venerdì 15 giugno 2012

Un'occasione persa


Il PGT è stata un’occasione persa, un’occasione che ieri sera,  durante l’iniziativa organizzata dall’amministrazione comunale, ha mostrato quali fossero tutte le sue reali potenzialità.
Lasciamo a parte – per questa volta – le considerazioni di natura tecnica, che abbiamo già ampiamente trattato in diversi post precedenti, e pensiamo, appunto, a ciò che avrebbe potuto essere, e non è stato, il PGT per la comunità solbiatese.
La serata di ieri - come quella organizzata settimana scorsa dalle minoranze – è stata un’opportunità per discutere con passione e con intelligenza, senza alcuna polemica, delle scelte operate dall’amministrazione. La passione e l’intelligenza che hanno contraddistinto la totalità degli interventi sono la logica conseguenza di un processo, personale e collettivo allo stesso tempo, di introspezione. Quando pensiamo al futuro urbanistico, non pensiamo solo a strade e palazzine, ma pensiamo anche – un po’ – a chi siamo e a dove vogliamo andare. Lo so, detta così sembra un’esagerazione, ma riflettere sul territorio vuol dire riflettere sul nostro passato, sul passato anche di chi, come me, non ha nonni e genitori cresciuti a Solbiate, ma si sente comunque solbiatese e, perciò, quella storia la sente anche sua. Perché i luoghi hanno una storia, che è la storia di tutti coloro che, con quei luoghi, sono venuti a contatto. Ed è da questa storia che bisogna muovere, per rinnovare la tradizione, che vuol dire tramandare il fuoco e il calore umano che ha invaso quei luoghi, non venerare le ceneri. Quando rifletto su queste cose mi viene sempre in mente la manifestazione “Echi della Valle Olona”, organizzata oramai da due anni con un chiaro riferimento all’Unità d’Italia. Con tutto il rispetto per la manifestazione e con tutto il piacere che provo nel pensare all’Italia unita, il limite della manifestazione mi sembra proprio questo: il non essere legata da un rapporto intimo con la comunità solbiatese. Sembra quasi appiccicata, senza rispettare i tempi e le dimensioni. Vi è mai capitato, da bambini, di appiccicare la figurina di un calciatore dell’anno precedente sull’album della nuova stagione? A me sì, e all’inzio sembra una bella trovata, ma poi ci si rende conto che i colori sono diversi, le magliette sono diverse, magari anche le foto hanno un taglio diverso e lo sponsor è cambiato. Tutti “Opel”, per dire, e solo uno con scritto “Motta”: non è geniale, è brutto. Non c’è corrispondenza tra tempi e luoghi, tra dimensione del pensiero e dimensione dell’azione. Lo ripeto, senza alcun inteno polemico nei confronti di “Echi della Valle Olona”: a me sembra che quello sia venerare le ceneri, mentre il PGT avrebbe potuto essere – e ieri sera ne abbiamo avuto la prova – l’occasione per innovare la tradizione, pensare alla nostra comunità e attaccare tutte le figurine al loro posto. Senza dimenticare che le storie sono belle quando sono collettive, perché per completare gli album bisogna scambiarle, le figurine. Ed è in questo senso che il contributo di ciascun solbiatese avrebbe potuto essere importante, per dire “alt, io so quella cosa là, perché lì ci sono cresciuto, e se volete vi offro il mio contributo, perché così anche io sarò parte di questa storia”. E in questo caso, la storia avrebbe dovuto essere quella della Valle Olona.

E non basta - sinceramente - la dichiarata apertura dell'amministrazione per quanto riguarda le osservazioni. Perché questo percorso condiviso andava fatto prima, e perché la rigidità con la quale è stato portato in Consiglio in PGT fa cadere le braccia, a ripensarci - e ha fatto anche arrabbiare, proprio arrabbiare - e non fa pensare a nulla di buono, per quanta riguarda l'esito delle osservazioni. Spiace, davvero.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sono d’accordo su molti punti di questo tuo post, primo tra tutti che sia stata un’occasione persa per coinvolgere la cittadinanza in scelte comunitarie..
La responsabilita’ maggiore e’ sicuramente di chi aveva il dovere di coinvolgere mentre ha fatto di tutto per rendere il PGT qualcosa di lontano, comprensibile a pochi, al limite qualcosa da criticare al bar tra 5 o 10 anni quando ci si accorgera’ delle conseguenze di alcune scelte sciagurate. Ma la responsabilita’ e’ anche mia come cittadino che per pigrizia per non coinvolgimento personale ho conservato le mie perplessita’ da esporre pero’ brillantemente tra 10 anni al bar quando le conseguenze probabilmente saranno ben visibili.
In parte e’ anche vostra come gruppo politico. Dopo la primissima assemblea soporifera forse sarebbe stato il caso di organizzarne una seconda per tradurre in termini semplici cosa avrebbe comportato questa o quella discutibile “opportunita’” individuata dai nostri amministratori.
E’ vero, forse alcuni aspetti emersi nelle ultime due riunioni non erano ancora ben chiari, e non lo sono tutt’ora perche’ se fatico a giustificare il tecnico che sbaglia delle retinature e trasforma un’importante area da industriale a commerciale, non mi e’ chiaro come si stata votata dai consiglieri di maggioranza l’adozione di un PGT senza sollevare obiezioni portando come unica giustificazione la mancanza del tempo necessario per un’analisi piu’ attenta Non si poteva rimandare? Non si potevano avere prima le tavole? Chiedo.
Quello della retinatura e’ solo un esempio, mi riferisco anche alle altre questioni magistralmente sollevate dagli Arch.Colombo e Galli
Tuttavia si poteva forse fare cio’ che l’Amministrazione non ha fatto perche’ alla fine, agli occhi di chi non si e’ interessato, questa mia e vostra critica di oggi, assomiglia molto alle critiche da bar a posteriori quando di evidente ci sono soprattutto gli effetti.
Mi rendo conto non sia facile coinvolgere la gente quando si parla di qualcosa di non immediatamente tangibile pero’ se auspichiamo un cambiamento, tale cambiamento deve arrivare un po’ da tutti soprattutto da chi ne riconosce per primo la necessita’.
Riconosco a questo blog di aver dedicato una certa attenzione al tema del PGT, ma si e’ fatto proprio tutto il possibile o si poteva fare di piu’?
Non lo chiedo solo a te Stefano, lo chiedo anche a me e agli eventuali lettori di questo commento.

Alberto