venerdì 5 aprile 2013

La sostenibile pesantezza di Renzi


di Ivan Vaghi

Credo che si presti bene la metafora delle sabbie mobili: più ti agiti più affondi, per venirne fuori devi stare calmo e accettare l’aiuto di qualcuno, anche se non ti sta molto simpatico. Il PD è nelle sabbie mobili, anche l’Italia nel suo complesso lo è così come il nostro Presidente, che si è accontentato di un escamotage completamente inutile perché non sa che pesci prendere. I dieci saggi devono stabilire quali sono le priorità. Capirai, anche mia nonna sa quali sono le priorità, basta chiedere a lei senza perdere tempo e si risolve tutto, ma evidentemente non è questo il loro obiettivo.
Ma restiamo in casa. Bersani ha voluto con tutte le sue forze chiedere l’elemosina al Movimento 5 stelle. Mia nonna mi ha telefonato per dirmi che si stava andando a schiantare contro la sua fine politica. “E contro la fine politica di tutti quelli che ha intorno”, ho aggiunto io. “Quelli sono già finiti da tempo”, mi ha risposto. Mia nonna ha preso la licenza elementare studiando per conto suo quando era già nato il suo primo nipote, ma si sa, i contadini hanno il cervello fino, mica conta il titolo di studio. Quello che invece è successo ha del surreale: Bersani è andato dal suo peggior nemico con il cappello in una mano e con una spada da samurai nell’altra, quindi ha consegnato la spada a Grillo perché gli tagliasse la testa. “Non può essere così facile”, diceva Grillo tra sé. Invece sì, era proprio così facile.
Già che ci siamo diciamocela tutta: più passa il tempo più provo sospetto e compassione per i grillini. Provo sospetto perché stiamo parlando di un’esperienza politica rivoluzionaria ma in senso negativo, visto che il loro obiettivo è quello di eliminare i livelli intermedi del controllo democratico (partiti, sindacati, giornali ecc.). In questo modo sarà più facile instaurare un sistema di controllo assolutistico in cui il capo comanda e tutti gli altri sono costretti a obbedire. Il loro progetto a breve termine a questo punto è chiaro: facciamo fallire la legislatura, alle prossime elezioni vincerà ancora Berlusconi, il paese piomberà definitivamente nel caos e a quel punto arriviamo noi e ci prendiamo tutto. Sulla pelle degli italiani ovviamente.
Provo invece compassione per tutti quegli attivisti grillini in buona fede che si stanno facendo manipolare e per tutti quelli che li hanno votati confidando, con speranza e disperazione, di trovare finalmente qualcosa di buono in qualcuno. Perché qualcosa di buono c’è, indubbiamente, ma ho sempre più la convinzione che sia un mezzo e non un fine.
Quindi, che si fa? Facciamo un accordo con Berlusconi così decide tutto lui? Sì, perché in quel caso mica si può più parlare di corruzione, evasione fiscale, riforme varie e tutte quelle belle cose che abbiamo in mente di fare. Zero, kaputt, verrà solo tolta l’IMU senza copertura finanziaria e poi sarà un lungo viaggio verso la rovina del paese con il PD protagonista e responsabile. Vogliamo fare il gioco di Grillo e consegnare del tutto il paese a Berlusconi? Perché di sicuro le prossime elezioni le vince lui:  la facilità di assimilazione della massa è assai ristretta ed il suo intendimento è piccolo, per contro, la sua smemoratezza è grande (Adolf Hitler, Mein kampf). Detto altrimenti: il popolo lasciato a se stesso sceglierà sempre Barabba (mia nonna), concetto molto chiaro sia a Berlusconi che a Grillo.
Agitarsi nelle sabbie mobili porterà a questo tipo di risultati, quello che invece Bersani deve fare è accettare il destino del politico responsabile: mettere in primo piano il bene del paese a costo di sacrificare se stesso. Che è come dire che lui e la sua cricca si devono fare da parte, non prima però di un ultimo, prezioso scatto d’orgoglio: rifiutare con sdegno qualsiasi tipo di accordo con il PDL; impuntarsi per non eleggere al Quirinale un amico di Berlusconi (e nemmeno il Berlusca stesso, va da sé); costringere Grillo a dire ai suoi elettori che le cose si potevano anche cambiare ma che il M5S ha preferito non farlo perché non ne aveva voglia; infine sostenere Renzi come candidato premier alle prossime elezioni, l’unica possibilità per non far vincere Berlusconi di nuovo. Renzi non mi sta simpatico, è un fanatico del personalismo, si basa su un corpus di idee politiche discutibili, non disdegna qualche deriva populista e nemmeno di piegare le regole a suo favore. Però è quello che sta tendendo la mano per tirarci fuori dalle sabbie mobili e anche se non ci sta simpatico non siamo nelle condizioni di rifiutarla. La priorità è salvare il paese, poi al limite ci mettiamo a discutere per alleggerire la sua pesantezza (che non è insostenibile ma nemmeno trascurabile). 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quando il PD diventera' un partito normale? e la piantera' di guardare in casa d'altri,da quando Bertinotti ha fatto dimettere il governo Prodi non e' cambiato nulla,non riuscite ad essere uniti gli elettori vi hanno dato una mano togliendovi Ingroia,Di Pietro, quasi Vendola, ma voi ancora niente,date la colpa a Grillo se vince Berlusconi,Renzi si Renzi no, basta non se ne puo' piu'!!!! potevate cambiare qualcosa con Monti e non l'avete fatto, dando la colpa all'urgenza dell'Italia La gente si apetterebbe, oltre le parole, qualcosa d'altro da una forza che vorrebbe governare.

Un apolitico che ama il proprio paese