venerdì 9 gennaio 2009

“Promesse consolatorie. La Lega davanti all’amara realtà del fallimento”

Adamoli giudica deludente il vertice a Roma del Carroccio con il premier: “Molto peggio che con Prodi”

VARESE. Una pacca sulle spalle, un pacchetto di buone parole. Per il Pd varesino, è tutto quanto Bossi porta a casa dal vertice con Berlusconi su Malpensa.

“Un pugno di mosche”, secondo il deputato Daniele Marantelli.

“Un incontro consolatorio”, lo qualifica Giuseppe Adamoli, uno dei padri del piano urbanistico dell’ormai ex aeroporto hub del Sud Europa (tale doveva essere).


Consolatorio, dice, ma per chi?

“Solo per Bossi, s’intende, e per la Lega. Costretta a incassare una realtà amarissima per Malpensa e ad accontentarsi, in cambio, di promesse vaghe, lasciate sullo sfondo. In realtà, sapevamo bene come sarebbe andata a finire”.


Bossi giura che la parola fine ancora non è scritta, che Lufthansa resta in pista …

“Ma chi ci crede. Alitalia e Cai hanno sempre e solo voluto l’alleanza con Air France e così sarà. Solo in condizioni ben peggiori di quelle previste dall’accordo proposto dal governo Prodi. Con un costo economico a carico dei contribuenti che l’economista Tito Boeri valuta in 4 miliardi di euro. E un danno gravissimo per Malpensa e il suo territorio”.


Alitalia ha abbandonato Malpensa quando governava Prodi, con il piano del presidente Prato.

“Con alcune differenze. La prima è che dall’accordo restava fuori AirOne e non si formava un monopolio sulla rotta più ricca, la Milano-Roma. E inoltre AirOne, alleata con Lufthansa, poteva aiutare Malpensa a fare a meno di Alitalia. Secondo, Air France si comperava tutta Alitalia, buona e cattiva, senza scaricare debiti e personale a spese dei contribuenti italiani. Terzo, Prodi aveva già sottoscritto l’impegno, al Tavolo per Milano, di rinegoziare gli accordi bilaterali per acquisire nuove rotte a Malpensa”.


Quel che ha promesso anche Berlusconi.

“Appunto, promesse riferite da Bossi. Come l’altra del Cavaliere, che avrebbe salvato l’italianità di Alitalia”.


Non è salva ?

“Air France avrà una quota importante e tra qualche anno, stiamo sicuri, il controllo. E poi in un’economia di mercato questa dell’italianità è una logica senza senso. Il mercato è a Malpensa, non a Fiumicino”.


Colpa del Nord, di non aver saputo pesare nelle scelte? Non le pare un paradosso: un governo con un premier lombardo e tanti ministri nordisti, una cordata di imprenditori molti dei quali lombardi, e tutti che fanno il gioco di Roma?

“Non poteva andare diversamente nel momento in cui Berlusconi ha imposto a questi imprenditori di formare la cordata per Alitalia. Da furbi, non da lombardi, hanno puntato ad un affare vantaggioso: comperare la parte sana di Alitalia e venderla all’offerente più immediatamente interessato, Air France, e inoltre recuperare una montagna di crediti delle banche con AirOne che era in condizioni drammatiche. Il tutto a scapito dei cittadini italiani, del sistema economico del nord e di Malpensa. Questo è stato il bel risultato della promessa elettorale di Berlusconi sostenuta a spada tratta dalla Lega che oggi piange inutili lacrime sul latte versato”.


Al “caso Malpensa” Adamoli spiega di aver dedicato un blog sul suo sito on line: “Mi interessa raccogliere direttamente le opinioni delle persone”. E il dibattito promette di accendersi anche sul web.

Fe.Bian.

da La Prealpina del 9 gennaio 2009

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