pare che riesca ad andare ancora in giro a firmare?”. Dall’altra parte del telefono c’è M. C., classe 1917, numero 15 dell’elenco. Ma almeno ha votato Formigoni alle Regionali? “Chi? No, no, no. Formigoni no”.

Poi, chiaramente, ci si imbatte anche nei devoti. Devoti veri, al credo Firmigoniano:

Nel numero 52 sono invece tutti residenti a Gallarate. Metà delle firme appartengono a un’unica famiglia. F. P. non è in casa, risponde la moglie: A. I. La sua firma compare nella riga successiva. “Perché mi chiede se ho firmato io?”. Perché c’è il sospetto che possano esserci firme false in questi elenchi. “Ohmamma mia. Lì troverà tutta la mia famiglia. Ci siamo tutti”. Genitori, suoceri, nipoti, fratelli e sorelle. “Siamo tutti devoti a Formigoni, sa”. Curioso, avete anche tutti la firma così simile. “Cosa vuole farci, siamo tutti della stessa famiglia, è normale”.


lunedì 11 ottobre 2010

La Strategia (e a Solbiate?)

La maiuscola non è un errore, ma la sottolineatura di un progetto, di una precisa e scellerata volontà, che sarebbe quella di trasferire il controllo della scuola e dell’istruzione dallo Stato ai privati, con tutto quello che ne potrà conseguire.

In principio era la DC, che pretendeva il ministro alla Pubblica Istruzione perché non poteva tollerare che la scuola non fosse sotto il controllo diretto del Vaticano, poi la situazione si è complicata ma le contromosse sono state presto trovate. È bastato fare i liberali e sbandierare il “diritto di scelta” per cominciare a far piovere vagonate di soldi sulle scuole private, quasi esclusivamente religiose. Nel frattempo qualcuno ha capito che la Scuola, così come la Sanità, poteva diventare un business colossale, e hanno cominciato a lavorarci su. Come? Con la Strategia.

La scuola funziona male? Non la si mette a posto, anzi, la si fa andare peggio in modo da giustificare soluzioni “alternative”, come le scuole private o gli enti privati che forniscono servizi che alla scuola non vengono più fatti fornire. Gli insegnanti precari vengono chiamati “una piaga sociale” (ma piaga sociale sarai tu, ministro dell’istruzione che non sei altro) e l’Università e la Ricerca vengono smantellate per creare un vuoto di gestione su cui poter mettere le mani. Mi fermo un attimo su questo punto perché lo conosco bene. Vi hanno venduto la riforma cosiddetta Gelmini come lo strumento di svecchiamento e di miglioramento dell’efficienza dell’Università, e invece è tutt’altro: tutti i poteri, oggi suddivisi tra vari organi gestionali, andranno nelle mani del consiglio di amministrazione, i cui membri non saranno più eletti, come avviene adesso, ma nominati direttamente dal rettore, che dovrà, per legge, portare membri provenienti dal mondo produttivo. Un sistema esplicito per sottrarre il mondo dell’istruzione superiore dal controllo dello Stato e trasferirlo agli interessi dei potentati e baronati locali, distruggendo quel poco di prestigio, e con esso la qualità della formazione, rimasto ai nostri atenei. Succederà anche con la scuola primaria e secondaria, è inevitabile, perché la Strategia lo vuole. La dimostrazione è l’abbandono della scuola nelle mani di qualche Napoleone di provincia, che si fa scudo di paroloni come “sussidiarietà” per giustificare la riconsegna della scuola in mani clericali, magari con l’aiutino di qualche associazione di volontariato a caso. E chi se ne frega se il livello dei servizi offerti crollerà. Per non parlare di situazioni come quella di Adro, che non è affatto casuale.

Fin troppo facile trovare analogie con la situazione di Solbiate, e per non passare per quelli che si lamentano e basta proponiamo due cose: che il piano per il diritto allo studio venga in qualche modo rivisto grazie alla VERA partecipazione di tutti gli addetti ai lavori coinvolti (e non mi tirino fuori la storia dei vincoli temporali per la presentazione del bilancio, sappiamo che si può fare tutto se si vuole), perché crediamo che sia possibile razionalizzare le spese e risparmiare qualcosa senza stravolgere niente; che la Commissione alla Pubblica Istruzione, incapace di fare da tramite tra le esigenze della popolazione e quelle dell’amministrazione, venga rimossa e sostituita con persone più motivate e più attente alla situazione scolastica solbiatese.

