martedì 8 aprile 2008

Anche a Varese si può fare!


Forse venerdì 4 aprile 2008 rimarrà una data importante per la vita politica di Solbiate Olona, al di là di quello che è stato detto nell’incontro che il Circolo del PD ha organizzato con il candidato al consiglio provinciale Alessandro Millefanti. Sarà una data importante perché è stato il primo incontro di questo tipo organizzato da una forza politica socialdemocratica (se non vi piace la definizione usatene pure un’altra, non so, democratico riformisti o progressisti, ma ci siamo capiti) dopo anni che il nostro paese non esprimeva nulla del genere. A dirla tutta erano ormai anni che si assisteva ad un arretramento del consenso di sinistra e di centro sinistra, come il portavoce di circolo Stefano Catone e lo stesso Alessandro Millefanti hanno evidenziato ricordando i pessimi risultati delle ultime elezioni provinciali, in cui il 78% dei voti andati al candidato di centro destra sono andati a peggiorare il già pessimo risultato del 52% di afflusso alle urne. Non sempre però quando si tocca il fondo si comincia a scavare, a volte capita che si comincia a risalire, ed è senza dubbio questa la sensazione di chi è intervenuto venerdì. Non tanti a dire la verità, ma anche alle Termopili erano solo in 300 contro un milione, ed è grazie a loro che si è diffusa la consapevolezza che qualsiasi nemico, per quanto numericamente forte, si può battere. Ok, forse la provincia di Varese non è la Grecia di quell’epoca e in gioco c’è molto meno, ma il concetto è che poche persone coraggiose e ispirate (molto immodestamente) potrebbero essere quelle che cominciano a far girare il vento. La stessa presenza del circolo di Solbiate, le bandiere e i poster esposti in questa e in altre iniziative, come il gazebo allestito in occasione dei Democratic days e prima ancora i seggi alle primarie, vogliono avere proprio questa ambizione, per altro realizzabile, e cioè far sapere ai nostri concittadini che il Partito Democratico c’è, che è un partito dinamico, che i socialisti democratici (vedi sopra) solbiatesi sono usciti dalla riserva in cui erano rinchiusi e che sono determinati a riguadagnare quel terreno che in passato è stato perso.
L’intervento di Millefanti è cominciato, e non poteva non essere così, ricordando che oltre alle elezioni provinciali incidentalmente ci sono anche quelle politiche, elezioni che non si dovevano fare perché la legge elettorale che verrà applicata è una legge sbagliata. Il rischio che si fa correre al Paese è di trovarsi di nuovo di fronte ad una situazione di pareggio che vorrà dire immobilità dell’attività politica, come è stato dimostrato in questi ultimi anni. Era possibile evitare questa situazione di rischio democratico se il centro destra avesse accettato un governo istituzionale che sarebbe durato giusto il tempo della riforma elettorale, ma l’idea, come sappiamo, non è stata accolta. Ci sarebbero le prime riflessioni da fare, prima fra tutte che in politica, dove a volte bisogna diffidare degli alleati, sarebbe il caso di non contare sugli avversari. Vuol dire che a parer mio la riforma elettorale bisognava farla subito senza essere costretti all’appoggio esterno quando era ormai troppo tardi, ma lasciamo perdere. L’altra riflessione è che in un Paese perfetto, chi, con il suo comportamento, causa un danno al paese, viene punito alle elezioni, ma qualcosa mi dice che non sarà così, e qui bisognerebbe aprire un dibattito sulla qualità dell’informazione che viene elargita agli italiani e sulla disponibilità di questi ultimi ad accoglierla.
Il discorso poi si è spostato sulle elezioni provinciali. Anche queste non dovevano esserci, ma Reguzzoni ha pensato bene di dimettere il consiglio perché preferisce fare carriera a Roma, con buona pace della Lega e di quanto la Lega pensa dei carrieristi romani. Un Millefanti in buonissima forma ha cominciato i suoi affondo accusando il presidente uscente, o meglio scappante, di aver fatto una scelta motivata da interesse personale, semplicemente perché si guadagna di più. Non va a Roma per difendere Malpensa, perché Reguzzoni Malpensa non l’ha mai difesa nemmeno quando aveva la possibilità di farlo, ad esempio chiedendo che la Provincia di Varese fosse ammessa al CDA della SEA, cosa che ad esempio ha fatto la Provincia di Milano, ma si è sempre guardato bene dal compiere questo passo. E non è stato solo Reguzzoni a disinteressarsi di Malpensa, abbiamo avuto un governo di centro destra di cui faceva parte la Lega, che poteva contare su alcuni ministri varesini che hanno però fatto di tutto per dimenticarsi che l’aeroporto mancava di infrastrutture. La Lega può dire quello che vuole e sfruttare Malpensa per la sua campagna elettorale, sta di fatto che la superstrada di Malpensa e i finanziamenti per la Pedemontana sono arrivati quando ministro era Di Pietro (per chi se lo è dimenticato è alleato con il PD).
