giovedì 14 maggio 2009

Solbiate Democratica: Politiche Sociali

Si tratta dell’argomento più complesso è che merita più attenzione nell’immediato poiché la recente crisi economica potrebbe mettere a dura prova la strutture, le procedure e le politiche finora intraprese. Ci potrebbe essere un aumento della disoccupazione e della cassa integrazione e quindi un aumento delle richieste di accesso ai contributi comunali. Bisogna anche considerare che la provincia di Varese è una delle province più vecchie d’Italia e d’Europa, e la sua popolazione sta continuando ad invecchiare, questo significa che nei prossimi anni, e comunque presto o tardi, ci troveremo ad affrontare problematiche sociali, economiche e sanitarie di difficile soluzione se non a prezzo di importanti investimenti. Tutto questo implicherà un sovraccarico di oneri per le famiglie, soprattutto per quelle che già ora non si trovano in condizioni economiche privilegiate. Si tratta pertanto di una sistema di problematiche che necessita di interventi ad ampio respiro, che esulano dalle competenze specifiche di Solbiate Olona e della sua amministrazione, e che quindi devono essere affrontati anche e soprattutto a livello sovra comunale e regionale.
Lo strumento che la legge prevede per definire, progettare e realizzare gli interventi che compongono l’offerta complessiva dei servizi socio-assistenziali, forniti da soggetti pubblici, privati e del privato sociale è il Piano di Zona, uno strumento in grado di coinvolgere e meglio coordinare tutte le realtà locali presenti sul territorio. In grado anche, e soprattutto, di qualificare la spesa con un impiego coerente delle risorse, promuovere solidarietà e aiuto, oltre che responsabilizzare i cittadini e le stesse strutture nella programmazione e nella verifica dei servizi.
Per prima cosa quindi è necessario avviare contatti più stretti con i paesi che fanno parte del piano di zona del distretto di Castellanza, di cui Solbiate fa parte, e creare un gruppo di pressione a livello istituzionale (stato, regione) perché si comincino ad affrontare le questioni che nei prossimi anni saranno forse il problema sociale più importante, cioè quello degli anziani non autosufficienti o con vari tipi di limiti, fisici ed economici, in modo che non vengano messe in difficoltà le famiglie.
Perché sia poi assicurato un adeguato coordinamento delle risorse umane e finanziarie sono state messe in atto alcune strategie per favorire la partecipazione dei destinatari, l’approfondimento degli aspetti gestionali, i rapporti con il Terzo Settore (privati che operano nel campo sociale, cioè associazioni di volontariato, cooperative sociali, fondazioni ecc.), e l’integrazione all’interno delle varie istituzioni per poter costruire un modello di sviluppo sostenibile rispetto ai bisogni della persona. I rapporti con il terzo settore non sono ancora completamente sviluppati e quindi proponiamo una maggiore partecipazione nei due livelli possibili: a livello comunale mediante l’attivazione di un osservatorio sociale che veda coinvolti assistente sociale, assessore alle politiche sociali, associazioni di volontariato e Parrocchia, eventualmente rappresentanti del mondo economico di Solbiate (imprenditori, sindacati, lavoratori) e del mondo giovanile, in modo da avere un quadro sempre più preciso e puntuale sulla situazione sociale del paese ed essere in grado di rispondere in tempi brevi a situazioni di difficoltà non appena si manifestino; a livello sovracomunale per poter partecipare all’Accordo di Programma del piano di zona con una maggiore consapevolezza delle problematiche e con idee più chiare sulle priorità da affrontare grazie al lavoro svolto a livello comunale. Altro obiettivo sarà quello di allacciare relazioni con associazioni di volontariato non direttamente operanti nel nostro comune ma alle quali potersi comunque appoggiare (trasporto anziani e disabili, sostegno psicologico ecc).
Tra gli strumenti a disposizione dell’assessorato proponiamo l’istituzione di un fondo anticrisi in prospettiva di eventuali e gravi ricadute sul nostro territorio della crisi economica. Il fondo verrà finanziato con variazioni di bilancio, con l’eliminazione di alcuni assessorati e la ridefinizione dei loro emolumenti. I fondi messi a disposizione poi verranno utilizzati sulla base di reali esigenze e in accordo con il piano di intervento dei Piani di zona, attento a precisi progetti integrati più che alla dispensazione a pioggia.
Lo strumento utilizzato per stabilire le graduatorie è quello dell’ISEE e a quello faremo riferimento. Conosciamo bene i limiti della dichiarazione ISEE e ci attiveremo per apportare le opportune modifiche mediante un controllo più efficace sul territorio in collaborazione con l’osservatorio e l’assistenza sociale. I nostri stessi consiglieri si adopereranno per aiutare le famiglie ad ottenere la dichiarazione ISEE attraverso le strutture competenti, in modo da agevolare al massimo le procedure.
