lunedì 9 febbraio 2009

Area ex-Rovelli. Una possibile descrizione.

di Stefano Catone

L'obiettivo di questo scritto è fornire una descrizione accurata e comprensibile a tutti del Piano Integrato di Intervento (PII) previsto per l'area ex-Rovelli. Naturalmente verranno considerati sia i punti favorevoli che i punti critici del progetto, nell'intento di creare un'immagine obiettiva. Non possiedo conoscenze eccellenti nel campo edilizio/urbanistico, ma non per questo mi sono fatto spaventare: ho cercato di raccogliere tutte le informazioni possibili e di metterle assieme secondo una logica.

La ex-Sir non è più attiva dal 1983, e da allora nessuno se ne è più occupato, aprendo le porte al degrado dell'area: al momento sono presenti circa 110.000 m3 di edifici. Nel 1997 una variante al Piano Regolatore Generale (PRG) ha reso possibile la costruzione di urbano residenziale (30.000 m3) e commerciale (5.000 m3). La superficie massima di vendita di ogni unità era prevista in 400 m2. L'area non è stata toccata neppure negli anni del boom edilizio.

Nel settembre 2007 l'immobiliare DELCO (immobiliare DELCO era il nome anche della Società proprietaria dello stabile negli anni passati. La differenza con la società attuale è che la prima aveva sede a Busto, mentre la seconda ha sede a Bergamo ed è controllata da una società satellite, la Cormano srl, del Gruppo Costruzioni Begnini, l’attuale proprietario) presenta un piano di intervento che presenta alcune richieste di variante rispetto al PRG; tra le più evidenti un aumento del 10% della cubatura sia del residenziale che del commerciale e l'accorpamento del commerciale in un'unica struttura.

Nel gennaio 2008 viene dato avvio al procedimento del PII in variante al PRG, tra cui la richiesta di esclusione dalla VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Tale procedura, che porterà all'approvazione del PII nel Consiglio comunale del 22 gennaio 2009, è stata eseguita senza che fosse stato adottato il Piano di Governo del Territorio, uno strumento urbanistico (introdotto da una legge regionale del 2005) che andrà a sostituire il PRG e che ha lo scopo di definire l'assetto dell'intero territorio comunale. Le peculiarità del PGT sono la partecipazione della popolazione alla sua elaborazione e la sua multidimensionalità: geologica, ambientale, urbanistica, viabilistica, infrastrutturale, economica, sociale e culturale, nonché dal punto di vista dei servizi alla persona.

Veniamo ora alla descrizione del progetto approvato.

Il commerciale è stato suddiviso in due unità, per un totale di 1.500 m2 di vendita (galleria compresa) e 500 m2 di magazzino. La cubatura è passata da un massimo di 5.000 a 6.400 m3. La cubatura inerente al residenziale è rimasta invariata. L'altezza delle palazzine è crescente, dai 2 piani delle palazzine su via Mazzini, a 3 piani, a 3 piani più sottotetto abitabile nella zona adiacente la struttura di distribuzione.

Il viale alberato di via Rossini non verrà toccato; i parcheggi saranno posti all'interno del complesso e le aree verdi all'interno saranno di uso pubblico. Inoltre il parcheggio del commerciale sarà fruibile liberamente durante i periodi estivi coincidenti con le feste.

Il costruttore provvederà alla costruzione delle fognature di via Mazzini, alla sistemazione della piccola area verde che ora si trova tra il parco delle feste e via dei Patrioti e la sistemazione dell'incrocio tra via Patrioti e via Rossini.

La stima dell'aumento di popolazione indotta è di 250/300 unità, che non dovrebbero creare alcun problema alla rete di servizi comunali. 

In totale il Comune di Solbiate Olona incasserà 2.500.000 euro.

Ecco alcune immagini del progetto:







Naturalmente è da salutare con piacere un progetto che riqualifica una zona in disuso e abbandonata da più di venti anni (ove tra l'altro è presente dell'amianto), ma data l'ampiezza del progetto è inevitabile che siano sorti alcuni interrogativi.

Confrontando le richieste iniziali del costruttore con il PII balza immediatamente all'occhio che si è passati da una richiesta di aumento della cubatura del 10% per il residenziale e del 10% del commerciale ad un aumento del 28% del commerciale mentre il residenziale è rimasto come previsto dal PRG.

Il piccolo triangolo di zona bianca indicato nella figura sottostante non rientrava inizialmente nel comparto su cui intervenire, (probabilmente destinato a miglioramenti viabilistici dell'incrocio); con la variante del PRG il perimetro del comparto di intervento è stato modificato, andando a comprendere anche questa zona.








L'argomento portato nel documento di esclusione della VAS è che “in caso contrario non sarebbero bonificabili porzioni di opificio parzialmente ricadenti sull'ex area bianca del PRG”. Guardando l'immagine satellitare qui sotto è evidente come in quella zona non ricadano porzioni di opificio, ma solamente mura perimetrali.






