martedì 17 aprile 2012

Cosa ci ha insegnato questa storia

Uno storiografo famoso disse che per giudicare qualcosa bisognerebbe osservarla da Marte perché solo così si riuscirebbe a essere sufficientemente obiettivi. Ci accontentiamo di qualcosa di più vicino, d’altronde l’obiettività potrebbe non essere un valore assoluto. Essere obiettivi vuol dire infatti mettere sempre e comunque sullo stesso piano posizioni diverse, anche quelle insostenibili. Platone accusava i sofisti di togliere valore alla filosofia proprio per questo motivo: se tutte le posizioni sono uguali e la differenza la fa la capacità del singolo individuo di convincere gli altri, vuol dire che non esiste più oggettività, non esiste più qualcosa che sia sempre e comunque vera. Il papa lo chiama relativismo ma sempre quello è. Ora sostituiamo la parola “convincere” con “imporre la propria volontà a dispetto di tutto e di tutti” e avremo il PGT di Solbiate.

I nostri sofisti sono partiti da una serie di presupposti: 1) l’unica cosa che conta è permettere al “privato” (entità eletta a figura religiosa) di fare affari; 2) la questione ambientale impedisce questo assunto inderogabile e quindi ce ne sbattiamo; 3) l’interesse della collettività è in contrasto con il punto 1 e quindi ce ne sbattiamo; 4) l’opinione della cittadinanza è il parto di gente sottosviluppata che non merita nessuna attenzione e quindi ce ne sbattiamo; 5) le leggi sono delle complicazioni fastidiosamente inutili; 6) i consiglieri comunali sono dei pupazzi che devono fare sempre e comunque quello che vogliamo noi.

Mi costituisco, non sono obiettivo, perché mai nella vita considererò questi presupposti meritevoli di stare allo stesso livello di altri. Ieri sera invece ci è stata raccontata una storia diversa, a tratti patetica. Abbiamo avuto l’architetto incaricato della stesura del PGT che brandiva il “diritto di edificabilità” come fosse l’ultimo dogma di fede, a cui bisogna immediatamente uniformarsi pena la scomunica. Abbiamo sentito l’assessore all’urbanistica sostenere che siccome un’area è rovinata la cosa più intelligente da fare è distruggerla del tutto. Abbiamo anche visto un sindaco dare lezioni di morale atteggiandosi a pontefice, presumo che presto o tardi darà alle stampe la sua prima enciclica in latino (titolo suggerito: Ad abolendam Solbiatem). Abbiamo soprattutto visto un gruppo di persone, i consiglieri di maggioranza, che ha già dato prova in passato di non avere nessun rispetto per i cittadini, prestarsi a quell’esercizio di disprezzo delle istituzioni che è stata tutta questa vicenda dell’adozione del Piano.

Rimango sostanzialmente della mia opinione, ognuno ha i rappresentanti che si merita. Solbiate più di questo, evidentemente, non può dare. Ne pagherà le conseguenze. Su una cosa però devo dare ragione a miss Attila: il peccato originale è stata la richiesta dello svincolo di Pedemontana. Avevamo detto su queste pagine (ahimè, il destino di Cassandra è veramente difficile da digerire) che sarebbe stato l’inizio dell’assalto a Fort Alamo e questo si sta puntualmente verificando. Cosa ci ha insegnato dunque questa storia? Niente, come non ci hanno insegnato niente le vicende passate. La prossima volta, con questo atteggiamento, andrà ancora peggio.

(citazioni: “Sofista” di Platone e “Ad abolendam”, enciclica di Lucio III che dava il via all’Inquisizione)

Ivan

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Caro Ivan e caro Stefano, ne abbiamo già parlato più volte ed è giusto che ognuno esprima serenamente la propria opinione. Non leghiamo sempre tutto alla scelta dello svincolo, l'urbanistica, nella maggior parte dei casi, ci ha mostrato che, di solito, si fanno prima le lottizzazioni e poi le strade, o meglio le lottizzazioni fanno fare anche le strade.Viceversa, facciamo un esempio concreto : la via dei Ronchi (che unisce le due provinciali) è stata fatta 40 anni fa, in tutto questo tempo, le Amministrazioni che si sono succedute, nonostante l'attrattività delle aree e le richieste pervenute, non hanno urbanizzato i terreni che attraversa, anzi li hanno preservati. Da decenni sono arrivate richieste per trasformare i terreni agricoli in via Combattenti, anni prima di sapere che lì ci sarebbe passata Pedemontana, erano comunque appetibili proprio per il fatto di essere serviti da una strada provinciale e molto vicini allo svincolo autostradale, mai sono state accolte. Anche questa volta si poteva lasciare tutto così com'era, c'era forse una comprovata necessità? Lo svincolo è solo una scusa, se un'amministrazione decide di trasformare un terreno agricolo deve assumersi la piena responsabilà della scelta, specialmente se questo terreno è stato giudicato di importanza agricola dalla Provincia nel suo piano di coordinamento. Dite che è stato commesso un peccato originale, lo accetto, la mia posizione è diversa ma è giusto così, il futuro ci dirà chi ha ragione, ma non è il peccato originale che stimola, giustifica e spinge al compimento di quelli che poi diventato veri e propri peccati mortali.

Antonello Colombo

Dronning ha detto...

Caro Antonello,
come ci siamo già detti per telefono per aumentare la qualità della vita servono vincoli e non svincoli. Il rischio è consegnare una pistola carica nelle mani sbagliate.
Ivan

Anonimo ha detto...

Hai perfettamente ragione.
Antonello