giovedì 13 dicembre 2012

Primo esame, prima bocciatura per il gassificatore

Sul sito del Comune sono disponibili, da oggi, due verbali della Commissione Ecologia. Il primo racconta la discussione avvenuta tra la Commissione stessa e la Ely S.p.a., la società che ha avanzato la proposta di costruzione di una centrale a biomasse. Il secondo motiva il parere negativo della Commissione. La pubblicazione è un'ottima iniziativa, soprattutto perché dalla discussione tra le due parti è possibile ricavare numerose informazioni. Informazioni che, finora, non sono state di certo abbondanti. In corsivo e grassetto - per comodità di lettura - ho riportato i passaggi estrapolati direttamente dai testi. Ho sottolineato, invece, i passaggi che a me sono sembrati allucinanti (termine tecnico).

La prima riga è sufficiente per sbarrare gli occhi:


Precedentemente all’incontro, la Ely S.p.A. ha fatto pervenire brochure con una presentazione del progetto per l’avviamento di un impianto di cogenerazione alimentato con biomassa per la produzione di energia elettrica e termica. 

Esatto: c'è scritto «brochure». E viene il sospetto che sia la stessa brochure che ha visto anche il Sindaco Melis prima di dichiarare - in un'entusiastica intervista a VareseNews - che «bisognerà anche andare a fondo e analizzare i dettagli del progetto».

Nel verbale, successivamente, si specifica che «non è presente l’Ing. Cornalba in quanto ha avuto un problema di salute, pertanto le persone dell’azienda presenti potrebbero avere delle lacune relativamente ai quesiti tecnici specifici». 

Ma veniamo alle domande della Commissione. La prima riguarda l'importo dell'investimento, che la società quantifica in 5 milioni di Euro per una centrale da 1Mwe, salvo parlare, per tutta la riunione, di un impianto da massimo 400Kwe. Alla prima domanda, quindi, il primo dubbio che sorge è che non esista un reale progetto tarato su misura per la centrale di Solbiate. Dubbio che trova conferma nella necessaria genericità di una brochure. 

Sempre nella brochure, chiede la Commissione, si indicano 100 addetti: non sono sovrastimati? 
ELY risponde che si tratta di un errore, in quanto ad oggi sono circa 40/50 le persone che operano nel Gruppo Ely S.p.A.. Per il funzionamento di questo impianto necessitano max di 4/5 persone che devono essere tecnici qualificati specialisti per la conduzione ed il controllo di questa tipologia di impianto. Relativamente alle 100 persone si intende che parte di questo personale è già presente nel loro organico; le nuove assunzioni potrebbero essere max 2 persone per il funzionamento dell’impianto, oltre a personale qualificato che entrerà nell’azienda in fase successiva. 


Per quanto riguarda i benefici economici, sarebbero teleriscaldati il Municipio, la Scuola Secondaria di I Grado e la Piscina Comunale [...] Si intende che il teleriscaldamento proposto, per la tipologia dell’impianto per quanto affermato si limita alla FASE 1 per gli edifici pubblici sopra indicati, in quanto teleriscaldare ulteriori edifici necessiterebbe l’installazione di ulteriori cogeneratori dislocati in altre zone del territorio Comunale. [...] A livello di piano si prevede un risparmio per gli edifici pubblici del 50% rispetto al metano. In sostanza, se non ho capito male, risparmieremmo il 50% di quanto ora si spende in metano in tre edifici comunali. Stop.

Per i privati, quindi? Non è previsto al momento attuale che venga proposto ai privati il teleriscaldamento in quanto l’impianto previsto non ha la capacità per poter soddisfare la richiesta del paese, inoltre il teleriscaldamento è adatto a raggiungere edifici con determinate dimensioni, e non le case individuali o le villette a schiera (è poco conveniente). Per quanto riguarda le singole abitazioni, si pensa ad un progetto free-energy, nel quale la ditta fornisce gratuitamente delle caldaie con la vendita del calore prodotto. 