Un ulteriore dubbio inerente alla variante al PRG riguarda la distanza minima, dal parco delle feste, a partire dalla quale è possibile costruire: si è passati da 10 a 5 mt. Tale distanza originale era pensata in funzione del disturbo sonoro che potrebbe essere arrecato dalle feste nel periodo estivo: 10 mt e una folta barriera di alberi avrebbero contenuto sicuramente di più il disturbo.

Un altro argomento che ritengo sia necessario trattare riguarda l'assenza di impianti per lo sfruttamento delle energie alternative (impianti fotovoltaici, pannelli solari, ecc.). Un progetto di queste dimensioni, comprendente una media struttura commerciale, non può non essere al passo coi tempi. Non si tratta neppure di un investimento a lungo termine: il problema energetico è uno dei problemi che più gravano sulla nostra società. Forse un investimento per le energie rinnovabili avrebbe anche incentivato e invogliato altri solbiatesi a muoversi in questa direzione. Tenendo conto che l'area è comunque privata, speriamo in successive contrattazioni in quest'ottica. Addirittura qualcuno ha detto che questo campo potrebbe funzionare da volano per l'economia.

L'indagine conoscitiva del sistema di distribuzione comunale sostiene che Solbiate sia carente di esercizi di vicinato. Di conseguenza, si sostiene, la nuova struttura andrà a soddisfare la domanda di prodotti alimentari generata dai residenti.

Il problema fondamentale, a parere mio, è che nello svolgere la valutazione del rapporto tra domanda e offerta non è stata considerata l'offerta dell'Iper, argomentando che, per collocazione spaziale e per dimensioni, è rivolta ad un bacino d'utenza sovracomunale. Si tratta di un argomento che ha in sé le ragioni della sua debolezza: “sovracomunale” non significa “extracomunale”. I solbiatesi si recano (eccome) a comprare beni alimentari all'Iper: è stupido escludere questa struttura dall'offerta rivolta ai cittadini solbiatesi! Non è un'offerta rivolta al 100% della popolazione quella dell'Iper (ad esempio i non automuniti) ma è rivolta ad una grande maggioranza dei solbiatesi. Non mettiamo in dubbio che l'Iper potrebbe non risentire di una nuova struttura (avendo utenza sovracomunale), ma ciò non significa affatto che l'offerta per i solbiatesi sia scarsa. I solbiatesi rappresenteranno una minima parte degli utenti dell'Iper, ma ciò non vuol dire che una minima parte dei solbiatesi si rechi all'Iper: è stato compiuto un evidente salto logico. La conclusione è che questo studio non è realistico sulle conseguenze che una nuova struttura avrà sugli esercizi di vicinato esistenti e non dimostra che ci sarà un beneficio per le persone che non possono spostarsi in quanto non dimostra la non sufficienza dell'offerta loro rivolta.

In secondo luogo queste constatazioni sono aggravate dal fatto che nell'indagine l'Iper viene considerato come un unico esercizio commerciale, dimenticandosi completamente dei negozi al suo interno.

Un ultimo punto, che in parte si ricollega alla questione della “zona bianca”, riguarda la viabilità. Lamentiamo l'assenza di uno studio viabilistico che comprenda l'incrocio tra via VI Novembre e via dei Patrioti.

Per concludere, sono stati rilevati alcuni punti su cui si sono concentrate delle osservazioni critiche. È indubbia la necessità di un intervento sulla zona in questione, in primo luogo per i problemi ambientali e di salute che potrebbe causare, ed in secondo luogo per rivalutare un paesaggio di degrado. La critica finale è che un maggior coinvolgimento della popolazione, in vista di un intervento che potrà condizionare la vita dei solbiatesi, oltre che dovuto, avrebbe potuto assicurare un migliore e più condiviso progetto.

26 commenti:

Anonimo ha detto...

Prima di tutto complimenti.

Un articolo veramente interessante e ottimo. Abbastanza equidistante tra l'altro.
Veramente bravo.


Per quanto concerne poi l'argomento dell'articolo è chiaro che i lati positivi (su tutti il fatto che sparirà una zona francamente inguardabile, anche se a mio avviso non è l'unico lato positivo) siano superiori a quelli negativi che comunque permangono ma che sarebbero rimasti in qualsiasi approntata.
Unica cosa: la distanza dall'area feste sarà un problema che riguarderà chi volontariamente andrà a scegliere di abitare in quelle palazzine.

Ancora complimenti.

Anonimo ha detto...

