mercoledì 4 marzo 2009

Architettura sostenibile? Si può fare! - Parte Seconda

di Cristina De Simone

Passiamo ora dalla teoria alla pratica.

Inserimento nel tessuto urbano del nuovo insediamento.

Nell’immagine 1.1 sono riportate due proposte di “schema planimetrico primordiale”, un punto di partenza da cui prenderà poi forma il concept (l’idea di progetto).

L’organizzazione urbanistica è connotata dalla permeabilità dell’area, che assume il ruolo di potenziale cerniera del sistema di collegamenti verso alcuni punti significativi del territorio: Piazza Mercato, area feste, centro del paese, Chiesa dell’ex Lazzaretto (Oratorio di S. Gregorio), ambito naturale della Valle Olona, cimitero.”

( cit. - verifica di esclusione dalla VAS )

Nel planivolumetrico di progetto non è leggibile nessun genere di collegamento verso i punti definiti significativi del territorio, tra l’altro non considerati in maniera appropriata nello studio di impatto paesaggistico, come ribadito nell’assemblea del 12 febbraio.

Una linea è un pensiero, non vedo linee.

Si vuole rivalutare l’ ex Lazzaretto? Bene, come si può fare?

La prospettiva è una di quelle “voci fondamentali” della progettazione urbana: creare un asse che abbia come punto di fuga l’ex-Lazzaretto è una possibilità, un asse chiaramente con destinazione ciclo-pedonale. L’operazione richiede un minimo di risistemazione planimetrica della piazza Mercato e del Parco Feste, servirebbe il Dwg di un rilievo attendibile per uno studio almeno significativo, ma ripeto, questo è solo un punto di partenza. Nella proposta B si rispetta maggiormente l’esistente (Parco Feste e piazza Mercato), comunque in entrambe si crea un collegamento ciclo-pedonale tra via Rossini e via S. Vito, che prosegue fino alla piazza della Chiesa grazie al passaggio situato da parte l’Asilo. E’ un percorso lontano dalle strade trafficate, utile soprattutto nei giorni di mercato per gli utenti della parte sud-est, utile anche nelle sere d’estate quando via Rossini diventa parcheggio a causa dell’elevata affluenza di pubblico verso il Parco Feste, utile come collegamento tra la piazza Mercato intesa come parcheggio e il cimitero o il nuovo insediamento, utile semplicemente per vivere con un minimo di qualità il contesto urbano.

Da non dimenticare una fitta piantumazione d’obbligo sul lato nord dell’area come barriera contro il freddo. Sempre da non dimenticare anche la considerevole capacità di protezione acustica delle barriere vegetali; non tutte le specie arboree agiscono in modo efficace. I parametri da considerare sono: il tipo di fogliame (a foglia larga – latifoglia) e il tipo di essenza (il sempre verde agisce tutto l’anno). Lo spessore delle masse vegetali ad alto fusto è difficilmente realizzabile in aree urbane e può essere validamente sostituito da siepi ed essenze di sottobosco e si possono anche creare banchine per formazione di zone verdi protettive acusticamente. Mi permetto di suggerire che servirebbe un’adeguata coibentazione acustica non tanto riferita al Parco Feste, dove la musica è permessa al massimo fino alle ore 24 nelle serate di sabato e fino alle 23/23,30 nelle altre sere, in un limitato periodo dell’anno, ma riferita agli adiacenti impianti produttivi a ciclo continuo.

Il collegamento tra via S. Vito e via Rossini potrebbe anche aprirsi in una piazza, strategicamente studiata senza rinunciare alla prospettiva, ipotesi decisamente più interessante e che potrebbe generare interazione tra tutte le parti del progetto: rivalutazione urbano–architettonica e paesaggistica, residenziale e commerciale, ecco il concept.

1.1


A B

- rosso: percorsi ciclo-pedonali e dotazione minima di accessi

- azzurro: corretto orientamento degli edifici

- giallo: la possibilità di una piazza, di un’ agorà. L’anima che genera l’intero intervento.

- viola: accessibilità di servizio per il commerciale, d’obbligo crearla, interessante farlo

sfruttando la rotatoria già esistente.

Gli edifici adibiti a residenza devono essere posizionati con l’asse longitudinale principale lungo la direttrice est-ovest. Per la precisione, esiste il giusto grado di inclinazione a seconda della nostra latitudine, ma questo è un passo successivo, ricordo che questo è solo uno schema iniziale, per chiarire alcuni concetti fondamentali e confrontarli con il progetto che rischia di essere definitivamente approvato.

L’orientamento verso sud è il migliore per due motivi :

- il lato sud riceve il massimo delle radiazioni in inverno,quando è più richiesto.

- in estate, quando il sole è alto, e i suoi raggi incidono ad angolo acuto sulla superficie Terrestre, l’edificio riceve meno radiazione.

Nell’immagine che segue sono evidenziati gli edifici orientati nella maniera sbagliata, sull’asse sud-nord.