Ivan Vaghi

venerdì 8 ottobre 2010

Assemblea pubblica sul Diritto allo studio. Com'è andata?

Pienone al Centro Socio Culturale, per l'Assemblea pubblica convocata al fine di illustrare il tanto discusso Piano di Diritto allo Studio. La tesi dell'amministrazione, rappresentata sul palco dal sindaco Melis e dagli assessori Sansalone e Aspesani, è che la manovra attuata sia nella direzione della razionalizzazione delle spese, lasciando “pressoché intatti i servizi alla persona”. Melis, sin dall'inizio, ha portato le sentite scuse alla cittadinanza, da parte sua e dell'assessore Gadda, per le poco felici dichiarazioni rilasciate in Consiglio comunale.

L'amministrazione ha illustrato i cambiamenti, prendendo come esempio la scuola Primaria: per quanto riguarda i progetti, sono stati mantenuti l'Educazione motoria e l'Inglese, mentre sono stati eliminati l'Educazione musicale, il Teatro per le seconde e le quarte, il Chuckball (un gioco/sport) e la metà di un altro laboratorio didattico.

Per decidere i tagli, le insegnanti rappresentanti dei plessi scolastici sono state convocate a un incontro, nel mese di maggio. Una alla volta, non tutte e tre insieme, come gli altri anni. (Il pubblico ha reagito con un boato). Mentre Melis sostiene che i tagli siano stati condivisi, in quella sede, le maestre rispediscono al mittente: “non abbiamo condiviso nulla, abbiamo solo potuto prendere atto”. In sostanza, sembra sia andata così: il sindaco ha chiesto alle insegnanti quali attività sono indispensabili, le insegnanti le hanno indicate e le altre attività sono state eliminate. Secondo Melis si tratta di “condivisione”, secondo le insegnanti di “ratifica”.

Sui tagli alle attività sono intervenuti, tirati in causa, due ex sindaci, Antonello Colombo e Giuseppe Bianchi, il primo informandoci che, quest'anno, il 30% dei comuni lombardi non rispetterà il patto di stabilità per non togliere servizi ai cittadini, e rimarcando che “i tagli alla scuola sono stati fatti per primi, ma non abbiamo visto tagli alle indennità”. Bianchi ha ribadito, raccontando di come anche la sua amministrazione, nel 2007, non abbia rispettato il patto di stabilità “ma nessuno si è accorto delle conseguenti sanzioni, grazie a una gestione oculata del bilancio. Un taglio delle indennità del 50% sarebbe stato sufficiente per mantenere tutte le insegnanti di sostegno, per dire, oltre che essere un gesto di buona volontà. Non si tratta di nulla di speciale, ma solo di buona amministrazione”.

Ad illustrare i cambiamenti che hanno toccato l'assistenza è intervenuta l'assistente sociale, Sall Mame Yacine, premettendo che dei tagli ci sono stati, ma che è necessario sapere che l'ambito sociale della Valle Olona ha, negli passati, destinato fondi per interventi che non erano di sua competenza ma di competenza dello Stato. Il richiamo ai tagli statali e alle mancanze dello Stato, per la cronaca, non è stato mai accolto bene dalla platea. “Sostanzialmente le richieste sono state confermate”, nel senso che sono state mantenute le ore per i bambini con certificazione gravissima, grave e media. Per quelli con certificazione lieve, con dichiarazione neuropsichiatrica o senza diagnosi le ore di lezione sono state dirottate al “Progetto Parrocchia”. Per le scuole medie, i bambini non certificati sono invece stati dirottati sul doposcuola, a pagamento, ma l'amministrazione si è detta disponibile ad andare incontro alle difficoltà economiche delle famiglie, in questo caso.

Così come per i progetti, una riunione “filtro” a maggio avrebbe garantito la condivisione delle scelte.