A proposito dell'area ex-Rovelli

" Il Piano Regolatore Generale, mediante un razionale assetto del territorio e organizzazione delle strutture pubbliche e private, si propone il perseguimento del massimo di qualità di vita. "
( ART 1.2, finalità del Piano Regolatore Generale, Parte Prima, PRG vigente di Solbiate Olona, Variante 2003 - Fase B )

Migliorare la qualità dell'abitare è il fine ultimo di ogni studio in materia architettonica e urbanistica, ma lo studio e la progettazione troppo spesso si perdono tra speculazione edilizia, interessi economico-politici, mediazioni obbligate.
E' difficile restare in silenzio di fronte all'ennesima violazione dell'articolo sopra citato.
Il recupero dell'area ex-Rovelli doveva essere occasione culturale per uno studio di progetto avanzato, innovativo e sensato, che cercasse per lo meno un minimo di compromesso significativo, e non l'ennesimo episodio di inchino al cospetto della speculazione.
L'approvazione di una variante così consistente è la dimostrazione di non voler utilizzare nella maniera corretta gli strumenti di governo del territorio: l'esclusione dalla VAS è inaccettabile.
La VAS è un importantissimo strumento che controlla il P.I.I. in tutto il suo iter progettuale, dal preliminare all'esecutivo, fino alla manutenzione delle opere realizzate, istituito per garantire le finalità di progetto.
E' purtroppo la classica e spiacevole pratica all'italiana, silenzio-assenso e leggi non rispettate. L'assurdo è che la stessa legge lo permette: la giunta comunale può approvare ogni tipo di variante richiesta, lo stato l'ha investita di questo potere.

Utilizzare la superficie territoriale e non quella fondiaria per il calcolo degli indici urbanistici, diminuire la distanza da confine da 10 m. a 5 m., aumentare vertiginosamente le volumetrie, senza ridurre la superficie coperta, hanno un unico e solo denominatore: costruire il più possibile grazie ad escamotage creati ad hoc, tutelandosi alla perfezione.
Un esempio: inserire la “ zona bianca ” nell’area soggetta a P.I.I. e calcolare la superficie coperta tramite la superficie territoriale, e non fondiaria come da norme vigenti, ha portato ad un incremento della superficie coperta di 415 mq.
In termini più semplici, 415 mq che dovevano essere tutto tranne che costruito, saranno edificati.
Prediligere la verticalità poteva essere un'ottima linea progettuale, per ridurre la superficie coperta e dare spazio ad un'effettiva rivalutazione dell'area, aprendo l'isolato con una piazza o con una zona verde realmente utilizzabile.
La superficie drenante e i parcheggi sono calcolati al minimo imposto dal regolamento edilizio, minimo non è mai sinonimo di qualità.
Non ho visto nella documentazione resa pubblica, sia nella disposizione planimetrica che negli alzati, nessun tentativo di avvicinamento ad una valenza architettonica contemporanea. Mai sentito parlare di architettura sostenibile?

Altro punto fondamentale, il commerciale.
La realtà commerciale di Solbiate è obiettivamente in crisi da tempo, i negozi sono pochi e già in difficoltà, e il progetto attuale rischia di aumentare notevolmente tali difficoltà.
Il rischio?
Una bella strada nel centro del paese, vestita a nuovo di polvere di Cuasso, ma deserta.
E non dimentichiamo la fascia di rispetto cimiteriale, che quantitativamente sulla carta viene fatta quagliare, ma di nuovo nessuna qualità.
Immaginate un po': il Natale, i saldi, o altre occasioni speciali, la solennità dei cipressi di via Rossini sarà rasa al suolo da un progetto privo di dignità.
Le leggi di mercato impongono il centro commerciale?
Si poteva perlomeno cercare un compromesso. Una possibilità potrebbe essere ribaltare su via Mazzini l'intervento adibito a commerciale, evitando di congestionare ulteriormente una via dei Patrioti già al limite del collasso, ma in questo modo non sarebbe usufruibile il parcheggio antistante il cimitero, dettaglio che ai signori DELCO di certo non è sfuggito.

La cosa che più mi delude è che oltre a mancare di Architettura, questo progetto manca totalmente di buonsenso.

Anonimo ha detto...

Per Maria Cristina.

Usciresti con me? E' così difficile oggigiorno travare gente che ragiona e che ha buon senso...
Martin Lutero

Anonimo ha detto...

…Utilizzare la superficie territoriale e non quella fondiaria per il calcolo degli indici urbanistici, diminuire la distanza da confine da 10 m. a 5 m., aumentare vertiginosamente le volumetrie, senza ridurre la superficie coperta, hanno un unico e solo denominatore: costruire il più possibile grazie ad escamotage creati ad hoc, tutelandosi alla perfezione....

Attualmente ci sono ruderi per 110.000 metri cubi, il piano precedente prevedeva 35.000 metri cubi, sono stati approvati 36.400 metri cubi dove sono le vertiginose volumetrie.

La realtà commerciale di Solbiate è obiettivamente in crisi da tempo, i negozi sono pochi e già in difficoltà, e il progetto attuale rischia di aumentare notevolmente tali difficoltà.
Il rischio?Una bella strada nel centro del paese, vestita a nuovo di polvere di Cuasso, ma deserta.

