martedì 9 giugno 2009

321


Forse sono tanti o forse sono pochi. Di sicuro non sono abbastanza. L’obiettivo minimo non è stato raggiunto e quindi dobbiamo considerarla una sconfitta. Resta da decidere se può essere considerato un risultato almeno incoraggiante oppure nemmeno quello. Il segreto è quello di evitare di ragionare a caldo e lasciare sedimentare la componente emotiva di tutta la questione. A distanza di giorni mi viene da dire che, paradossalmente, preferisco che i solbiatesi non ci abbiano dato fiducia o che non siamo riusciti a convincerne abbastanza, perché sarebbe una situazione più controllabile e forse anche rimediabile, basterebbe lavorare di più e meglio. Sarebbe più preoccupante, dal mio punto di vista, che i solbiatesi non ci abbiano voluto votare indipendentemente da quello che abbiamo detto o che abbiamo fatto, forse perché impauriti dalle novità e limitati dalla mancanza di coraggio. A questo non ci sarebbe rimedio. Chi ha qualche idea la può tirare fuori e ne parliamo, è un fatto però che Solbiate Olona sia un paese vecchio, e invecchiando si tende a diventare conservatori, per non parlare della tendenza politica di questi luoghi e di questi tempi, che di certo non ci avvantaggia.
C’è una possibilità per far capire che il coraggio è un investimento? Ne sono sempre meno convinto ma forse è perché la mia componente emotiva non si è ancora sedimentata abbastanza. Non fraintendetemi, non sto alzando bandiera bianca, anche se potrebbero esserci gli estremi. Ci siamo fermati a una trentina di voti dal nostro obiettivo, che è come correre la maratona e svenire a 50 metri dal traguardo. Disdicevole. Soprattutto perché il traguardo ce lo saremmo meritato e questo è fuori discussione. Sono certo che la nostra assenza in Consiglio comunale sia un danno soprattutto per Solbiate, absit iniuria, perché avremmo portato un punto di vista diverso, avremmo portato l’entusiasmo di gente che non ha interessi da difendere o su cui mettere le mani, avremmo portato i tanti argomenti che abbiamo, che vengono da persone giovani, con prospettive e motivazioni a più lungo termine.
La sfida adesso è trasformare questa sconfitta in una nuova motivazione, partendo dal presupposto che non abbiamo niente da rimproverarci. Certo errori ne avremo fatti di sicuro, e forse non solo noi (chi ha orecchie intenda), ma l’unica cosa certa è questo risultato, il resto sono chiacchiere. Quello che possiamo fare è congratularci di nuovo con i vincitori, che a mio parere hanno portato a termine un’impresa. Questo risultato ci dice una cosa, che chi vuole giocare con la politica non dimostrando nessun rispetto per i nomi e i simboli della politica, e soprattutto per tutti i cittadini che in quei nomi e in quei simboli si riconoscono, è per fortuna destinato a fallire. O perlomeno è quello che è successo a Solbiate Olona, e la cosa ci conforta. Abbiamo sempre avuto delle riserve sul progetto politico della Voce Solbiatese, e questa non è una novità, però hanno vinto e quindi hanno avuto ragione loro. Auguriamo buon lavoro al nuovo sindaco Luigi Melis, alla nuova Giunta e al nuovo Consiglio comunale, ma abbiamo ben presente le loro promesse elettorali e ci aspettiamo che vengano onorate, soprattutto per quanto riguarda l’ambiente e il territorio, una delle tematiche a noi più care e su cui la Voce ha basato molto della sua campagna elettorale. Per quello che mi riguarda li appoggerò e guarderò con speranza a tutte le loro iniziative volte a salvaguardare il territorio, l’ambiente e quindi la salute pubblica.
Nel frattempo ci leccheremo le ferite. Quello che non uccide fortifica. Facciamo così, ripartiamo da questo 321 e facciamo finta che sia un conto alla rovescia: 3…. 2….. 1….. (ri)partenza!

Ivan Vaghi

4 commenti:

Stefano ha detto...

L'immagine l'ho aggiunta io. I più "sportivi" capiranno...

Anonimo ha detto...

Non è specificato ma credo che si capisca che 321 sono i voti che abbiamo preso
Ivan Vaghi

Per Solbiate ha detto...

Veramente dopo la prima falsa partenza si è squalificati nei 100 metri. Scherzo ;-)
Buon lavoro alle nuove opposizioni: quelle dentro e quelle fuori.

Per Solbiate
http://persolbiate.blogspot.com

Per Solbiate ha detto...

oops ho dimenticato questa:
Fini ricorda quando l'allora segretario dell'Msi Giorgio Almirante si recò alla camera ardente di Berlinguer. Solo, circondato da milioni di persone, di comunisti e non solo, che in quei giorni si strinsero attorno alla bare del segretario. "Fu riconosciuto - ricorda Fini - e furono avvertiti i dirigenti del partito. Scese Giancarlo Pajetta e gli disse di accomodarsi. Quando nel pomeriggio chiesi ad Almirante perché fosse andato da solo, mi rispose: 'Da solo, perché non dovevo temere nulla, perché oltre il rogo non v'è ira nemica...'

Per un opposizione costruttiva da parte di tutti.