Anche per un’edilizia tradizionale questo è un orientamento sbagliato, elevato consumo energetico per il riscaldamento in inverno, surriscaldamento ed elevato consumo da parte di eventuali sistemi di raffreddamento in estate.

E proprio sulla grande richiesta di raffrescamento estivo dell’aria va fatta una riflessione:

è responsabile dell’aumento delle temperature nelle zone urbane, le così dette “isole di calore”, con il conseguente picco di carico elettrico e il diminuito rendimento degli impianti stessi. La zona in oggetto è gia investita da questo fenomeno a causa dell’immediata vicinanza di importanti impianti di produzione, si renderebbe così più consistente un fenomeno negativo già presente.

Abbassiamoci di scala e andiamo verso la progettazione dell’edifico passivo.

Dal punto di vista architettonico sfruttare il giusto orientamento significa avere ampie finestre vetrate sul lato sud e aperture di dimensione ridotta a nord. Le vetrate diventano superfici utili, la quantità ottimale è dell’ordine del 40% della superficie totale della facciata. Una superficie vetrata superiore al 50% non aumenterebbe in modo significativo i guadagni solari in inverno e provocherebbe un surriscaldamento temporaneo in estate. Queste le peculiarità anche delle finestre orientate verso ovest, ecco perché vengono trattate con attenzione a livello progettuale (per una località situata a 45°nord, la nostra, una facciata a sud riceve globalmente1624 W/m2 mentre una facciata orientata ad est o ad ovest riceve globalmente 2570 W/ m2)

Altro elemento che darà origine alla morfologia dell’edificio è la compattezza della forma, studiata in appropriati rapporti tra superficie e volume (S/V); questo rapporto in un edificio passivo dovrebbe essere inferiore a 0,6. Per avere una forma compatta non si deve necessariamente rinunciare a sporgenze e rientranze; queste devono essere progettate tecnicamente all’esterno dell’involucro termico, ma sono solo accorgimenti tecnologici, impercettibili al fruitore. Inoltre, particolare rilevante e interessante, sporgenze come le serre e i sistemi passivi per la captazione e lo sfruttamento delle energie solari (verande in termini semplici) non sono computati ai fini volumetrici.

In presenza di clima umido sono consigliati patii e porticati a piano terra, per favorire la ventilazione, anche questo può essere interessante.

L’edificio comincia a prendere forma: giace sull’asse est-ovest; è di forma compatta, può essere un parallelepipedo, volume a noi familiare e quindi nessuna violenza; è caratterizzato e vivacizzato da grandi vetrate, verande e terrazze a sud; ha un porticato a piano terra, ideale per il commerciale. Quanti piani? Dipende dalla richiesta di unità abitative. Copertura verde? E’ una possibilità intrigante. I materiali utilizzabili sono molti, io tenderei ad un buon connubio tra tecnologia, tradizioni locali e materiali ecologici.

Non ho affrontato nessun approfondimento riguardante la viabilità in quanto non sono arrivata a definire nessuna planimetria, ho indicato solo le corrette e contemporanee linee guida. Durante tutto l’iter progettuale ogni elemento si rapporta agli altri in continuazione.

Se ci sarà un accesso di servizio dalla rotonda di via Patrioti, sicuramente andranno riorganizzate via Rossini e via Mazzini.

Ho solamente voluto fare due chiacchiere a proposito di Architettura Sostenibile, a voi un immagine riferite ad opere realizzate e in via di realizzazione, nessuna fantasia, solo realtà.

2008 Condominio Semilcos | Vicenza (VI)
IE riscaldamento: 14 kWh/m2 a
IE raffrescamento: 6 kWh/m2 a
EnergyManager: TBZ, Günther Gantioler, Arch. Giulia Zordan
Architetto:
Termotecnico: Ing. Marcheluzzo
Committente: Semilcos

2006 Casa passiva Trettl | Appiano (BZ)
IE riscaldamento: 12 kWh/m2 a

IE raffrescamento: 0 kWh/m2 a
EnergyManager: TBZ, Günther Gantioler
Architetto: Arch. Peter Paul Hofer
Committente: Trettl Stefan  

Un Programma Integrato di Intervento non può distinguersi per così tanti aspetti negativi.

Mi è stato risposto : “Se poi non piace…vabbè, i gusti non si discutono”, non è questioni di gusti, la progettazione è ben altro, non ci si può limitare ad un commento cosi superficiale come “mi piace” o “non mi piace”.

Mi auguro che chi di dovere cominci seriamente a riflettere.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Perfetto...magnifico progetto. Non avevo dubbi d'altronde.

Ora solo una veloce domanda: chi e con quali soldi realizzerà questo progetto?

Sono convinto che tutto questo studio non sia stato fatto solo per dire che si può fare una cosa migliore, ma anche per farla fare a un'azienda disposta a spendere i soldi a queste condizioni.

Anonimo ha detto...