I negozi in paese, come già stanno facendo, stanno puntando alla diversità e alla qualità (es. Prodotti Sardi e Pasticceria) e questa strada è il futuro di ogni negozio in ogni paese.
Consiglio di leggere: http://www.istitutomoro.net/giornale_scolastico/Gennaio2009.pdf


E non dimentichiamo la fascia di rispetto cimiteriale, che quantitativamente sulla carta viene fatta quagliare, ma di nuovo nessuna qualità. Immaginate un po': il Natale, i saldi, o altre occasioni speciali, la solennità dei cipressi di via Rossini sarà rasa al suolo da un progetto privo di dignità.
Le leggi di mercato impongono il centro commerciale?

Ricordo che non è un centro commerciale , ma probabilmente un discount e che questa tipologia rispetti più di ogni centro commerciale lo spirito natalizio, se non altro per la semplicità e i prezzi popolari.
Poi dire che via Rossini sarà rasa al suolo... quando i suoi cipressi finalmente non avranno un muro contro e quindi a questo punto recupereranno sì la loro dignità..


Si poteva perlomeno cercare un compromesso. Una possibilità potrebbe essere ribaltare su via Mazzini l'intervento adibito a commerciale, evitando di congestionare ulteriormente una via dei Patrioti già al limite del collasso, ma in questo modo non sarebbe usufruibile il parcheggio antistante il cimitero, dettaglio che ai signori DELCO di certo non è sfuggito.

Soprattutto pensando alle persone che spingeranno i carrelli su una rampa in salita a senso unico e contromano per arrivare al parcheggio del Cimitero. Va bene non essere d'accordo
però questo è arrampicarsi sui vetri.


La cosa che più mi delude è che oltre a mancare di Architettura, questo progetto manca totalmente di buonsenso.

Il buonsenso è proprio l' unica cosa che è stata usata , tenendo conto poi, visto i tempi, di altri argomenti, non solo architettonici, come:
tagli del governo ai comuni =mancato rispetto patto di stabilità = taglio servizi sociali......o
niente case =meno famiglie =meno figli =paese di anziani (però con i servizi sociali tagliati!)…
e lavoro per qualche anno (tutto recuperando un degrado e non eliminando una zona verde).
Se poi non piace…vabbè, i gusti non si discutono, comunque non uscire con uno che non si firma ;-)

Anonimo ha detto...

...il fatto è che mi chiamo proprio così: Martin(o) Lutero...
ML

Anonimo ha detto...

ma Cristina quanti bicchieri di Vin Brulè ti sei bevuta per scrivere un pensiero cosi contorto???

Se si farà l'intervento in ogni caso si migliorerà la qualità di tutta quella zona del paese in quanto si recupera un'area industriale dismessa da anni con presenza anche di amianto.
Qualcuno in qualche blog precedente parlava che dagli attuali 100mila mc si passerà a 35mila mc di cementificazione pertanto un terzo dell'attuale.

La documentazione resa pubblica è una disposizione di massima;l'architettura delle abitazioni la si può apprendere solo quando ci sarà l'inizio del progetto vero e proprio. le palazzine possono essere gialle rosse verde o blu, con balconi rettangolari o arrotondati con tapparelle o persiane,con le tegole rosse o marroni, progettate da un geometra o da un designer l'importante secondo me che siano vivibili e ben integrate con la zona circostante.
La tua idea di prediligere la verticabilità per avere più verde è pura fantasia; una supposta o un pisellone alto 20/30 piani nelle nostre zone è un'idea assurda non recepibile.
Per quanto riguarda l'architettura sostenibile: hai presente S.Giulia a Milano di N.Foster? l'idea coraggiosa di sviluppare un quartiere sostenibile ha portato a far lievitare i prezzi che solo pochi eletti possono permettersi di abitare con il quasi blocco dei lavori per mancanza di fondi e di vendite.
Questo è oggi S.Giulia e lo saranno domani City Life e le Varesine/Garibaldi, ti parlo di questi progetti perché non ne conosco altri nelle nostre zone confinanti e comunque Tu saprai che la Regione Lombardia con D.L n°311/06 e DGR 5018/07 disciplina i nuovi criteri per il risparmio energetico che tutte le nuove costruzione devono rispettare.