Millefanti ha poi focalizzato l’attenzione su due importanti problemi che investiranno la provincia nei prossimi anni e a cui bisogna cercare di porre rimedio in tempi brevi e con determinazione. Il primo è quello dei rifiuti. A suo tempo era stato deciso di dividere la provincia in cinque zone in cui dovevano essere individuati altrettanti impianti di smaltimento, ma questo non è avvenuto. Il problema è che la discarica di Gorla Maggiore fra poco chiuderà e la provincia sarà costretta ad esportare i rifiuti con un considerevole aumento dei costi di smaltimento.
Altro problema è quello della gestione dell’acqua. La Lombardia ha stabilito che ci debba essere un solo gestore per ogni provincia. Reguzzoni aveva pensato di unire in consorzio i gestori di Varese, Busto Arsizio e Gallarate (controllate dalla Lega, ovviamente), affidandogli la gestione dell’acqua di tutta la provincia. Non solo, i costi di adeguamento della rete idrica di alcuni comuni dovevano spalmarsi su tutti i comuni, a danno di quei comuni virtuosi che in questi anni hanno affrontato e risolto il problema autonomamente. Questi comuni ovviamente si sono opposti, ed il mancato accordo, unito alle mancanze gestionali, ha impedito che arrivassero i finanziamenti statali e della comunità europea che servivano per mettere a norma i depuratori. La conseguenza è che far poco arriveranno anche le multe proprio della comunità europea, che andranno a gravare sui costi dell’acqua per le famiglie.
Per restare vicini alle nostre zone Millefanti ci ha regalato la chicca dei finanziamenti necessari per completare la pista ciclabile della Valle Olona che sono stati girati per la funivia che da Laveno deve collegare un ristorante di proprietà di una famiglia molto vicina alla Lega, e soprattutto l’ipotesi di un casello di pedaggio sulla Pedemontana in prossimità di Gorla Maggiore. Questo renderebbe conveniente uscire prima, andare su e giù per la valle e rientrare dopo, incasinando la viabilità di Gorla e Solbiate per non parlare dell’inquinamento degli scarichi e di quello acustico. Sempre in tema di viabilità la provincia in questi anni ha preferito spendere soldi per gli impianti di innevamento artificiale a Maccagno piuttosto che destinarli per cominciare ad adeguare un impianto di strade provinciali ormai completamente inadeguato, sia per la loro capacità di sostenere il traffico che per la condizione in cui si trovano.
Alla fine dell’intervento di Millefanti c’è stata una serie di domande che hanno riguardato quello che è stato detto e anche quello che non è stato detto. In breve il nostro candidato al consiglio provinciale si è detto contrario alla privatizzazione dell’acqua, che dove è stata applicata ha portato ad aumenti vertiginosi delle bollette; ha auspicato una semplificazione delle procedure per i permessi di lavoro degli immigrati fermo restando che vanno rafforzati i sistemi di controllo e di repressione dei clandestini che delinquono; che si impegnerà per far approvare normative che consentano lo smaltimento dei rifiuti pericolosi, soprattutto delle coperture in eternit abbandonate sui capannoni di diverse ditte dimesse presenti della valle; infine ha dato la sua interpretazione per lo smacco subito alle ultime elezioni provinciali.
Qui vale la pena soffermarsi un po’ di più, perché c’è stata un’accusa per niente velata nei confronti dei vertici dell’Ulivo, che all’epoca hanno gestito malissimo una situazione critica come quella a cavallo delle elezioni. Era successo che appena prima delle elezioni stesse i vertici del partito avevano rifiutato l’idea di un aumento di stipendio degli statali, salvo poi accordarlo ad elezioni avvenute, dando in pasto, gratuitamente, i candidati del centro sinistra ai loro avversari. Da qui è partito tutto un discorso sulla mancanza di comunicazione e soprattutto di mezzi di comunicazione, l’importanza dei quali i nostri avversari hanno capito benissimo, e da tempo. Questo sarà pertanto il campo in cui in futuro bisognerà confrontarsi, dal momento che l’elettorato di oggi, per quanto stia tornando di moda il comizio di piazza, si informa quasi esclusivamente attraverso la televisione (anche i giornali ormai sono sempre meno letti). Recuperare terreno in questo campo sarà sicuramente difficile, ma sarà ancora più difficile, ed è un’opinione personale, riuscire a gestire un elettorato che in buona parte vota il partito il cui leader è più populista di un altro o ha un aspetto migliore di un altro come sta capitando in questi anni, al di là dei contenuti e della sostanza delle proposte politiche. Bisogna trovare il modo di tornare a parlare alla gente, soprattutto ai più giovani, ed è questa forse la più grande sfida che il Partito Democratico si troverà ad affrontare. Il primo passo possibile per la nostra provincia è quello di votare per un candidato che ha ben presente questo aspetto. Si chiama Alessandro Millefanti e si candida (guarda caso) con il PD.


Ivan Vaghi

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