venerdì 16 gennaio 2009

Area ex-Rovelli, non ne abbiamo parlato...

di Ivan Vaghi

Peccato, un’altra occasione sprecata, anche questa volta le decisioni che riguardano la vita di tutti i cittadini sono state prese senza renderli partecipi delle decisioni stesse, nemmeno a livello informale. La richiesta di un’assemblea pubblica non presupponeva un problema insormontabile, ma una semplice volontà politica, e devo prendere atto che non è stata accolta. Tra qualche giorno ci sarà il consiglio comunale in cui il progetto verrà approvato nonostante la giunta abbia seriamente rischiato nelle ultime settimane di perdere il voto del consiglio stesso (sarebbe bello parlare dei retroscena ma non lo posso fare). Ma poi tutto è rientrato e il progetto di 30000 metri cubi di residenziale e di una nuova attività commerciale al posto dell’ecomostro potrà prendere il via. Non sono certo io che mi tiro indietro nel dire la mia opinione sull’argomento e quindi la dirò: credo che una nuova attività commerciale (pur piccola) sia del tutto inutile in una zona di così alta densità commerciale come la nostra (si obietterà che è più vicina al centro del paese ma chi deve fare la spesa ci andrà in macchina lo stesso), e che è un “rischio” anche costruire nuove case, in termini di ricaduta sui servizi necessari ai nuovi cittadini. Forse non c’erano alternative, forse però sarebbe stato possibile osservare il progetto originale che avrebbe limitato l’impatto ambientale del nuovo insediamento, ma il costruttore è riuscito a imporre le proprie condizioni e il progetto originale è stato cambiato. Come dicevo prima sarebbe stato interessante poterne discutere con la popolazione e la giunta, ma dobbiamo rassegnarci all’idea che la nostra opinione, e perché no? le nostre eventuali idee, non interessano a nessuno.

Ci teniamo quindi la svolta ad un problema più che annoso, cioè l’abbattimento di un relitto industriale e la sua sostituzione con un’area di nuova urbanizzazione. Andiamo a migliorare dal punto di vista estetico ma forse non molto di più. Come al solito aspettiamo repliche alle provocazioni, ribadisco comunque che è abbastanza triste che le uniche discussioni possibili avvengano su un blog di partito che per il momento non è raggiungibile dalla maggior parte della popolazione. Aspettiamo repliche anche e forse soprattutto dalla minoranza, che per un certo periodo ha battagliato sul progetto per questioni sostanzialmente tecnico-formali, se vogliamo burocratiche, ma che a detta della maggioranza non ha mai presentato alternative valide e soprattutto fattibili. E aspettiamo repliche dai cittadini solbiatesi, da quei pochi che leggono questo blog e che forse avranno qualcosa da dire sull’argomento, nel bene o nel male o nel chissenefrega (anche questa è una posizione).

Una cosa intanto la dico io, e la dirò con forza a tutti quelli che si candideranno alle prossime elezioni: non è questa la filosofia in cui si deve identificare una giunta e un consiglio comunale. Mi piacerebbe avere degli amministratori che cerchino di coinvolgere il più possibile gli amministrati (possibilmente senza litigarci), e che abbiano una visione del futuro coraggiosa e avveniristica, senza cadere nella banalità della semplice equazione che il progresso non può prescindere dall’urbanizzazione, che alla fine fa guadagnare solo i costruttori. Dovremo già “subire” la Pedemontana, avremo adesso un nuovo quartiere in zona cimitero e forse un altro in via delle Vignole (giusto?), forse è davvero arrivato il momento di una svolta epocale nel modo di intendere la vivibilità del nostro insediamento urbano.