Per quanto riguarda il commerciale sono dell'idea che non entrerà mai in conflitto con le realtà commerciali esistenti grandi o piccole che siano. il mondo del discount è un mondo a se e più si andrà avanti più ce ne sarà bisogno con queste crisi economiche che portano le famiglie a tirare la cinghia ed arrivare a fine mese con difficoltà.
Se frequenti il centro del paese potrai contare solo su una mano le saracinesche di negozi chiusi o abbandonati esistenti; questo è perché probabilmente il proprietario del negozio non vuole affittare o chiede troppo di affitto anzi in quest'ultimi anni sono state aperte nuove attività che sembrerebbero premiare i gestori che hanno avuto il coraggio di investire a Solbiate.
Poi ti ricordo che nessun negozio ha chiuso dopo l'apertura dell'Iper; i negozianti che lo hanno fatto è solo perchè hanno raggiunto l'età della pensione e non c'era un proseguimento generazionale o i figli hanno giustamente preferito fare altre scelte.
Ultima nota i parcheggi: ben venga (nel caso che i parcheggi previsti non siano sufficienti) l’utilizzo anche del parcheggio cimiteriale, vuol dire che le persone apprezzeranno di fare quattro passi in più a piedi per andare a visitare l’amico o fare la spesa; mi spiace che le persone utilizzino troppo l’auto nel nostro piccolo paese e che si lamentino sempre e in ogni caso, sia per la mancanza sia per la creazioni degli stessi.

“Un Futuro per Solbiate”

Stefano ha detto...

Invito alla moderazione e alla sobrietà dei termini, soprattutto nei commenti rilasciati in forma anonima.

Anonimo ha detto...

questa sera (12.02.09 - h 21.00)
al Centro Socio Culturale i Gruppi di Minoranza illustreranno il progetto per l'Area E-Sir ai solbiatesi.

Forse non avete ritenuto fosse un informazione da dare ai Solbiatesi.

Vale sempre il concetto che meno informazioni si danno alla gente e meglio è.

Buon Lavoro.

Anonimo ha detto...

penso che la cosa migliore da fare sarebbe un bel parchetto per giovani e anziani e non un'ennesima area urbana dove non venderanno le case perchè i prezzi saranno troppo alti o i giovani dovranno rovinarsi per pagare 40anni di mutuo per un buco di 85mq.
Via! facciamo un pò di verde con magari un laghettino che non fa del male a nessuno tipo parco castello a legnano. Più relax per tutti e meno speculazioni.
grazie

Lucio Ghioldi ha detto...

Solbiatese Doc, mica tanto, visto che
non sai che quest'area è privata e non del Comune. Comunque se nel frattempo una vincita al superenalotto ti sorridesse, i milioni di euro che servono per l' acquisto e la bonifica, potresti donarli tu al comune e tutti saremmo lieti di accontentarti ;-)

Anonimo ha detto...

abbiamo gia' uno schifo di via varese.due mi sembrano decisamente troppe senza contare sul fatto che alle persone che verranno ad abitare bisognerebbe offrire servizi tipo asilo nido e affini....come pensate di fare visto che la situazione delle scuole solbiatesi e' gia' al collasso?ottima l'idea del solbiatese doc che propone il laghetto al centro dell'area parco.per le oche non c'e' problema.... in paese abbondano!!!!
e anche tanti altri animali.

Anonimo ha detto...

caro lucio,
e i soldi dei proventi per l'area di urbanizzazione? ma la torta la spartite con tutti i solbiatesi o ve li tenete voi?
non per essere polemico ma ci sono un sacco di modi per ottenere il denaro per rilevare il terreno da parte del comune. Propongo un sondaggio tra gli abitanti per decidere il destino di questa triste area.sono sicuro che se chiedete a NOI cittadini un contributo per farla diventare un area verde una buona parte sarà felice di partecipare al suo finanziamento piuttosto che vedere l'ennesimo quartiere fantasma...
auguri

Anonimo ha detto...

no...un ennesimo laghetto???!!! ce ne sono già quattro al golf...poi cosa facciamo un allevamento di rane?

evviva le utopie!

Stefano ha detto...

Invito nuovamente alla sobrietà: gli ultimi commenti sono stati pubblicati perchè in parte esprimevano opinioni in modo civile. D'ora in poi mi riservo il diritto di non pubblicare interventi che, anche solo in parte, mettono a rischio la bontà del confronto.

Lucio Ghioldi ha detto...

Visto i tanti modi perchè nessuno, in tutti questi anni, è riuscito a realizzare questo sogno, che è di tutti? Questa è semplicemente una soluzione di buonsenso.

Anonimo ha detto...

Ieri finalmente si è assistito alla prima assemblea pubblica per la presentazione del progetto nell’area ex-Rovelli. Complimenti alla minoranza per aver avuto la capacità di organizzare un incontro prima della maggioranza (alla quale senza dubbio spettava questo compito), e per aver affrontato l’argomento in maniera tecnica. Peccato non aver pubblicizzato a sufficienza l’evento.
Sono invece profondamente rattristato per il comportamento tenuto da tutti i miei ex-colleghi di maggioranza, i quali, probabilmente per impegni improrogabili, non hanno potuto partecipare e dimostrare la “bontà” del progetto che hanno approvato.
Su questo blog, così come sui quotidiani, l’attuale maggioranza ha già anticipato che organizzerà un’assemblea pubblica: possiamo sapere quando? Così non prendo impegni. Vi chiedo una cortesia: potete organizzarla prima del 26 febbraio (termine ultimo per la consegna delle osservazioni)? Ho alcune domande da porre. Grazie.