Avete proposto al costruttore uno sgravio degli oneri di urbanizzazione nel caso avessero usato questo tipo di approccio al progetto? Si poteva usare una parte di quei due milioni e mezzo per mettere in piedi quel "magnifico progetto" di cui parli
Ivan Vaghi

Anonimo ha detto...

non ho capito se è indirizzata a me la domanda. credo di no perchè questo avete se no non lo capisco visto che io non sono dell'Amministrazione per mia fortuna.

Comunque un costruttore credo possa investire i suoi due milioni e mezzo come meglio crede e non deve per forza farlo come dicono studi belli quanto vuoi ma pur sempre studi. Hai mai provato ad abitare in una casa ecologicamente friendly in mezzo a un contesto non ecologico. Beh io sì. E ti farei un gran in bocca al lupo se ti trovassi nella stessa situazione.

Se la domanda non era rivolta a me mi scuso dell'intervento del quale rimane il principio di fondo

Anonimo ha detto...

PER 369
Ho l’impressione che tu non sia completamente fuori dalla “vita politica” cittadina: anzi!
Io, personalmente, ho sempre considerato l’attuale amministrazione come quelle precedenti, capace nel far quadrare i bilanci ma un po’ meno capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini, a tutti i livelli. La mentalità, purtroppo, è quella da imprenditori e non da politici. Questa è l’eredità ricevuta dalle amministrazioni passate all’insegna della continuità. Alle “nuove leve” consiglio di cambiare atteggiamento risolvendo i problemi mettendoci più cuore.

Arsenio 75

Anonimo ha detto...

X Aresenio
Sono nella pratica fuori dalla vita politica cittadina. Non sono in nessun gruppo politico, nè in commissioni varie, nè futuro candidato, nè attuale consigliere, nè altro (ora non mi viene in mente altro ruolo politico a cui potresti riferirti).

E soprattutto non comprendo molte scelte dell'attuale amministrazione ma con questo non posso non constatare che in questo caso non è stata fatta una scelta tra due possibilità concrete ma solo tra una concreta e una che nessuno aveva i mezzi o la volontà di realizzare

Lucio Ghioldi ha detto...

Repubblica — 02 marzo 2009
Intervista ad Elisa Meloni (Segretaria PD Siena) 31 anni, una bambina di diciotto mesi,
Bianca, un lavoro a Siena lontano dalla casa di Torrita, uno stipendio di 1800 euro e 800
di mutuo da pagare. «Senza i nonni non ce la farei mai», (Segretaria PD Siena).

Quali sono i problemi delle persone normali,a Siena, oggi?
«Gli stessi di tutto il pianeta, in fondo. La crisi economica, la globalizzazione, la tutela
dell' ambiente, l' immigrazione, la sicurezza». E perché a Siena le cose funzionano meglio
che nel resto d' Italia? «Perché qui il riformismo si è incarnato in scelte nette, decise,

moderne. Abbiamo asili e scuole elementari che funzionano, dove i figli dei migranti stanno

bene e questo aiuta molto l' integrazione. Abbiamo servizi efficienti che non costano molto ai

cittadini». I senesi pagano una tassa dei rifiuti che è la metà di quella pagata dai napoletani.

Con ben altri risultati. «Appunto, E poi abbiamo una bella illuminazione, che serve più delle

ronde, una vita sociale ricca, grandi investimenti nella cultura, incentivi alla green economy,

quella di Obama». Avete anche il Monte dei Paschi che vi dà un sacco di soldi. «Abbiamo il
Monte dei Paschi sì, e ne siamo fieri. Ma non è soltanto una questione di soldi, anzitutto è
questione di buona politica». Ma lei ci crede alla toscanizzazione dell' Italia? L' incubo di
Berlusconi, peraltro. «Strano incubo, non trova? Io penso che questo sia il riformismo
concreto, nei fatti, che la gente capisce, apprezza e vota, al di là delle ideologie».
Non voglio dire che Solbiate sia simile a Siena... Qualcuno dirà: però dov'è la Green Economy?
Potrei ricordare l 'auto elettrica dei vigili (più un' altra in arrivo), gli incentivi e il distributore
per le auto a metano, gli stessi nuovi lampioni, lo studio effettuato dalla Solbiate Olona Servizi nel 2007
per il riutilizzo dell' alternatore del Cotonificio. E altri più importanti potranno seguire grazie anche
a "quei fondi" dell' area ex-sir. Usando buonsenso, presumo che il costruttore rispetterà la legge
della Regione Lombardia "Disposizioni inerente all' efficienza energetica in edilizia" , che risulta essere
una se non la più avanzata in Italia.

Anonimo ha detto...

http://www.repubblica.it/2006/11/sezioni/ambiente/efficienza-energetica/termografia-edifici/termografia-edifici.html

e vabbè...

Lucio Ghioldi ha detto...

La nuova legge della Lombardia è stata pubblicata a Gennaio 2009 di quest' anno, per cui lo studio citato si riferisce ad edifici precedentemente costruiti.