mercoledì 22 settembre 2010

Profumo di provincialismo

di Ivan Vaghi

Alessandro Profumo è stato dimesso da Unicredit, la sua colpa? Aver permesso l’ingente ingresso di capitale arabo, soprattutto libico, nell’unica vera multinazionale bancaria e finanziaria italiana, alla cui formazione lui stesso aveva dato il contributo maggiore. Tra le concause della sfiducia da parte del cda c’è anche la perdita di “presa territoriale” di Unicredit. Sponsor principale della critica? La Lega ovviamente, che da tempo non ha fatto mistero di voler mettere le mani sulle banche.

Due considerazioni. La prima è che non si capisce perché viene permesso a Gheddafi di fare le sue pagliacciate da noi con la scusa che viene a portare soldi, e poi quando qualcuno questi soldi li prende viene tacciato di lavorare contro l’Italia. La seconda è che non si capisce perché in un mondo economico globalizzato il sostegno finanziario che lo fa funzionare può essere solo “territoriale”. L’apoteosi del provincialismo. Nessuno ha mai chiesto le dimissioni degli operatori di Wall Street che attingono a piene mani dai capitali arabi, però da noi la cosa suona brutta, chissà perché.

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