lunedì 8 settembre 2008

Veltroni dal palco: facciamo come a Varese


Il leader del Pd elogia l’iniziativa dei politici locali a disposizione dei cittadini nel mese di agosto

Firenze - Un son­daggio dà il Pd in calo, Parisi lo piccona e nel partito le critiche sembrano superare gli applausi. Ma Walter Vel­troni non alza bandiera bianca e, rincuorato dal pienone alla Festa dei Democratici a Firenze, sferza chi lo attacca e tende la mano a chi, co­me Massimo D'Alema e Franco Marini, gli offre aiuto: «Ho il dovere di coinvolgere tutti, ma vorrei ci fosse uno spirito di squadra», è l'appello del leader democratico che, in caso di fallimento. ve­de il rischio di «una diaspora inconciliabile» nel centrosinistra. Non so­no giorni facili per il se­gretario del Pd e forse la commozione che lo pren­de sul palco quando par­la degli «immigrati in fu­ga dalla fame». tradisce anche la tensione. E, durante l'intervista con Mentana, cita anche il modello Varese: un esempio da seguire l'ini­ziativa di vicinanza ai cit­tadini nel mese di ago­sto. Firenze lo accoglie con calore, come speri­menta Veltroni già in mattinata, arrivando al­la Festa prima di andare al ricevimento per il ma­trimonio di Jovanotti. «La base del partito è più avanti dei suoi diri­genti», si rincuora il lea­der che non riesce a ca­pacitarsi del fatto che, come sempre è accadu­to nella storia del centro sinistra, dopo la sconfit­ta parte «uno psicodramma senza fine» e che invece di «ripartire da uno straordinario 34%» si avvia «una di­scussione senza fine» con durissimi attacchi al vertice. «Ci sono dirigen­ti - sostiene Veltroni chiamando in causa Ar­turo Parisi - che tirano bordate per finire sui giornali e non capiscono che danneggiano il parti­to. Dire che Berlusconi è meglio di me è un'offesa al popolo del 34%, chi di­rige ha responsabilità più alte, non solo privile­gi». Quasi un benservito all'ex ministro della Dife­sa, ma è un'apertura quella offerta alla dispo­nibilità di big come D'Alema e Marini: «Va benissimo, è mio interesse di segretario e dobbia­mo coinvolgere tutti». Anche se una condizio­ne c'è: «Vorrei che ci fos­se uno spirito di squadra, sia che si vinca, sia che si perda», afferma Veltroni, ricordando l'in­gratitudine di quanti un minuto dopo la sconfitta passarono dal grazie al silenzio. E poi «per co­struire il Pd del futuro e non del passato, per me il principale problema è far avanzare una nuova generazione di dirigenti politici». Anche per questo, incontrando un gruppo di giovani romani che hanno steso sotto al palco uno striscione con su scritto:' «Noi giovani troppo avanti. .. E il partito?», assicura loro che avranno più spazio. I militanti, che. ormai non si chiamano più compagni, applaudono e il segretario dei Democratici guarda avanti: «La confusione è norma­le, ma ora si apre una fa­se nuova», bisogna tor­nare tra la gente e co­struire un'opposizione che faccia «tornare l'in­dignazione politica e mo­rale» verso il governo e riporti alla vittoria. Per­chè, se «Di Pietro caval­ca la tigre» del giustizia­lismo e «ha stracciato il nostro patto elettorale», il Pd resta un'opposizio­ne che «non dà colpi bas­si» a Berlusconi, che de­nuncia ma «tiene un filo di equilibrio» e che, «ol­tre al fronte del no, por­terà il 25 ottobre in piaz­za anche la proposta». E la prima Veltroni la an­nuncia illustrando un pacchetto per le fami­glie, per arginare la «la crisi dei consumi».
La Prealpina – 7 settembre 2008


Marantelli: orgogliosi di questo riconoscimento

(e.spa.) Quando gli esponenti varesini del Pd hanno invitato i cittadini rimasti in città nel mese di agosto a chiamarli e a segnalare bisogni e disagi, forse qualcuno ha sorriso e ha pensato: tanto van­no tutti in vacanza. Invece no. Non solo i telefoni dei politici hanno squillato, ma la loro iniziativa è diventata ufficialmen­te - con le parole di ieri di Veltroni - un modello per il partito a livello nazionale. Decisamente soddisfatto Daniele Marantelli, uno degli ideatori dell'iniziativa. «le parole di Veltroni - dice - sono moti­vo di grande soddisfazione perchè so­no il riconoscimento del valore di una buona idea e di un metodo che vuole privilegiare "attenzione ai cittadini e ai loro bisogni. Abbiamo voluto dare una ri­sposta concreta alla solitudine, resa parti­colarmente evidente nel mese di ago­sto. Il mio telefono è squillato parecchio e, pur senza promesse vane, credo sia stato importante soprattutto ascoltare le esigenze e i bisogni delle persone. Ci sono stati posti quesiti e problemi con­creti a cui siamo chiamati a trovare risposte adeguate. Credo debba essere questa la forza di un partito popolare co­me il nostro. lo credo che le individualità siano sacrosante ma debbano essere utilizzate per fare gioco di squadra, che ultimamente non sempre c'è stato. Se saremo in grado di seguire questo metodo i risultati arriveranno».

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