La prima risposta alla presunta condivisione con le famiglie è arrivata – chiara e decisa - da una mamma, con una bambina alla quale l'anno scorso erano destinate 35 ore di assistenza. La signora racconta di non essere stata interpellata, a maggio, e, nonostante le continue sollecitazioni, solamente il 6 settembre le è stato comunicato che le ore confermate erano la metà, 18. Sansalone ha difeso l'amministrazione sostenendo che la volontà di trovare un incaricato con le competenze richieste c'è, ma che al momento non è ancora stato trovato. Le reazioni della platea non sono state docili, ancora una volta.

Per quanto riguarda, invece, il Progetto Parrocchia, le critiche mosse dai genitori sono state molte. In primo luogo alcuni si sono lamentati riguardo il luogo di svolgimento, e cioè l'oratorio, perché a) non tutti i solbiatesi condividono lo stesso sentimento religioso e b) alla Parrocchia vengono versati 10mila euro, quando nelle scuole, appunto, ci sarebbero dei locali utilizzabili. Secondo l'amministrazione il progetto non ha, però, connotazione religiosa, e inoltre i volontari sono della Parrocchia, e sarebbe difficile dirottarli. (In questo senso, è più facile dirottare i bambini). I dubbi hanno riguardato anche la validità del progetto, perché se gli altri anni si trattava di progetti organici alla scuola e di accertata e comprovata qualità, quest'anno non è così. Infine, i ragazzi che gli altri anni frequentavano gli stessi spazi dell'oratorio, quest'anno che faranno? Melis ha tagliato corto, parlando di “sussidiarietà”, e aggiungendo che “cattolico o no, religioso o no, la scelta che è stata fatta è questa”. L'assistente sociale, però, ha ammesso che, per quanto riguarda il Progetto Parrocchia, effettivamente non è paragonabile alle attività offerte negli anni passati. “Si tratta di valutare come andrà quest'anno”, poi si vedrà.

Credo che l'assemblea di ieri sera abbia confermato ciò che tutti sapevano, e cioè che i tagli ci sono stati e, inevitabilmente, si sono abbattuti sull'offerta scolastica, come dimostrano i tagli dei progetti alla scuola Primaria. L'Educazione musicale, ad esempio, può benissimo essere considerata non prioritaria, eliminabile, un di più. Come può esserlo qualsiasi altra materia. Ricordate, vero, le discussioni - di portata nazionale - sulla necessità o meno di studiare Storia di qualche tempo fa? Ecco.

Laddove, invece, non si poteva semplicemente tracciare una riga sopra si è tentato di trovare altre soluzioni, che non sono però comparabili a quanto offerto negli anni passati. Ecco perché difficilmente potremo accettare di sentir parlare di “ottimizzare” e “eliminare sprechi”. I tagli si chiamano "tagli", che è molto più semplice.

Permettetemi, infine, un'ultima considerazione. Ieri sera è stato toccato ancora il tasto “terzo vigile”, necessario – a detta dell'amministrazione – per questioni di sicurezza. Il terzo vigile, ci è stato detto, non è stato assunto per via dei limiti imposti dalla legge alle assunzioni di dipendenti comunali. La mancanza di fondi non è mai stata citata, in questo caso. Stesso discorso vale per la nuova sede dei vigili, che però – sottolineo – è solo nei progetti, non ancora a bilancio. Ecco, un paese che investe in presunte (e artefatte) domande di sicurezza, a discapito della scuola, dei bambini e dei ragazzi (vi ricorda nulla la sigla C.A.G.?), è un paese triste e impaurito. Grigio. Che si ripiega su se stesso.

Stefano Catone

p.s. Nazza è andato a ripescare il programma elettorale de La Voce Solbiatese:

  • verifica, mantenimento o miglioramento delle iniziative tese alla collaborazione con le scuole materne,elementari e medie;
  • creazione di rapporti costruttivi con gli organi Collegiali della scuola.
Manca il taglio alle indennità. Sono scelte.

giovedì 7 ottobre 2010

La risposta delle maestre

Pubblichiamo la lettera che le insegnanti della scuola Pascoli hanno inviato a Varesenews; Varesenews, inoltre, ha raccontato la vicenda in un articolo che trovate cliccando qui.