“Un futuro per Solbiate” è l’ennesima lista in via di organizzazione?? Se il futuro che si deve aspettare Solbiate è quello che Lei descrive, e con i termini con i quali esprime, direi che siamo messi bene. Alcuni suoi passaggi circa il colore delle palazzine e dei tetti non mi sono nuovi.
La qualità della vita è un concetto che per Lei a quanto pare non esiste, ed ora motivo questa mia perplessità. Acquistare presso è un discount è diventata una normalità, soprattutto quando si vanno ad acquistare dei prodotti che non richiedono qualità organolettiche particolari, come ad esempio l’acqua, lo zucchero, il sale, etc. Tuttavia la tendenza attuale, ed a maggior ragione con la crisi economica in atto, è quella di spendere i propri soldi nella maniera più corretta e avveduta, cercando prodotti di qualità e certificati. E così succede anche con gli immobili. Si è mai chiesto come mai gli appartamenti costruiti a Fagnano (vicino alla Facib per intenderci) sono al 90% invenduti?? Non sono belli esteticamente, non prevedono nulla circa il risparmio energetico, non sono serviti da servizi, hanno delle metrature paragonabili a gabbie da ingrasso per conigli e, nonostante tutto ciò, non sono nemmeno a buon mercato.
Qualcuno diceva che i giovani sono tenuti a pagare un mutuo di 40 anni per un appartamentino. I giovani sono anche contenti di pagare un mutuo di 40 anni, ma per un qualcosa costruito perlomeno con la concezione attuale del risparmio energetico (e non quella di vent’anni fa) che nel breve periodo permette loro di rientrare ammortizzare gran parte dei costi. E’ sicuro che i parametri di legge che cita sono stati rispettati nella bozza di convenzione?
La “supposta” sarà anche un ottima terapia, ma non tutti gradiscono una terapia così invasiva. Ci sono terapie più dolci e meno indolore, per tutti.

Roberto Viganò

Anonimo ha detto...

Riporto quanto scritto sopra:

La “supposta” sarà anche un ottima terapia, ma non tutti gradiscono una terapia così invasiva. Ci sono terapie più dolci e meno indolore, per tutti.

Si parla da sei mesi su questo blog dell'area ex-sir ma io non ho visto una (dico una, non cento) proposta alternativa.
Avessi studiato medicina sapresti che a volte la supposta è l'unica via percorribile e questo è un chiaro esempio.

Lucio Ghioldi ha detto...

Una delle critiche riportate riguarda la viabilità interna e qui si rasenta il paradosso, in quanto quella prevista attualmente è stata progettata su richiesta della minoranza nella riunione dei capigruppo.

Le oche, se hanno salvato il Campidoglio, possono benissimo salvare anche Solbiate. Ma soprattutto consiglio la lettura del libro "L' anello di Re Salomone" dell' etologo Konrad Lorentz che racconta la vita dell' oca Martina, potersti cambiare opinione sulle oche ;-)

Anonimo ha detto...

ELOGIO ALLE MINORANZE

Con l’assemblea del 12 Febbraio le liste Uniti e Insieme per Solbiate, oltre a dimostrare un alto senso di responsabilità nei confronti dei cittadini, hanno saputo finalmente affrontare con serietà e professionalità un tema politico come quello dell’ex-area sir. Una volta tanto le due liste hanno messo da parte preconcetti e dettagli di poco conto che spesso accompagnano gli articoli pubblicati su “La voce solbiatese”.
Informare i cittadini, soprattutto sulle questioni importanti, E’ UN ATTO DOVUTO, oltre ad essere un gesto corretto e democratico: così hanno fatto le minoranze anche se sarebbe stato meglio farlo qualche tempo prima. Ma non è mai troppo tardi! Ora, anche se c’è poco tempo, suggerirei comunque all’opposizione di continuare con i suoi appelli affinché parte del progetto possa essere rivista e modificata. Inviterei poi i cittadini che non condividono questo tipo di intervento sull’ex-area sir a dare un maggior contributo esprimendo i loro pareri attraverso qualsiasi mezzo, a cominciare da questo blog che con il tempo si sta rivelando uno strumento formidabile!

Grazie
Arsenio75

Anonimo ha detto...

