mercoledì 10 febbraio 2010

Solbiate Olona, 15 febbraio 2050

di Ivan Vaghi


Oggi è un giorno storico per Solbiate Olona, perché si svolge l’ultimo consiglio comunale della storia del paese, ormai diventato uno dei tanti quartieri dell’area urbana della Valle Olona. Il sindaco Bianchi, ultimo erede di una dinastia che ha amministrato Solbiate per circa un secolo (tranne qualche breve interruzione), consegna le chiavi della città al commissario prefettizio che gestirà le elezioni del nuovo comune, che andrà a includere tutta l’area compresa tra i quartieri di Castellanza e Cairate. Alla cerimonia presenzia anche l’ologramma del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, saldamente a capo del suo decimo governo. C’è stata maretta tra i consiglieri comunali perché qualcuno voleva acquistare il pacchetto de luxe con barzelletta incorporata, ma costava troppo e quindi si è preferito il pacchetto standard. I solbiatesi assistono via webcam senza grossa partecipazione, in fondo questo era un epilogo inevitabile. L’Italia infatti si è ormai avviata da tempo ad un declino che sembra inarrestabile e si cerca quindi di fare economia dove si può, compresa l’eliminazione di obsolete e inutili amministrazioni comunali. Il punto di non ritorno lo si è imboccato all’inizio del secolo, quando l’Italia, con una decisione scellerata, decise di investire pesantemente sull’energia nucleare, quando ormai il resto del mondo aveva in mente ben altro. All’insaputa dell’allora premier Silvio Berlusconi infatti, un patto politico e tecnologico tra le più importanti potenze mondiali (quelle vere), aveva dato il via al più rivoluzionario progetto energetico della storia, basato sulla scoperta di uno scienziato italiano costretto a emigrare negli Stati Uniti. Il posto di ricercatore a cui poteva legittimamente aspirare era stato infatti assegnato all’amante del titolare di cattedra. Si trattava di un sistema di celle di cattura dell’energia luminosa basato sull’utilizzo di nanotecnologie in grado di migliorare di migliaia di volte l’efficienza dei sistemi fotovoltaici fino ad allora utilizzati. Ci fu allora un grandioso sforzo mondiale, impegnando risorse economiche e umane mai viste, per ideare una rete di cattura e trasporto dell’energia solare grazie a centrali sparse in tutto il mondo, cosa che, una volta realizzata, fu in grado di emancipare definitivamente il pianeta dalla dipendenza di fonti di energia non rinnovabile. O meglio, ha emancipato quei paesi che hanno partecipato, anche finanziariamente, al progetto. Qualche malelingua, probabilmente appartenente al Partito Democratico, aveva a suo tempo insinuato che Berlusconi in realtà sapesse bene cosa stesse succedendo, ma che aveva fatto finta di niente perché ormai si era impegnato con le centrali nucleari, promesse ai suoi amici, e non avesse i soldi per fare altro. Oppure non ci aveva capito niente, non si è mai saputo, perché i giornali italiani, tutti suoi per altro, non sono mai stati chiari sulla questione.

La tecnologia però non ha del tutto dimenticato il nostro paese, il miglioramento delle applicazioni web ha infatti permesso, già da molti anni, di decentrare le pratiche amministrative delle aziende e degli enti pubblici direttamente nelle case dei dipendenti. Non solo quelle amministrative, ma anche tutte le questioni riguardanti il marketing e la progettazione. La realtà virtuale ha consentito inoltre di eliminare le scuole, dal momento che gli studenti possono seguire le lezioni da casa, o da dove vogliono, con un sistema di collegamento che li inserisce in classi virtuali dove possono anche essere interrogati e sottoposti a verifiche scritte. Anche la spesa si fa in negozi di realtà virtuale, dove è possibile anche sentire il profumo della frutta e verificare la freschezza del pesce, o provare abiti e scarpe. Gli acquisti vengono poi consegnati comodamente a casa. Il tutto si è tradotto in un abbattimento colossale del traffico automobilistico, non più necessario. Solbiate Olona purtroppo, vittima di una politica miope, si è vista sotterrata nel corso dei decenni da una rete autostradale enorme e ora del tutto inutile per gli scopi dei suoi abitanti. Non solo, la scomparsa del traffico automobilistico e l’abbattimento del costo della benzina (il petrolio ormai te lo tirano dietro), ha permesso, in quei paesi dove è ancora consentito come l’Italia (ovviamente), l’instaurarsi di mastodontiche compagnie di trasporto merci su gomma, particolarmente numerose lì dove è più comodo, come nei pressi degli svincoli autostradali. Camion grandi come portaerei (inquinanti altrettanto) solcano il territorio di Solbiate o le sue vicinanze, avvolgendo il quartiere in una cortina fumogena. Qualcuno sta anche pensando di sotterrare quella fogna che è tornato ad essere l’Olona e costruirci sopra un collegamento stradale alternativo alla Milano-Laghi. Probabilmente lo faranno, così almeno ha promesso il Presidente della Regione Lombardia Silvio Berlusconi. Ovviamente a nulla sono valse le proposte del locale circolo del Partito Democratico di utilizzare la valle dell’Olona come luogo di ritrovo e socialità di una comunità ormai sfaldata.

