lunedì 3 giugno 2013

Il ritorno del paternalismo?


Di recente ho partecipato alla stesura di un libro che racconta la storia del cotonificio di Solbiate. Una delle questioni più interessanti che abbiamo affrontato è stata quella del paternalismo aziendale, quella lunga epoca durata una sessantina d’anni (più o meno a cavallo tra ‘800 e ‘900) in cui le aziende si dedicarono a opere apparentemente filantropiche ma che in realtà avevano uno scopo preciso. In poche parole: l’industria italiana è stata a lungo in ritardo sul piano tecnologico e commerciale, pertanto era costretta a tenere basso il costo del lavoro (salari bassi, turni di lavoro elevati) per essere competitiva sul mercato. Alla lunga questo atteggiamento avrebbe causato conflitti sociali, che vennero disinnescati proprio con una politica di sostegno alle famiglie degli operai attraverso la costruzione di asili, ambulatori, dormitori, spacci aziendali ecc. Oltre a limitare i conflitti questo atteggiamento paternalistico legava i destini degli operai a quelli della fabbrica, quindi non si trattava di filantropismo disinteressato come invece si ritiene (ancora oggi a Solbiate, aggiungo).
Questa storia, soprattutto quella legata alla costruzione di ambulatori medici, mi è venuta in mente quando ho saputo dei quattro defibrillatori regalati alla comunità solbiatese da parte della Ely, l’azienda che si è da poco insediata sul nostro territorio. Intendiamoci, non si può che essere riconoscenti di questo regalo e io stesso mi sono offerto per partecipare al corso per imparare a usarli, ma c’è qualcosa che forse non torna. L’arrivo di Ely infatti è stato un po’ controverso. Ci era stato detto che avrebbero costruito un piccolo impianto a biomassa e la proposta era stata discussa dalla nostra commissione ambiente che l’aveva bocciata. A questo punto siamo venuti a sapere che nulla del genere era in realtà in previsione e che la Ely avrebbe semplicemente trasferito i propri uffici portando in dote alcuni posti di lavoro. I colloqui sono già in corso, questo lo so per certo, e quindi anche di questo ringraziamo l’azienda. Il fatto che non verranno costruiti impianti a biomassa è stato recentemente ribadito dal nostro sindaco, in modo molto chiaro, durante il recente incontro pubblico relativo ai problemi dell’Olona e della Elcon. Ma se le cose stanno così dovrebbe essere la comunità solbiatese che ringrazia la Ely, magari con qualche bel regalo, non viceversa. Invece la Ely ci ha regalato 4 defibrillatori ed è stata l’orgoglioso sponsor della quarta edizione degli Echi della Valle Olona. In totale stiamo parlando di una gran bella cifra. Che si aspettino in cambio qualcosa? Che sia un tardivo esempio di atteggiamento paternalistico per evitare qualche futuro conflitto con i cittadini?

Sia chiaro, i defibrillatori non li restituiamo e la cena comunitaria ormai è digerita. Facciamo così, consideriamo che sia solo una specie di operazione simpatia, dopotutto la credibilità di un’azienda passa anche attraverso la sua immagine e questo loro lo sanno benissimo. Sono una società per azioni, devono fare profitto, e avere alle spalle controversie con le comunità in cui operano non è mai un buon biglietto da visita quando si ha intenzione di bussare ad altre porte. Se invece la loro intenzione è di tornare a bussare alla nostra di porta, sappiano che non è con la costruzione di un ambulatorio che si risolvono i problemi, ma con un atteggiamento aperto, franco e trasparente. L’epoca del paternalismo è passata da un pezzo, non c’è più nemmeno quell’atteggiamento di passività psicologica che caratterizzava gli umili nei confronti dei potenti, quindi è molto meglio se ai defibrillatori e alle cene si aggiungeranno informazioni, dati e discussioni sui progetti. In quel caso andremo sicuramente d’accordo.  

Ivan Vaghi

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