Da ultimo vorrei rivolgermi ai consiglieri comunali: non voglio convincervi di niente, spero davvero che abbiate perso moltissime ore a studiarvi i progetti relativi a quest’area (ho notizie diverse ma fa niente) e che il vostro voto, che sarà in maggioranza a favore, sia il frutto di un’analisi approfondita e che deriva dalla piena convinzione che questa sia la soluzione in assoluto migliore che si possa prendere. Siete depositari di un patto di fiducia con i cittadini che hanno votato per voi ed è vostro dovere onorare questo patto anche al di là delle vostre possibilità, e se siete convinti di averlo fatto allora votate a favore a cuor leggero e con la mia benedizione. Ma se invece il vostro voto a favore deriva da mancanza di coraggio o di informazioni o semplicemente per onorare il gruppo di riferimento e non siete convinti che questo sia giusto, allora fatevi un esame di coscienza e considerate l’eventualità di non ripresentarvi alle prossime elezioni. Non c’è niente di male a farsi da parte, si fa del proprio meglio e poi si lascia il posto ad altri, e questo varrà anche per i nuovi consiglieri e soprattutto per loro. Immagino le reazioni sotterranee, qualcuno, come di solito fa Lucio Ghioldi, mi accuserà di prendere ordini quando scrivo, altri di voler rompere l’unità dei vari gruppi (chissà perché poi), ormai sono abituato ad aspettarmi reazioni piccate quando dico quello che penso, come se ogni opinione implichi per forza un’offesa personale. E forse è anche questo un atteggiamento che è opportuno cambiare.

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono perfettamente d'accordo con Ivan: nel decidere si deve tener conto solo ed esclusivamente della bontà del progetto, del fatto che si possa o non si possa ottenere un progetto migliore. Ormai sono venticinque anni che sono a Solbiate, sempre con davanti agli occhi quel relitto industriale, e mi chiedo se il vecchio progetto era realizzabile, come mai finora non è stato realizzato da nessuno? Se in tanti anni nessuno ha accettato il vecchio progetto forse c'è un motivo ... Forse era davvero necessario apportare delle modifiche... Resta comunque il fatto che è davvero ora di cancellare il degrado di quell'area.

Anonimo ha detto...

Se proprio sicuro di essere d'accordo con me? Io non penso proprio che questo sia un buon progetto.
Ivan Vaghi

Anonimo ha detto...

Non va mai bene niente...

Anonimo ha detto...

ma quale altro progetto???ma cosa scrivete ma cosa dite? chi vi ha detto che c'è un vecchio progetto???chiedete ai consiglieri odierni o di 5 o di 10 anni fa....penso che nessuno di questi abbia mai visto un progetto preliminare in alternativa a questo.....

Stefano ha detto...

Per il "secondo anonimo" che ha scritto: perché parli al plurale? Di un "vecchio progetto" non accettato in "tanti anni" ha parlato solo il "primo anonimo".

Anonimo ha detto...

che sia singolare o che sia plurale il concetto non cambia: le domande sono e restano sempre quelle

"secondo anonimo"

Stefano ha detto...

Il concetto non cambia, ma siccome un solo utente (anonimo) ha parlato di un vecchio progetto non è corretto usare il plurale estendendo la paternità di tale idea all'infinito. E' solo una questione di precisione.

Anonimo ha detto...

Per la precisione... quello a cui facevo riferimento era l'idea iniziale (esiste eccome) che prevedeva diverse piccole attività commerciali e non una grande (o media, come preferite), e soprattutto la possibilità di separare la nuova area residenziale dall'area feste con una distanza molto maggiore, utile per poterci mettere una barriera fisica come alberi o qualcosa d'altro. Inoltre non erano previste case a quattro piani (più mansarda) come invece sarà in questa occasione. E' innegabile che l'impatto ambientale sarebbe stato diverso, ma, come ho scritto nel post, il costruttore è riuscito a imporre le sue condizioni. Mi chiedevo semplicemente perchè.
Ivan Vaghi

Anonimo ha detto...

non confondiamo l' idea con un progetto:
La prima scritta nero su bianco sul P.R.G. nessuno l'ha mai realizzata proprio perchè è un'idea; il progetto di cui oggi parliamo qualcuno lo realizzerà perchè i nostri amministratori hanno trovato un accordo tra le parti (grazie ad una variante del P.R.G.) dando la possibilità di costruire n°2 palazzine (delle 14 in progetto) a 4 piani di cui quest'ultimo a falde e pertanto esclusivo del terzo piano.

Anonimo ha detto...

sono il primo anonimo:
non pensavo di scatenare questo putiferio.
da cittadino che non mastica urbanistica tutti i giorni ho impropriamente usato il termine progetto per indicare, penso, le regole previste dal PRG che ora si vuole cambiare.
Ivan si chiede perchè si vogliono cambiare le regole.
Da cittadino onesto penso che non ci siano altre motivazioni che quella di dover risolvere una situazione di degrado che nei 5, 10 e più anni precedenti le altre amministrazioni non hanno risolto nonostante l'urgenza già allora evidente.