di Stefania Laganà
L’aspetto
più interessante e innovativo del concetto di ecomuseo, termine coniato nel 1971, è quello di prestare
particolare attenzione al legame tra comunità e territorio e di porsi come obiettivo
fondamentale la conservazione, l’interpretazione, la comunicazione e la
valorizzazione del patrimonio sociale di un luogo, ovvero dell’insieme di beni
storici, artistici, monumentali, archivistici, antropologici, librari e tutto
ciò costituisce testimonianza.
Anche l’ambiente,
esplicitamente ricordato nel nome, diventa oggetto di valorizzazione e tutela.
L’ecomuseo è
stato definito lo specchio dove una popolazione si guarda per riconoscersi, per
capire il territorio in cui abita e in cui hanno abitato le popolazione che
l’hanno preceduta.
Un confronto
schematico tra museo ed ecomuseo potrebbe essere utile per meglio chiarire cosa
li differenzia e caratterizza. I musei possiedono una collezione, gli ecomusei
un patrimonio, i primi si collocano in un immobile, i secondi su un territorio,
i musei si rivolgono e vivono grazie ai visitatori, gli ecomusei operano per
una popolazione.
In Italia
esistono già alcuni esempi di ecomuseo, soprattutto in Piemonte, come
l’Ecomuseo dell’Industria Tessile a Perosa Argentina, l’Ecomuseo Feltrificio
Crumière a Villar Pellice, l’Ecomuseo del Tessile a Chieri, ecc.
All’estero
si sono sviluppati prima, uno dei più celebri è l’Ironbridge George Museum a
Telford (Regno Unito), fondato nel 1968 per salvaguardare l’identità del luogo,
fortemente legata alla lavorazione del ferro, attraverso il recupero
dell’archeologia industriale.
Anche la
Valle Olona è un luogo ricco di storia che merita di essere ricordata; ci sono
gli edifici delle grandi aziende del passato, i mulini, piccole e grandi
bellezze artistiche , oltre che a testimonianze della Ferrovia della Valmorea,
rimasta attiva fino agli anni Cinquanta e che serviva gli stabilimenti trasportando merci e
persone fino in Svizzera.
Il progetto
di un ecomuseo della Valle Olona dovrebbe nascere dal riconoscimento di
un’importante realtà industriale del passato, che ha fortemente contribuito a
plasmare e sviluppare l’intero territorio, e che ora giace in uno stato quasi
di abbandono.
Non vuole e
non deve essere un’operazione nostalgica, ma una grande opportunità per una
vivace collaborazione di tutti i paesi della Valle, ognuno con il proprio
patrimonio fatto di testimonianze materiali e non, per analizzare e trasmettere
le potenzialità della Valle e offrire importanti spunti di riflessione per
affrontare la situazione storica attuale.
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