giovedì 1 maggio 2008

Le poltrone possono attendere

Ora che abbiamo perso anche Roma, ora che la sconfitta ha assunto proporzioni quasi imbarazzanti, credo sia giunta l’ora di rimboccarci le maniche.
La campagna elettorale, l’esito delle urne, le successive dichiarazioni, le prese di posizione rispetto al 25 aprile e le tante voci che giungono alle mie orecchie, hanno creato in me un profondo sconforto ed una forte delusione, amplificate da chi sostiene che “la Lega Nord ha saputo comprendere le esigenze dei cittadini”.
Io credo che tutte le questioni dei flussi dei voti, del comprendere le esigenze dei cittadini, del PD del nord siano tutte fregnacce. Non intendo sostenere che non abbiano fondamento, ma intendo sostenere che non siano questi i motivi alla base della nostra sconfitta.
Mi fa rabbia sentire che la Lega Nord abbia compreso i cittadini: sono venti anni che la Lega propone le stesse cose. Si saranno evoluti (?), avranno affinato le loro idee (?), ma la sostanza non cambia: Roma ladrona e fuori gli immigrati. La medesima compagine e le medesime idee ottengono risultati più o meno altalenanti da venti anni: è possibile sostenere che i sentimenti degli italiani cambino diametralmente a legislature alterne? Io credo di no, io credo che il voto alla Lega sia solo un voto di protesta. E non ditemi che è un “voto di pancia”. Si tratta di un voto che affonda le sue radici nel comportamento animale: creare una forte identità interna demonizzando ciò che è al di fuori del nostro gruppo, e scaricando su di esso la colpa di tutti i nostri problemi. La storia ci offre esempi molto chiari: la caccia alle streghe, i nazionalismi, l’antisemitismo, il maccartismo. Il fatto che alcuni sostengano che l’economia non gira per colpa degli albanesi scioglie molti dubbi al riguardo.
A Solbiate Olona qualcuno di voi ha mai visto un attivista della Lega Nord organizzare qualsiasi cosa che abbia un valore politico? (le feste a base di salamelle e patatine non valgono)
Eppure la Lega ha raddoppiato i voti.
Lo stesso discorso vale per il Popolo delle Libertà. Unica differenza sono i modi. Il PdL ha una classe sopraffina nel dipingere la storia nazionale degli ultimi anni come una dittatura comunista. Come se i comunisti possedessero il monopolio dell’informazione.
Per fortuna che abbiamo internet, altrimenti la nostra voce e le nostre idee non esisterebbero. Il problema di internet è che si tratta di un mezzo di informazione “di nicchia”, per due motivi: 1) ampi strati della popolazione non ne fanno uso 2) chi ne fa uso, se cerca dell’informazione alternativa, deve andarla a cercare, deve essere fondamentalmente uno “spirito critico”.
Il nostro problema è il non riuscire a raggiungere quella massa di votanti che hanno un’informazione scarsa (interamente fondata sulla televisione) e che, per i motivi più disparati, hanno fatto sì che il loro spirito critico si assopisse.

Concludendo, l’amarezza che abita in ciascuno di noi deve essere elaborata e trasformata in maniera positiva. Dobbiamo rimboccarci le maniche e lavorare sodo per fare dell’opposizione costruttiva ed allo stesso tempo “arrabbiata”, ma che soprattutto raggiunga tutti.
Probabilmente non coglieremo risultati nel breve periodo, ma non importa: il nostro è un progetto di ampio respiro. Impegnarsi per il cambiamento; le poltrone possono attendere.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non penso sia necessario aggiungere altro, e credo che non si possa esprimere meglio gli stessi concetti...
Ivan