La Commissione, però, calca la mano sulla questione dei privati, sottolineando che la brochure illustra l'ipotesi di estensione del progetto ad essi. Questa è la risposta: Questo è un progetto futuro sul quale si stanno facendo delle considerazioni e che non ha a che vedere con questo impianto, ma prevede proporre ai privati l’installazione di “stufe” che possano recepire il teleriscaldamento; un progetto di questo tipo non è stato realizzato in nessun comune in Italia

Non sono un tecnico, ma mi sembra un po' diverso rispetto a quanto dichiarato da Melis, sempre in quell'intervista, nella quale si individuava un risparmio «del 50% per gli edifici comunali e del 30% per quelli privati».

Passiamo ora ai materiali trattati. Ely S.p.a. informa che La biomassa sarà esclusivamente biomassa vegetale vergine. Non verranno rasi al suolo boschi, ma si effettuerà una manutenzione degli stessi. E dove la troviamo, tutta questa biomassa? Nel giro di 70 km? Il personale della Ely Spa si dissocia da questa affermazione, commentando che trattasi di un errore della brochure. Bene, direi. Sì, ciao. Ma almeno il materiale verrà controllato, vero? Non c’è la possibilità di fare questo tipo di controllo, in quanto non si fanno prove chimiche, ma si lavora con autocertificazione dei fornitori di materia prima. Non verrà importata materia prima legnosa dalla Romania, dalla quale si potrebbero avere condizioni economiche molto vantaggiose. Non so perché, ma questo passaggio sulla Romania anziché convincermi mi intimorisce. 
Quanti camion saranno in movimento? - chiede la Commissione. Sulla brochure c'è scritto uno al giorno. Considerando la non movimentazione dei mezzi nel week-end, e la relativa necessità di disporre di una quantità di magazzino, si calcolano circa 20 camion a settimana, compresi quelli in uscita con il materiale di scarto. Non si capisce se il calcolo sia fatto sull'impianto da 1Mwe o 400Kwe.

Per quanto riguarda le emissioni, i rappresentati di Ely S.p.a. si dichiarano non in grado di rispondere e quindi risponderanno così via mail:


Risposta arrivata via mail:
Riferimento normativo nazionale:

- D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. “Norme in materia ambientale”, Allegato I alla parte V “Valori di emissione e
Polveri = 130 mg/Nm3
NOx = 500 mg/Nm3 (per i motori a quattro tempi)
Riferimento normativo regionale lombardo:
- D.G.R. 6 agosto 2012, n. IX/3934 “Criteri per l’installazione e l’esercizio degli impianti di produzione di
NOx = 400 mg/Nm3
NH3 = 5 mg/Nm3
Il terzo si trova a Turbigo dove in fase di scavi sono stati bloccati i lavori dalla cittadinanza che si oppone all’installazione dell’impianto a 100 metri dalle abitazioni. 


prescrizioni”, parte III “Valori di emissione per specifiche tipologie di impianti”, punto (3) Motori fissi a combustione interna
CO = 650 mg/Nm3
energia collocati sul territorio regionale”, paragrafo 7.3 “Motori”, 7.3.1 “Valori limite” (motori alimentati a syngas)
CO = 250 mg/Nm3 SO2 = 150 mg/Nm3 COT = 100 mg/Nm3 polveri = - mg/Nm3 HCl = 5 mg/Nm3

In entrambe le normative i valori limiti sono riferiti ad una percentuale di ossigeno libero nell’effluente gassoso pari al 5% in volume. 

Ovviamente non ho capito nulla, non avendo la mitica brochure tra le mani.

A questo punto, mossi dal buon senso, i componenti della Commissione Ecologia chiedono di poter visitare impianti simili sul territorio italiano: Nel Cremonese esiste un impianto che però si riduce ad un’azienda agricola quindi non è attinente all’impianto che vorrebbero installare a Solbiate
L’altro si trova a Gorizia, ma deve essere ancora attivato. Il terzo si trova a Turbigo dove in fase di scavi sono stati bloccati i lavori dalla cittadinanza che si oppone all’installazione dell’impianto a 100 metri dalle abitazioni.
 


