giovedì 2 ottobre 2008

Fannulloni...

di Ivan Vaghi

Da un po’ di tempo il ministro Brunetta sta imperversando sui media dedito al suo sport preferito, che sarebbe quello di cavalcare lo slogan populista-demagogico del “dagli al fannullone”. Secondo lui il dipendente statale medio è poco più di un parassita il cui unico scopo è quello di affossare le finanze italiane. Brunetta parla di meritocrazia, di lotta agli sprechi (in questo caso i salari, che però nel settore pubblico sono fermi da anni), di premiare i meritevoli e punire gli sfaccendati. Lodevole, lo facesse però sarebbe anche meglio. Qualcuno infatti non ha detto al ministro che i veri fannulloni sono i dipendenti pubblici assunti per clientelismi, raccomandazioni, parentele o peggio, e costoro, dal momento che sono intoccabili, possono tranquillamente continuare a farsi impuniti gli affari propri. Parlo per cognizione di causa dal momento che la pubblica amministrazione la conosco abbastanza. Gli unici che pagheranno le scelte restrittive del ministro saranno quelli che lavorano veramente, ad esempio i tanti ricercatori precari dell’università e degli enti sanitari che non verranno regolarizzati perché i posti di ruolo, a suo tempo, sono andati ai raccomandati e ai protetti di vario genere. E vi assicuro che le capacità individuali sono spesso l’ultima cosa di cui si tiene conto in questi casi.
Stiamo quindi parlando di un’attività di facciata, del solito fumo negli occhi buttato da gente che non ha veri argomenti e non ha nessuna idea di quali siano le strategie da adottare per ridurre la spesa pubblica senza influire sull’efficienza dei servizi. Volete un esempio? E’ notizia di oggi che la spesa pubblica a settembre è aumentata di 7 miliardi di euro rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Aumenta quindi il debito pubblico e gli interessi da pagare a carico degli italiani. Il motivo? L’aumento delle spese della pubblica amministrazione. Guarda un po’. Non c’è d’altronde da meravigliarsi in un paese in cui gli alleati del nostro governo assumono centinaia di consulenti e portaborse, spesso parenti o amici di amici, per i propri consiglieri comunali, provinciali e regionali. E’ successo in Sicilia se qualcuno si è perso la notizia, e il risultato è che il comune di Catania è in bancarotta e la regione Sicilia alla canna del gas. Federalismo fiscale? Quasi quasi mi convinco che è una buona idea, ma non so se Berlusconi a questo punto accetterebbe di perdere tutti i consensi che gli vengono dalla Sicilia, considerando che il tracollo di quella regione avrebbe come conseguenza la fine di un serbatoio di milioni di voti. Dobbiamo quindi veramente chiederci chi sono i veri fannulloni, se i precari del settore pubblico oppure quelli che cercano soluzioni semplicistiche a problemi complessi, e che ancora una volta stanno dimostrando di non essere all’altezza di gestire una situazione economica difficile e che richiede un vero intervento culturale, a cominciare da una classe politica, e soprattutto da un governo, che intende il suo ruolo solo come gestione del potere e non come mezzo per la risoluzione dei problemi.

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