
E’ doveroso specificarlo, quando scrivo qualcosa che viene pubblicato su questo blog con la mia firma parlo a titolo personale, non a nome del circolo PD di Solbiate né tantomeno a nome del PD in generale. Non so più nemmeno quante volte l’ho detto ma evidentemente non basta. Obiezione interna: il blog è un organo di partito e quindi quello che viene scritto deve essere condiviso dai membri. Non è stato specificato se all’unanimità, a maggioranza qualificata o a maggioranza semplice. Chiederò al gestore di questo blog di pubblicare (termine tecnico “postare”) questo mio intervento un’ultima volta dicendo veramente quello che penso prima di venire sottoposto, d’ora in poi, alle forche caudine del comitato di cultura popolare. Potrebbe quindi essere l’ultima volta che viene pubblicato qualcosa che non sia stato filtrato in qualche modo. Per quello che mi riguarda prometto comunque resistenza, resistenza, resistenza. Intendiamoci, e parlo a nome mio, io continuo ad avere rispetto e stima per ognuna delle persone che fanno parte del circolo e anche, ovviamente, per tutti i membri del partito a qualsiasi livello, ma si stanno sbagliando su due cose. La prima è che non hanno capito la potenzialità e soprattutto la filosofia blog. Avere un sito di opinione come questo vuol dire pubblicare in tempo reale o quasi, e consegnare alla pubblica discussione, qualsiasi argomento di interesse comune si dovesse manifestare, senza aspettare di emettere un resoconto di poche righe dopo due mesi quando ormai quello che doveva succedere è già successo e senza che i cittadini ne possano essere venuti a conoscenza. Questa non è una pubblicazione periodica che deve essere pubblicata con costi altissimi, che siano soldi pubblici o privati, dovendo rendere conto di quanto si scrive agli inserzionisti di riferimento (commerciali o politici). Questa è una bacheca in cui ognuno può appiccicare la propria idea a costo zero, senza dover rendere conto a nessuno del proprio spontaneismo o finanche della propria ingenuità politica, che sia benedetta. Ma forse è proprio questo che fa un po’ paura, oppure c’è ancora qualcuno che ha nostalgia della pagina dell’Unità affissa in sezione, quella dove magari era raccontata la legittimità dell’invasione sovietica di Budapest, che era un’immensa minchiata ma perlomeno ti dava la possibilità di vivere nella situazione rassicurante in cui non ti era richiesta un’opinione, ma solo di accettare quella “condivisa”, e quindi l’unica possibile. Per fortuna quei tempi sono passati ma forse qualcuno non se ne è ancora accorto. Ditemi, in tutta onestà, in una situazione come quella italiana in cui i partiti di sinistra o di centro sinistra hanno scarse possibilità di accedere ai mezzi di comunicazione di portata nazionale, che cosa rappresenta una maggiore potenzialità per il PD, un periodico cartaceo che richiede soldi, impegno, magari qualche compromesso, e che arriva quando ormai è vecchio o qualcosa che può essere immediatamente accessibile a chiunque dovunque si trovi? Che parla tra l’altro di cose che succedono in quel momento sotto il nostro naso e che può dare spazio a chiunque abbia qualcosa da dire e che può farlo subito, non fra due mesi. Un sito è qualcosa di sostanzialmente diverso da un periodico, non solo nella forma, ma anche nel sistema di comunicare, ed è giusto che sia così, altrimenti non avrebbe senso. Certo, per il momento siamo piccoli e ci leggono in pochi, ma io sto parlando di potenzialità, di visione a lungo termine, mi sto rivolgendo a quelle generazioni che fra un po’ di anni leggeranno il giornale sul web e non andranno a prenderlo in edicola, mi sto rivolgendo a quell’epoca prossima ventura in cui ci verrà chiesto di confrontarci con le nuove tecnologie e con i nuovi sistemi di fare comunicazione. Abbiamo già perso il treno delle televisioni, vogliamo fare ancora lo stesso maledetto errore? Pensate che Telemilano 58 la vedessero in molti prima che diventasse Mediaset?
Il secondo errore è pensare che ci possano essere opinioni sempre condivisibili da tutti. Noi del circolo ci troviamo in una situazione delicata, con simpatizzanti e/o tesserati presenti sia nella lista di maggioranza che di opposizione. E’ ovvio che un qualsiasi articolo che sia di critica per l’uno o per l’altro (o per entrambi), subirà il veto di qualcuno del circolo. E immaginatevi quando ci sarà la campagna elettorale, pensate a qualcosa davvero tanto diverso da un bavaglio? Pensate che l’obbligo di pubblicazioni condivise, oltre a rallentare drammaticamente la frequenza di pubblicazione possibile, possa davvero dare un qualcosa di più alla discussione? Secondo me qualcosa in meno, ma potrei sbagliarmi.
Io credo fermamente nella potenzialità delle persone e nel contributo che ognuno di noi può dare a livello pratico e a livello “intellettuale”, credo che prima o poi le persone se ne renderanno conto e cominceranno a crederci anch’esse, credo nella forza delle idee, credo nell’idea della politica e del fatto che la politica abbia bisogno di idee (soprattutto oggigiorno), credo nella partecipazione, nella responsabilità, nel rispetto e nella tolleranza, credo che a volte le scorciatoie fanno solo perdere tempo e che la matematica può anche essere un’opinione, credo che puoi perdere sempre ma quando riuscirai a vincere sapendo che non sei sceso a compromessi con la tua coscienza può essere il giorno più bello della tua vita, credo che non sia giusto vincere ad ogni costo, credo nella coerenza, credo nel “discorso della montagna” di Gesù, credo che chi soffre per la verità e la giustizia e poi perde non è necessariamente un perdente, credo che bisogna essere cauti nelle alleanze, credo che posso sbagliarmi su tutto ma che almeno qualche volta ho avuto sicuramente ragione, credo che il mondo sia migliorabile e che quelli che credono il contrario sono solo rassegnati e non più furbi, credo che il realismo possa essere un pericoloso compromesso tra pessimismo e ottimismo, credo che sia molto facile cadere dalla padella nella brace, credo che non me ne frega niente di diventare protagonista, credo nella democrazia e nella sacralità delle istituzioni pubbliche, credo nella laicità a qualunque costo, credo che destra e sinistra non siano la stessa cosa e credo che la sinistra sia molto meglio, credo nella necessità di contribuire a trasformare le persone in cittadini perché solo le menti che pensano possono difendersi da sole dagli assalti di una certa politica vampira e illusionista, credo nell’autocritica, nell’autoironia e nell’autorità accettata e non imposta, credo nelle regole e negli arbitri, ma anche che le richieste che vengono dal basso a volte hanno una nobiltà maggiore delle imposizioni dall’alto, credo insomma nelle peculiarità dell’individuo ma più ancora negli interessi comuni di tutti gli individui, e credo soprattutto, ditemi quello che volete, che come Marco van Basten non ce n’è più.
Opinione personale ovviamente.