Insomma, di cosa stiamo parlando? Speravo di capire un po' meglio, e invece mi ritrovo con più dubbi di prima. Il mio modesto invito è di mantenere alta l'attenzione, per evitare un'operazione affatto chiara.

Per la cronaca, la Commissione ha bocciato la brochure

S.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

La suddetta brochure è l'unica biomassa utile !

alex ha detto...

anche questa amministrazione non vuole essere meno delle precedenti;cioè anche lei vuole svendere il suo pezzo di solbiate.Facciamo un po di storia:prima l'Iper,c'era SB che andava benissimo per solbiate!ma bisogna andare avanti. ora il centro del paese è deserto. La sera cc'è d'aver paura a percorrere la via matteotti. un deserto di negozi. nessun paese limitrofo a noi è messo come noi.tutti hanno conservato i loro negozidi prossimita(vedi fagnano,olgiate gorla mag e min marnate)solbiate invece no!evviva.
punto 2 il golf:un polmone di aria pulita.si, per i milanesi che vengono a giocare. noi non possiamo neache guardare all'interno.esisteva una strada consorziale che portava ad olgiate in un primo momento hanno creato 2 cancelli che rimanevano aperti, ora sono perennementi chiusi e la strada non esiste piu.e bravi anche questa volta!qualche espeto dell'amministrazione ha fino dichiarato la terra della cascinazza uun terreno poco fertile.Ma se si produceva un granoturco alto piu di 2 metri!
terzo punto la pedemontana.il suo progetto risale a piu di vent'anni orsono. sono partiti dall'alto della provincia per trovare amministrazioni compiacenti. castronno l'ha rifiutata, e dove si sono fermati :a solbiate. Ha sventrato il nostro paese e ci fa tremare il letto sotto il c...
Adesso anche questa amministrazione vuole fare la sua parte nella distruzione. avanti il gassificatore. grazie

Anonimo ha detto...

Alex, di botto mi verrebbe da condividere il tuo pensiero nei confronti di Iper (che tra l'altro mi sta antipatica) ma riflettendo forse le cose non sono proprio cosi'. A Gorla hanno da poco aperto un centro commerciale, a Fagnano non lo faranno perche' c'e' l'Iper di Solbiate ma proprio perchè cosi' vicina gli effetti della sua presenza avrebbero dovuto sentirli anche loro. Olgiate ha Esselunga e un'intero grande quartiere GDO a piu' o meno la stessa distanza che c'e' tra il centro di Solbiate e Iper. E con l'abbigliamento, come la mettiamo? Non vedo in Iper la causa della crisi dei negozi solbiatesi, magari un City ha contribuito in qualche modo, tuttavia risale a molti anni fa. Quindi, qual'è la causa? Credo siano piu' di una. Pensa a come ci si è ridotti, "andiamo a fare un giro al centro commerciale". Anni fa si faceva un giro al lago o in centro a Busto, ora si prova piacere a gironzolare tra gli scaffali, tra un po' la domenica andremo nelle logistiche a "fare un giro". Un'altro fattore potrebbe essere la conformazione del paese privo di una vera piazza commerciale. Credo che la responsabilita' sia stata un po' anche dei commercianti che non hanno saputo offrire una buona ragione per acquistare una parte dei prodotti nel negozio sotto casa. Faccio un esempio, 25 anni fa a Fagnano c'erano alimentari che offrivano piatti di gastronomia (e ti posso assicurare che lavorano moltissimo), dalle nostre parti ti rifilavano l'affettato nella carta azzurra e ti beccavi il crudo al punto al quale era arrivato.
Credo quindi che la chiusura dei negozi sia stata causata da diversi fattori, non solo dalla presenza di Iper. Prendi i bar, anni fa ne contavi 6 o 7 ed erano pieni di gente a tutte le ore. Oggi? Tutti all'Iper? Anche la sera?
Il Golf, sempre che non lo tappezzino di villette grazie all'attuale PGT, è davvero un'area verde, fruibile da pochi fortunati ma per lo meno è ancora una zona verde tra noi e l'A8. Su pedemontana (che odio) non sono in grado di dire se ci fosse stata realmente la possibilita' di "rifiutarla", mi viene difficile crederlo perchè tra qui e Bergamo non penso ci sia un solo comune che abbia fatto carte false per farsi attraversare. Se fosse bastato dire "no!" credo l'avrebbero fatto in diversi.
Il gassificatore credo sia stato giusto valutarlo, stabilito che non portera' i benefici promessi alla comunita' ma solo incertezze e problemi, che si faccia qualcosa per non aggiungere problemi a quelli che gia' ci sono.
Alex, non vuole essere una critica al tuo commento perchè come te trovo deprimente vedere un paese trasformato in dormitorio, vorrei pero' capire le reali cause che hanno portato a questo e sinceramente non riesco ad abbinare causa-effetto in modo cosi' schematico.