Assemblea pubblica su Area ex-Rovelli
Ivan Vaghi

Volevo giusto raccontare le cose più interessanti sentite giovedì sera all’assemblea pubblica organizzata dalle liste di minoranza (esclusa la Lega) sulla vicenda ex-Rovelli, cercando di essere il più neutro possibile riguardo i giudizi. Ci sono state tre contestazioni principali. La prima riguarda la viabilità e come il sistema viabilistico interno all’area commerciale si inserisce nella viabilità ordinaria della provinciale. Secondo il consulente invitato (chiedo scusa ma non ricordo il nome) non è stata prestata sufficiente attenzione al traffico ordinario ma soprattutto al traffico pesante di via Rossini e della stessa area commerciale (carico-scarico, rifiuti ecc.). Sempre secondo il consulente nei momenti di maggior traffico (venerdì pomeriggio e sabato) ci può essere il rischio di congestione della rotonda del cimitero e della stessa via Rossini, in quanto non è stata tenuta in considerazione la presenza poco distante di un semaforo a tre tempi (oltre che l’ingresso in via Varese che già adesso creano problemi). La seconda contestazione riguarda il fatto che il progetto è stato realizzato basandosi su regolamenti vecchi e non più in vigore da anni. Se ho capito bene ci sono gli estremi per un ricorso al TAR con conseguente annullamento della delibera del comune e quindi la messa fuori legge di tutto il progetto. Visti però i tempi necessari (diversi anni) e visto che non si può nel frattempo interrompere i lavori, una volta emessa la sentenza di annullamento il costruttore farebbe causa al comune per i danni, e quindi tutto il discorso viene a cadere perchè nessuno si può permettere una cosa del genere. La terza contestazione è quella più interessante da un punto di vista sia pratico che filosofico, consentitemi il termine. In questo progetto non è stata prestata la minima attenzione alla progettazione sostenibile, come gli edifici a basso impatto energetico o addirittura a consumi zero, la presenza di approvvigionamenti energetici rinnovabili, in una parola alla messa in atto di concetti di bioingegneria. Non si tratta di un capriccio, ma di una esigenza stabilita da trattati internazionali (Protocollo di Kyoto), che prevede multe (e quindi tasse) per i comuni che non si adeguano. Non fosse per le multe direi che sarebbe anche ora di cominciare a pensare all’urbanistica in modo più responsabile e sostenibile (ma questa è una mia opinione). Altre contestazioni vengono dalla classificazione di impatto ambientale dato al progetto (valore 1 su una scala di 25, che a parere del consulente non ha dato abbastanza risalto alla chiesa del Lazzaretto, al viale alberato di via Rossini e al cimitero), che ha consentito al progettista di poter ricorrere a protocolli meno impegnativi dal punto di vista burocratico, e il posizionamento della viabilità pedonale interna che non si integra con quella esterna (non si è pensato di dare risalto prospettico alla chiesa del Lazzaretto). Spero di non essermi dimenticato niente di importante, al limite si può integrare. C’è tempo fino al 26 febbraio per muovere delle osservazioni al progetto, poi ci sarà un consiglio comunale che renderà il progetto, se approvato, esecutivo (anche qui, spero di aver capito bene). L’ultima questione che la minoranza (tranne la Lega) ha voluto sottolineare è stata la scorrettezza di voler accorpare la questione della bonifica del terreno, cosa buona e giusta, al progetto residenziale, come se le due cose fossero imprescindibili. In realtà ci sarebbe stata la possibilità di bonificare e pensare al progetto edilizio in modo più sereno e responsabile. Attendiamo smentite, contestazioni, precisazioni, rilievi e ulteriori complimenti grazie.

Lucio Ghioldi ha detto...

Quattro anni di Kyoto

A quattro di distanza dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto (16 febbraio 2005) il Comune di Solbiate Olona, l'Assessorato alla Cultura e la Biblioteca Comunale, in collaborazione con il sito www.pellicolascaduta.it, organizzano la rassegna cinematografica “Verde*Cinema – Un percorso cine-ambientale”, presso il Centro Socio-Culturale Solbiatese (via dei Patrioti, 31), giovedì 19 febbraio, giovedì 5 marzo e giovedì 19 marzo 2009, alle ore 20.45, ingresso libero e gratuito.

La rassegna cinematografica, a cura di Matteo Contin, si pone l’obiettivo di approfondire tematiche legate all’ecologia e al rispetto dell’ambiente, attraverso un ideale percorso che analizza sia problemi globali che aspetti più legati al nostro territorio. Ogni serata proporrà non solo la visione di un documentario cinematografico ma anche una serie di approfondimenti legati al tema. Per ogni proiezione sarà disponibile un’apposita scheda con la recensione del film e alcuni consigli di lettura e visione. Tutte le schede, come anche questo comunicato stampa, utilizzeranno come font il carattere “EcoFont”. Grazie ad esso è possibile risparmiare fino al 20% del colore utilizzato; si può scaricare gratuitamente a questo indirizzo www.ecofont.eu.

