domenica 11 ottobre 2009

Chiare fresche e dolci acque


“Chiare fresche e dolci acque” è il titolo del convegno organizzato da Legambiente svoltosi giovedì 8 ottobre presso la sala verde di Villa Durini di Gorla Minore. Oltre agli organizzatori, sono intervenuti il Sindaco Migliarino Giuseppe, gli amministratori locali, tecnici ed esperti della Regione Lombardia.

Il “Contratto di fume”, così chiamato, è l'impegno che i Comuni facenti parte della Valle dovranno osservare lavorando per il miglioramento della qualità delle acque del fiume Olona e del territorio circostante. Impegno, questo, a cui sono imposte delle scadenze con date fissate dalla Regione Lombardia, come quella del 2027. Ma i più ottimisti sono convinti che, in occasione dell'EXPO di Milano, già dal 2015 dovrebbero esserci i primi risultati importanti per vedere gradualmente un Olona più pulito.

I relatori hanno spiegato che, secondo i dati del 2004, le maggiori cause di inquinamento risultano ancora gli scarichi civili che rappresentano il 67% del totale. Per quanto riguarda le attività industriale ci sono fabbriche che rispettano l'Olona, altre invece che dovrebbero fare molto di più.

Oltre il depuratore di Cairate e di Olgiate Olona, presto entrerà in funzione (entro dicembre 2009) anche quello di Gornate Olona con il successivo e graduale allacciamento alla rete di diversi comuni della zona nord della Valle, ancora non collegati.

Durante il convegno si è parlato anche di interessanti soluzioni di supporto alla depurazione delle acque, come la cosiddetta fitodepurazione, che non è altro che un sistema completamente naturale già sperimentato e adottato in alcune regioni d'Italia e d'Europa. Le piante utilizzate da questa nuova tecnica sono le stesse che in passato crescevano nelle vicinanze di terre paludose che oltre a depurare l'acqua creano l'habitat naturale ideale per la protezione e la riproduzione della fauna acquatica: a questo progetto sembra già interessato il Comune di Gorla Maggiore.

Insomma, le premesse lasciano ben sperare, anche se gli ostacoli da superare restano ancora tanti. Ai problemi individuati in passato, purtroppo, se ne aggiunge un altro, più recente, che è legato direttamente al massiccio consumo del territorio.

La cementificazione delle aree boschive dovuta alla nascita di centri commerciali, multisale, capannoni industriali, nuove strade e autostrade, hanno reso vasto zone del suolo impermeabili alle precipitazioni atmosferiche. Le grosse quantità d'acqua non assorbite dal terreno, quindi, vengono convogliate direttamente nel sistema fognario, trascinando con loro anche gli agenti inquinanti che trovano sul loro percorso. In questi frangenti anche gli impianti di depurazione rendono meno, in quanto riescono a trattare solo una parte delle masse d'acqua ricevute dal sistema fognario, mentre quella eccedente non viene depurata.

C'è da lavorare su due fronti: da una parte occorre risanare, e dall'altra salvaguardare. È necessaria dunque sempre maggiore collaborazione, mettendo in atto politiche serie ed incisive. Occorre più dialogo tra Comuni, Provincia e Regione per evitare gli odiosi “scarichi” di responsabilità; ma è necessario, soprattutto, diffondere la cultura del rispetto dell'ambiente, cominciando sin dai banchi di scuola.

Giuseppe Catone

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