In riferimento all’intervento dell’Assessore al Bilancio del Comune di Solbiate Olona, sig. Gadda Walter, in sede di Consiglio Comunale tenutosi il giorno 28 settembre 2010, le insegnanti del plesso “G. Pascoli” ritengono doveroso puntualizzare e rispondere alle accuse loro rivolte che possono essere estrapolate dalla ripresa effettuata in quella serata e visionabile sul sito You Tube.
Il sig. Gadda interviene:
“… è comodo per l’insegnante se arriva un esterno che insegna ai bambini a fare il “mimo” per due ore, lei può stare al telefono, magari col telefono della scuola, o forse può fare altre cose … è chiaro che ciò dà fastidio … ma ai bambini non è stato tolto nulla …”
Si puntualizza che la figura degli esperti è occasione di arricchimento didattico per l’utenza e da sempre qualifica l’offerta formativa della scuola. Inoltre, in questi momenti, l’insegnante lavora con l’esperto concordando tempi, modalità e non da ultimo la valutazione degli alunni essendone sempre e comunque responsabile.
Continua il sig. Gadda:
“… ai miei tempi di insegnanti di sostegno non ce n’erano …adesso ce ne sono 5 per classe, non so se è un bene… un bambino se è un po’ tonto adesso ha l’insegnante, se è un po’ vivace deve avere l’insegnante di sostegno. Non so se fa bene a un bambino avere un insegnante di sostegno a fianco o se non è più un bene rapportarsi con gli altri bambini normalmente per portarsi alla pari degli altri … quello che abbiamo tolto erano solo degli sprechi e nulla di più”
Si precisa che le difficoltà relazionali, psicologiche e cognitive degli alunni sono sempre al centro dell’attenzione e dell’azione educativa dell’insegnante e non si possono etichettare questi bambini né liquidare con tanta superficialità situazioni così delicate. Pertanto l’intervento mirato dell’insegnante di sostegno è prezioso per aiutare questi alunni a superare le loro fragilità.
Ancora il sig. Gadda:
“… tutto quello che è stato concordato con i responsabili delle scuole… e tutti i responsabili dei genitori è vero che va spiegato a tutti perché finché le maestre fanno terrorismo dicendo che non faranno più ginnastica, perché il Comune non paga l’insegnante di ginnastica, è chiaro che i genitori si sentano scontenti, ma in realtà noi non abbiamo tagliato assolutamente niente di quello che è il programma del Provveditorato; abbiamo fatto delle scelte sul di più che viene dato, mantenendo quello che è previsto dal Provveditorato, quindi se l’insegnante dice, siccome non c’è più quello che fa ginnastica non si fa più ginnastica commette un’irregolarità molto grave, se è prevista nel programma vuol dire che l’insegnante per quanto di loro competenza devono fare determinate cose …”

Le insegnanti fanno notare che, nonostante i tagli effettuati, sono da sempre consapevoli dei propri doveri professionali: continuano ad insegnare comunque le discipline espressive curricolari senza, da questo momento, poter più offrire quel servizio di qualità superiore dato dagli esperti con competenze specialistiche.

