venerdì 11 dicembre 2009

12 dicembre 1969 - 2009: quarant'anni da Piazza Fontana


A 40 anni dalla strage impunita di Piazza Fontana, che segnò l´inizio della strategia della tensione e l´uso dei teoremi giudiziari e dei gruppi neofascisti come manovalanza reazionaria la situazione politica italiana è preoccupante. Emergono e prendono corpo fenomeni negativi, tutti con una valenza, attualmente o potenzialmente, antidemocratica. Il catalogo è eterogeneo, ma univoco nel segnare un indirizzo lesivo di diritti civili e di garanzie democratiche, tanto da profilare chiaramente una situazione di emergenza per la democrazia. Leggi apertamente xenofobe, discriminatorie e razziste. Aggressioni allo stato di diritto, alla divisione dei poteri e all’indipendenza della magistratura. Discredito sulle istituzioni rappresentative e di garanzia. Deformazione della prassi legislativa con il ricorso ordinario alla decretazione di urgenza e alla insistita reiterazione dei voti di fiducia. Frequenti attacchi alla Costituzione giudicata obsoleta, prodotto di un’epoca tramontata, inidonea a costituire un valido patto sociale, bisognosa di cambiamenti radicali da perseguirsi unilateralmente. Manomissione e tentata cancellazione delle garanzie della contrattazione sindacale. Esorbitante controllo sui mezzi di informazione e di formazione della pubblica opinione. Pesanti limitazioni della libertà e del diritto all’informazione. Sospensione della funzione giurisdizionale mediante una legislazione di immunità ad personam. Misconoscimento dei diritti soggettivi costituzionalmente garantiti attraverso la loro subordinazione a principi ideologici confessionali. Iniziative legislative volte a equiparare le parti antagonistiche nella lotta di liberazione nazionale, a svalutare la Resistenza come fondamento del patto costituzionale. ll tutto cementato dalla cialtronesca cultura berlusconiana dell'apparenza, della superficialità, della furbizia e della gigioneria. La cultura della solidarietà sociale, del valore dello studio e della cultura e della scienza, del rispetto del lavoro, viene irrisa. Occorre aggiungere altri aspetti più generali e, per questo, forse ancor più preoccupanti: la trasformazione della politica in spettacolarizzazione sempre più escludente una partecipazione attiva dei cittadini, e al contempo la sua sempre più accentuata personalizzazione leaderistica che ha assunto toni spesso parossistici.
Per questo dobbiamo ricordare quanto preziosa e insostituibile sia la partecipazione e la mobilitazione politica a sostegno dei valori democratici. Dobbiamo ricordare come la mobilitazione e partecipazione popolari, del movimento degli studenti, del movimento operaio e delle organizzazioni dei lavoratori, del movimento delle donne e dei giovani, degli intellettuali democratici abbia in passato costituito un argine e garantito la tenuta democratica contro le tentazioni e i tentativi antidemocratici che hanno insanguinato il paese per un non breve periodo. Stragismo di Stato e complotti fascisti hanno trovato allora una barriera invalicabile innanzitutto nella mobilitazione e nelle lotte di massa di studenti, operai , intellettuali, giovani e donne.
Nelle settimane successive a piazza Fontana, in un clima cupo e pieno di paura, con le forze della sinistra paralizzate e timorose, fu la mobilitazione popolare orgogliosa e coraggiosa lo strumento decisivo della tenuta democratica.
Facciamo del 12 dicembre 2009, a 40 anni dalla strage, un grande giorno di mobilitazione per la difesa della democrazia e della Costituzione.

Liberamente rielaborato da Roberto Colombo

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