martedì 30 ottobre 2012

Cancellato il progetto "Parco di Solbiate"?

E' la domanda che si fa l'associazione Iniziativa21058, in un post, che vi consigliamo di leggere cliccando qui.

1 commento:

Anonimo ha detto...

"Oggi (2050) ho deciso di ripercorrere i 160 km di piste ciclabili, prati e boschi che attraversano da est a ovest la città infinita, ci impiegherò un po’ di tempo, ma mi serve. Lo faccio tutte le volte che ho bisogno di sentirmi più europeo, perché posso prendere la bicicletta e pedalare per ore e ore immerso nel silenzio, come potrei fare in molti altri territori d’Europa; lo faccio tutte le volte che ho bisogno di sentirmi a casa, perché solo sostando in queste pause che segnano il denso tessuto edificato mi sembra di abitare. E lo faccio anche quando ho bisogno di nutrirmi di bellezza. Come venti anni fa, prendo la bicicletta e mi abbandono a un lento pedalare tra spazi aperti silenziosi. Seduto ai bordi di un prato, una stanza a cielo aperto definita da siepi e filari, il mio sguardo si posa su quei boschi che nel 2030 si stavano ancora prefigurando
....
In Italia siamo spesso indotti a dubitare che esista ancora lo spazio per quel potenziale latente del progetto territoriale di diventare elemento significante nei confronti delle nostre vite. O meglio, siamo portati a credere che sullo sfondo delle difficoltà burocratiche, politiche e amministrative che condizionano il processo di realizzazione delle opere civili siano state accantonate quelle capacità di coniugare sviluppo economico, tecnica e conoscenza del territorio capaci di produrre risultati di qualità. In particolare, i grandi progetti infrastrutturali mettono in risalto una sorta di afasia e paralisi generale. Ma non è solo l’agire individuale locale a essere senza parole, anche quello collettivo, sia pubblico sia privato, sembra trincerare le proprie logiche dietro la necessità di quegli stessi apparati tecnici e istituzionali regolativi che riconosciamo causa della nostra incapacità di attivare azioni in grado di produrre luoghi di qualità realmente necessari al buon vivere quotidiano.
L’esempio della Pedemontana con i parchi ci parla di un’altra storia possibile: un grande intervento infrastrutturale che diventa occasione di riorganizzazione paesistica e ambientale del territorio e aspira ad avviare un processo di riqualificazione degli spazi aperti dell’estesa conurbazione che attraversa, ridando senso e significato alla natura e alla campagna e, al tempo stesso, delineando nuove condizioni di urbanità, nuovi mondi possibili. Nella speranza che tutto questo non vada perduto, nella consapevolezza dei limiti che permangono nel progetto, nella situazione non certo felice in cui versa il nostro paese, vale la pena ricordare un motto di San Paolo: spes contra spem. Abbiamo il doveredi continuare a sperare, anche se spesso ci sembra che non ci sia più speranza".

di Emanuel Lancerini, Architetto e Dottore di Ricerca in Urbanistica all' Università di Venezia

L' intervento completo lo trovate qui http://www.scribd.com/doc/111986931/Pedemontana-Con-Parchi

Associazione Iniziativa 21058