Ciro

Anonimo ha detto...

caro ciro, non sono daccordo!fagnano ha conservato tutti o quasi i suoi negozi,si contano,se sei ptatico di fagnano più di 40 bar,hanno fatto anche un'altro supermercato(in località quattro venti)ma non ha ancora chiuso nessun negozio.adesso l'irene chiude,frontini sta tirando fino all'ultimo dopodiche sarà la desolazione più completa.Forse, adesso che si è fatto un belcentro e che ,come ho sentito, si vuole ristrutturare la piazza di solbiello,sarebbe il caso di incentivare in qualche modo l'apertura di nuovi esercizi,anche perche le strutture ci sono.secondo me la resposabilità di questa situazione è soprtattuttu della amministrazione del tempo che ha incentivato la realizzazione del supermercato a discapito dei piccoli esercizi commerciali.su pedemontana, ai tempi, l'intero paese di castronno ha fatto manifestazioni contro.torniamo al gassificatore.a mio avviso, bisogna informare la popolazione,a mezzo volantinaggio(non tutti leggono le notizie in internet)prima di trovrselo tra i piedi senza sapere chi ringraziare. ciao

Anonimo ha detto...

Alex, sulla centrale a biomasse mi trovi perfettamente d'accordo, tra l'altro mi pare che in questi giorni qualcosa si stia muovendo.
Sui negozi ho provato a scorrere nella memoria le vecchie attivita' commerciali presenti 15-30 anni fa e ho notato che molte erano di proprieta' di persone senza figli o con figli che decisero di fare tutt'altro. Che anche questo abbia tolto qualche stimolo? Chiaro che in un equilibrio precario come puo' essere l'attivita' commerciale di paese ogni tassello che viene a mancare genera effetti importanti su tutti gli altri.
Un'altra particolarita' che ho notato è che a Fagnano diversi negozi erano, o sono, complemento all'attivita' di mercato, e questo penso abbia in qualche modo influito. Ripeto, non sostengo che Iper sia stata ininfluente ma non credo sia stata cosi' determinante in un periodo dove le persone non si fanno troppi problemi a muoversi in macchina, penso soprattutto al numero di solbiatesi che si possono incontrare all'Esselunga di Olgiate.
Prima di Iper c'era la piccola SB, poi miniIper, eppure lo stillicidio di attivita' era gia' iniziato mentre in piazza della Chiesa iniziava il successo di un nuovo minimarket.

Ciro

Anonimo ha detto...

a parte l'individuazione delle cause di questa desertificazione del centro paese,mi fa piacere di non essere il solo a pensarla così. è di pochi giorni fa la notizia apparsa sulla prealpina di una nostraconcittadina, per la precisione la prestinaia di via ponti che si lamentaper i medesimi motivi: paese deserto!rimango della mia idea, se avessero, invece di incentivare l'iper, i negozi di prossimità,forse non saremmo così conciati:
ma non bisogna disperrare, si è sempre in tempo a ripristinare la vecchia situazione. basta avere la volontà. ma i nostri amministratori pensano al gassificatore, il quale a sua volta pensa agli incentivi statali. ciao alex