mercoledì 1 settembre 2010

Chi ha paura del cappio

Luca Leoni Orsenigo, leghista della prima ora, primo consigliere comunale della Lega Nord eletto in provincia di Como, successivamente deputato, passato alla storia per aver sventolato un cappio in aula, in piena Tangentopoli, alludendo alle forche per i politici corrotti, rilascia un’intervista al Fatto Quotidiano, di cui riporto alcuni passaggi:

Le fa piacere, dopo 17 anni, essere ricordato solo per quel gesto? [Il gesto del cappio]

No. Pensavo che nella battaglia antipartitica e per la legalità di quella Lega ci fosse bisogno di un gesto simbolico e forte. Oggi non avrebbe più senso.

Perché?

Perché la Lega ha abbandonato da tempo la lotta alla partitocrazia e la difesa della legalità.

[...]

Cosa è cambiato?

Logica di sopravvivenza, ci si allea e aggrappa al più forte, in cambio di qualche cosa.

Cosa?

Lo chieda a Bossi e Berlusconi.

C’è chi dice: federalismo in cambio dell’impunità.

Magari fosse così. Ho letto il progetto di federalismo approvato, pensi che prevede ancora le regioni a statuto autonomo…

E allora questo allineamento dietro Berlusconi?

Se ieri la parola d’ordine era “via da Roma”, oggi è “tutti a Roma”. Quando rimani troppo tempo dentro i Palazzi del potere perdi ogni contatto con la realtà.

[...]

Senta, nei primi anni novanta eravamo costretti a mettere nelle liste parenti e amici, perché non si trovava nessuno disposto a metterci la faccia. Oggi la Lega è un partito come gli altri, dove si combattono guerre feroci per un posto da consigliere comunale o provinciale e intascarsi i 100 euro di rimborso per seduta.

Inutile dirlo, il rapporto tra Luca Leoni Orsenigo e la Lega Nord si è interrotto nel lontano 1996. Da quel momento i mafiosi di Arcore diventarono un po’ meno mafiosi.

All’epoca del cappio, per voi, Berlusconi era il “mafioso di Arcore”, ricorda?

Lo ricordo benissimo e lo pensavamo tutti, nessuno escluso.

Per un aspetto, però, non sono cambiati, rispetto al 1996. Per l’uso della tecnologia.

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