Al momento attuale nell’Ambito Valle Olona (piano di zona distretto di Castellanza) sono attive iniziative nell’ambito di quattro aree: minori, disabili, anziani, nuove povertà. L’area minori è quella più attiva e sviluppata con vari progetti in corso, che ovviamente continueremo a sostenere. Per quanto riguarda l’area disabili sono stati individuati dei limiti per quanto riguarda l’assistenza domiciliare, che ha un numero ancora basso di utenti forse a causa di un problema di comunicazione, e per i disabili adulti, che quando perdono i genitori potrebbero trovarsi in situazioni difficili. Chiederemo quindi che vengano avviati progetti in questo senso. E’ però evidente una mancanza di progetti a favore degli anziani, soprattutto non autosufficienti, che vengono sostenuti con i buoni sociali e con i voucher sociali (contributi destinati alle famiglie e ai singoli, rispettivamente), oltre che con le altre forme canoniche di assistenza. Non si parla però di investimenti strutturali in case di riposo diurne e residenziali, che dovrà quindi essere l’argomento su cui concentrarsi.
Le politiche sociali però non riguardano solo le persone in difficoltà, ma anche l’allestimento di un sistema di crescita complessiva il più possibile armonica. E’ necessario collaborare con tutte le istituzioni e le associazioni che si occupano dei ragazzi, perché al momento siamo in una situazione di quasi monopolio da parte dell’oratorio. Siamo ovviamente contenti del lavoro svolto dall’oratorio, ma si potrebbe determinare una perdita di controllo sui ragazzi quando, arrivati all’età fatidica di quattordici o quindici anni, smettono di andare all’oratorio e non vanno più da nessuna parte. Bisogna considerare anche quelle famiglie e quei ragazzi che l’oratorio non lo frequentano, e che non devono essere dimenticati o ignorati. Il problema quindi è la mancanza di centri di aggregazione adolescenziale o post adolescenziale riconosciuti dai ragazzi come posti dove valga la pena di passare il tempo. Ad esempio luoghi dove si possa andare a suonare o campi di calcetto comunale a prezzi simbolici (fuori dall’oratorio dove i ragazzi non vanno perché non vogliono mischiarsi ai bambini), un playground di basket, percorsi protetti e sicuri per le biciclette e le mountain bike, e tutto quanto può essere utile allo svago e al tempo libero che sia all’aperto e aggregante.
A maggior ragione sarà determinante l’attenzione verso le società sportive che già svolgono attività agonistica e di promozione sportiva sul nostro territorio, visto l’importante ricaduta sociale garantita dalla loro opera. Ormai da un po’ di tempo le società sportive hanno difficoltà di reperimento fondi perché le sponsorizzazioni, soprattutto in questo periodo, diminuiscono di numero e di impegno finanziario, mentre invece i costi di gestione continuano ad aumentare. E’ pertanto indispensabile continuare a garantire il sostegno dell’amministrazione attraverso i contributi comunali e l’utilizzo degli impianti, con una particolare attenzione per le società maggiormente impegnate nell’attività giovanile.
Proporremo anche che a turno gli assessori e i consiglieri comunali si rendano disponibili come autisti designati, che si occupino cioè di riportare a casa i ragazzi che ne facciano richiesta alla fine delle serate in discoteca o nei locali, per evitare che guidino dopo aver bevuto.
Particolare attenzione sarà rivolta anche all’immigrazione, sebbene i numeri al momento non sembrino essere degni di particolare attenzione. La parola d’ordine è integrazione, stando però attenti alle situazioni di borderline sociale, non solo riguardo agli stranieri, ma in generale ai nuovi arrivati e agli stessi residenti che lo necessitino. In generale cercheremo di far capire che l’immigrazione, legale e regolamentata, deve essere considerata una risorsa e non un problema, soprattutto in un territorio come il nostro in cui la popolazione sta appunto invecchiando e i dati di natalità sono molto bassi.
Discorso differente è quello della sicurezza, che in una società civile deve essere considerato alla stregua di un diritto acquisito, e quindi senza appartenenza politica. Siccome noi saremo sempre e comunque dalla parte della legalità ci impegneremo con le risorse disponibili contro chi minaccia le cose e le persone nel nostro territorio. Estenderemo pertanto il controllo notturno, che ora è limitato agli edifici comunali, valutando eventualmente convenzioni con la vigilanza privata, senza mai, al di là di quello che potrebbe eventualmente dire la legge, ricorrere all’ausilio delle ronde di cittadini, perché la sicurezza deve essere garantita dalla forze dell’ordine e non dai cittadini, non preparati ed addestrati. Per questo sosterremo anche procedure di addestramento qualificante per la nostra Protezione Civile.
Un grande capitolo è rappresentato dal diritto allo studio. Al momento la spesa per gli insegnanti di sostegno per i ragazzi in difficoltà è molto alta perché si è scelto di sostenere tutti i ragazzi segnalati come bisognosi di attenzioni speciali, indipendentemente dal fatto che la loro necessità sia certificata o meno. Non vogliamo negare l’aiuto a chi lo necessita ma pensiamo sia più giusto certificare comunque tutte le situazioni di disagio, per normalizzare e razionalizzare gli interventi. Manterremo la tradizione dei contributi per le spese di trasporto e le borse di studio, con la differenza che verranno privilegiate le famiglie che più li necessitano. Riteniamo infatti di dover privilegiare chi può avere difficoltà nel far studiare i figli, e contribuire quindi al buon esito dell’esperienza scolastica che può portare a un migliore inserimento nel mondo del lavoro e quindi a elevare la situazione economica della famiglia. Ci impegneremo per garantire prestiti per l’acquisto di libri e per la frequenza di corsi professionali, utili anche per chi, in una situazione di crisi economica come questa, ha perduto il lavoro e necessita di strumenti per riqualificarsi e ricollocarsi.

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