Intervento del Sindaco, sig. Melis Luigi:
“…nel corso dell’anno è stato portato a termine il piano di diritto allo studio per l’a.s. 2009/10 ed è stato approvato il piano per l’anno corrente che ha visto mantenere il finanziamento alle Scuole a garanzia di un corretto svolgimento delle attività previste e il mantenimento dei servizi e contributi forniti anche negli anni precedenti…”
“… non ci siamo sostituiti, ci siamo fatti aiutare per stendere questo piano dalle insegnanti, ma non insegnanti esterne, le responsabili dei vari plessi; sono loro che ci hanno dato queste indicazioni… noi pensavamo che la presenza dei responsabili delle scuole e dei genitori fosse sufficiente…”
Non c’è nessuna presa di posizione da parte dell’Amministrazione che ha risparmiato … hanno dato indicazioni su cosa fare, noi abbiamo accettato quello che dicevano loro … la sorpresa è che abbiamo garantito quasi tutti i servizi e abbiamo implementato i servizi quindi bisognerebbe capire di cosa si sta parlando… abbiamo dato lo stesso servizio, risparmiando molti soldi…servizi in più, post-scuola e pre-scuola…”
“…si sta parlando di qualcosa che non è stato tolto alle famiglie Solbiatesi, ma è stato aggiunto…”
“…se siamo riusciti a risparmiare 90 mila euro, vuol dire che siamo stati attenti a quelle che sono le spese, abbiamo razionalizzato le spese…”
“…abbiamo risparmiato 90 mila euro lasciando pressochè intatti i servizi alla persona, quindi alla scuola, alle insegnanti e tutto quello che c’era da fare…”
“…non sono diminuite le ore…”
Il Sig. Antonello Colombo, in un altro intervento sostiene “…40% in meno delle ore delle insegnanti di sostegno alle scuole elementari…è un falso dire che i servizi sono mantenuti…”

Si puntualizza che le insegnanti hanno solo preso atto dei tagli ad oggi effettuati sulla bozza del Piano di Diritto allo Studio, ma non hanno partecipato alla delibera di alcuna decisione.
Inoltre le insegnanti sono consapevoli che negli scorsi anni l’Amministrazione Comunale ha contribuito ad arricchire l’offerta formativa e che le spese sostenute in passato hanno rappresentato un lungimirante investimento per la formazione dei futuri cittadini. Ribadiscono tuttavia che la presenza degli esperti non ha in alcun modo alleggerito né sostituito il loro lavoro.
In conclusione, le false e pesanti accuse mosse alle insegnanti oltre a costituire offesa alle persone, danneggiano la loro professionalità e denigrano l’immagine di una scuola che da sempre lavora con serietà.
Sarebbe pertanto auspicabile che il Consiglio Comunale di Solbiate Olona provvedesse a ritrattare pubblicamente e a chiedere scusa per quanto affermato in una sede istituzionale quale è un Consiglio comunale.

Aggiornamento: Varesenews interpella anche il sindaco Melis. Qui.

martedì 5 ottobre 2010

Diritto allo studio e bambini un po' tonti

In vista dell'assemblea pubblica di giovedì sera:


Al minuto 0:47 l'assessore al Bilancio Gadda dichiara:
Ai miei tempi, insegnanti di sostegno non ce n'erano. Adesso ce ne sono cinque per classe! Non so se è un bene per un bambino avere... Adesso un bambino se è un po' tonto ha un insegnante, se è troppo vivace deve avere un insegnante di sostegno... Non so se fa bene a un bambino avere un insegnante di sostegno a fianco, o se non gli fa più bene rapportarsi con gli altri normalmente, per portarsi al livello degli altri.
In questo video l'assessore Gadda dichiara:
Noi non abbiamo tagliato assolutamente niente di quello che è nel programma del Provveditorato. Abbiamo fatto delle scelte sul di più che viene dato, mantenendo quello che è previsto dal Provveditorato. Quindi se l'insegnante dice "siccome non c'è più quello che fa ginnastica, non si fa più ginnastica", commette un'irregolarità molto grave, perché se è previsto nel programma vuol dire che le insegnanti - per quanto di loro competenza - devono fare determinate cose. [...] E' certo che è comodo per l'insegnante, se arriva un esterno che insegna ai bambini a fare il mimo per due ore, e l'insegnante può stare al telefono, magari pure il telefono della scuola, e può fare altre cose, è chiaro che dai fastidio agli insegnanti se salta una di queste cose. Ma ai bambini non è stato tolto assolutamente nulla.

(Grazie al Meetup di Busto Arsizio per il prezioso contributo video).

Oggi è stato pubblicato sul sito del Comune l'avviso dell'incontro pubblico previsto per giovedì. Lo trovate cliccando qui.

S.C.

sabato 2 ottobre 2010

La Scelta Democratica - Ottobre 2010

Le cose da dire sono talmente tante che abbiamo dovuto sdoppiarci.

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