Le idee brillanti sono spesso semplici: quanto di una lettera può essere rimosso, pur mantenendo la sua leggibilità? L’innovazione risiede semplicemente in forellini applicati all’interno delle lettere, dei numeri e dei caratteri. Anche se inizialmente nell’immagine rappresentativa sembrano di grandi dimensioni, i buchi sono impercettibili una volta stampati i testi. Il primo appuntamento della rassegna sarà dedicato al recente caso dei rifiuti nel napoletano con il film documentario shock sull’ecomafia in Campania “Biùtiful cauntri”.
Prossimo appuntamento giovedì 5 marzo 2009, con il documentario “L’incubo di Darwin” di Hubert Sauper. Questo film parla di un pesce... del nostro filetto di pesce persico. E parla anche di guerra, di armi e di povertà....

Anonimo ha detto...

LUCIO GHIOLDI PREDICA BENE E RAZZOLA MALE

Ma Sig.Lucio Ghioldi ci prende per i fondelli? Stiamo evidenziando il fatto che l’Amministrazione ,di cui Lei fa parte, nell’approvare il progetto sull’area ex-sir non ha minimamente tenuto conto dell’aspetto energetico e Lei fa il saputello sulle iniziative socio-culturali-cinematografiche organizzate dal Comune di Solbiate.

A parte che non avendo la sua intelligenza (per mia fortuna) Sig.Ghioldi non ho capito un’accidente di cosa volesse dimostrare con il Suo intervento e poi mi deve spiegare cosa c’azzecca (direbbe qualcuno) con l’area ex-sir .

Sa, a volte non capire il contenuto di un discorso non vuol dire essere ignoranti, ma piuttosto chi scrive dovrebbe essere chiaro e farsi capire, ma questa è una virtù di pochi. Ci sono sempre più maestri in giro. Ma avranno la licenza per insegnare?

Se Lei è così preparato sul Protocollo di Kyoto mi spiega perché in un progetto di questa portata non è intervenuto a dare il suo apporto e non ne avete tenuto conto, e in concreto cosa ha fatto la “sua” Amministrazione in questi cinque anni? Per le nuove costruzioni avete chiesto di tener conto del Protocollo di Kyoto?

E visto che recentemente si sono realizzati i nuovi spogliatoi del campo di calcio, considerato che si fa un grande utilizzo di acqua calda avete fatto installare dei pannelli per la sua produzione?

Sappiamo chi ha tenacemente voluto che l’affare ex-sir andasse a buon fine, agli altri come Lei spettava solo l’onere di alzare la manina e chi non ha voluto essere vostro complice ha lasciato.

Ogni tanto bisognerebbe avere il buon senso di tacere come stanno facendo molti suoi colleghi.

Lucio Ghioldi ha detto...

Ero indeciso se rispondere o no. Il mio ultimo intervento, semplicemente,
voleva solo far pubblicità ad una bella iniziativa della Biblioteca.

Lucio Ghioldi ha detto...

Per l' ultimo Anonimo

Non l' ho vista al Cineforum, anzi non ho visto nessuno di voi. Solo una domanda ma perchè Kyoto dovrebbe
valere solo per l'area ex-sir e non per Via Vignole (vedi report Consiglio Comunale). Per me caro anonimo sei tu che
predichi e razzoli male, senza riferimenti alle oche spero ;-).
Alzare la mano vuol dire assumersi responsabilità e ne sono fiero soprattutto perchè, in questi 5 anni,
a furia di alzare la manina, Sobiate
avrà/ha il recupero di tutte le aree dismesse, il nuovo centro storico, il nuovo oratorio, la mensa delle scuole medie, la Solbiate Olona Servizi che ci fa risparmiare sui costi dell' acqua, una nota di merito da parte di Lega Ambiente sulla raccolta differenziata, nuovi lampioni, che consumano meno ma illuminano di più, su tutte le strade, nuove attività culturali, ecc. ecc.
ha già dimenticavo il nuovo spogliatoio e l' aver portato a termine i progetti della precedente amministrazione come
via Calvi e piazza Sacro Cuore.
Inoltre siamo rimasti l' unico comune della zona, insieme a Gorla Maggiore (pero' ha la discarica, che aiuta) senza addizionale IRPEF. Forse potevamo fare qualcosa in più, lo ammetto, ma siamo esseri umani (anche se continuate
ad associarci a qalche animale).
Mai tacere, sono così belle le discussioni, ancora di più se si sa con chi si sta parlando.

Perchè guardi la pagliuzza che è nell' occhio di tuo fratello e non vedi la trave che è nel tuo (Luca 6,39-42)

Anonimo ha detto...

anche lei Ghioldi ha delle Travi dimenticate: l'ex oratorio femminile e i campi da tennis ormai abbandonati.

"Un Futuro per Solbiate"

Lucio Ghioldi ha detto...

La colpa maggiore è del privato
che doveva intervenire e all' ultimo momento si è ritirato (però almeno ha pagato una penale). Forse si poteva gestire meglio, non so.
Per l' ex-oratorio femminile purtroppo non è facile, visto lo stato in cui versa, far combaciare costi-benifici
per la comunità solbiatese.Si è tentato e ancora si cerca una soluzione. Siamo umani ;-)