Il consiglio si chiude, il premier viene spento e i solbiatesi (quelli vagamente interessati) cambiano canale della webcam. A Solbiate Olona fa freddo, soprattutto dentro i cuori dei suoi abitanti.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Barack Obama ha varcato ieri il Rubicone del nucleare: ha annunciato garanzie federali per 8,33 miliardi di dollari per la costruzione di due nuovi reattori in Georgia affidati alla Southern Co., una delle principali società energetiche dello stato. È la prima volta dal 1970 che l'America mette in cantiere un progetto per una nuova centrale. A questo ne seguiranno quasi certamente altri: vi sono dei progetti in Carolina del Sud, Texas, Maryland. Nel bilancio 2010 Obama ha proposto di triplicare gli stanziamenti per garantire la costruzione di nuovi impianti nucleari da 18,5 miliardi di dollari a 54 miliardi di dollari. Ma c'è anche una svolta politica: in campagna elettorale Obama aveva preso le distanze dai progetti nucleari, criticati dagli ambientalisti per i pericoli posti dai reattori nucelari che utilizzano materiale radioattivo. Ieri Obama ha dunque fatto un passo verso il centro: «So che i difensori dell'ambiente sono contro il nucleare - ha detto - ma per prevenire le peggiori conseguenze nei cambiamenti climatici dobbiamo aumentare i nostri approvvigionamenti nucleari». Le centrali, ha aggiunto, saranno «sicure e pulite» e garantiranno «la sicurezza e il futuro del nostro paese». E qui Obama ha lanciato il messaggio più importante: «Basta con lo stesso vecchio dibattito di sempre tra destra e sinistra, tra ambientalisti e imprenditori. So che ci sono delle opinioni differenti ma non possiamo permetterci di non fare passi avanti».Obama ha spiegato che questo impianto «consentirà di tagliare l'inquinamento da CO2 di 16 milioni di tonnellate all'anno rispetto a un impianto equivalente al carbone, è come togliere 3,5 milioni di veicoli dalle strade» ha detto. Il presidente ha sottolineato che l'impianto contribuirà allo sviluppo economico attraverso progetti energetici: per la costruzione che comincerà nel 2011 per un impianto e nel 2012 per l'altro e terminerà fra il 2016 e il 2017, si creeranno circa 3.500 posti di lavoro. A costruzione ultimata, per la gestione permanente ci vorranno 800 persone. L'impianto a regime serviràcirca 550mila abitazioni e una popolazione di 1,4 milioni di persone.).In America ci sono 104 reattori nucleari in 31 stati che generano circa il 20% dell'energia elettrica usata nel paese, cioè il 70% di quella considerata pulita.Il presidente Obama ha detto che il nucleare non è di destra né di sinistra. A spingere a favore della scelta nucleare non ci sono solo esigenze economiche ma anche ambientaliste: «Il nucleare - ha detto il presidente - rimane la maggiore fonte d'energia che non produce emissioni inquinanti. Una centrale atomica a parità di energia prodotta in un anno, è capace di ridurre l'inquinamento di 16 milioni di tonnellate di carbone. Praticamente è come togliere dalla strada 3,5 milioni di automobili»

Stefano ha detto...

Per quel che può contare, vi segnalo l'opinione di Pippo Civati:
http://civati.splinder.com/post/22262445#22262445

Dronning ha detto...

Caro/a anonimo/a (la firma mai, mi raccomando), non è che Obama ha per forza sempre ragione. Per prima cosa però una preghiera, scrivere gli articoli con il copia-incolla dal Sole 24 ore non è carino, a meno che non si citi la fonte. Qui nessuno sta a guardare la qualità della scrittura, quanto l'interesse delgli argomenti trattati. Tornando a noi, siamo rimasti un po' tutti perplessi da questa uscita del presidente americano, così diversa da quanto detto in campagna elettorale (green economy, ricorda?), purtroppo però i presidenti americani democratici hanno sempre dovuto fare i conti con le forti pressioni esercitate dalla componente conservatrice (lo stesso Kennedy si è dovuto inventare la Baia dei Porci per farla stare buona). Per cui possiamo intendere questa ripresa del programma nucleare in quest'ottica: se vi faccio costruire una o due centrali me la fate fare la riforma sanitaria? Credo anche che ci sia il problema di rientrare nei parametri di contenimento della produzione dei gas serra, evidentemente difficili da raggiungere. Ma io credo che il modo migliore per togliere di mezzo l'equivalente inquinante di 3 milioni e mezzo di veicoli sia quello di togliere fisicamente dalla strada tre milioni e mezzo di veicoli, ad esempio potenziando il trasporto pubblico (e non) su rotaia, con investimenti probabilmente paragonabili. Il nucleare è una scelta semplice e banale, che non risolve il problema delle fonti di energia non rinnovabile, perché anche l'uranio prima o poi finirà. Perché quindi non avere il coraggio di fare il passaggio successivo da subito, visto che prima o poi sarà comunque inevitabile? E non dobbiamo aspettare chissà che, perché se ad esempio tutti gli edifici si dotassero di impianti solari (non è una barzelletta, in Israele è già così) ci sarebbe un crollo della domanda di combustibili fossili, non solo, le famiglie avrebbero anche un surplus di energia che potrebbe essere messa sul mercato ricavandone un utile. Occorre ricordare quanto gas serra verrebbe eliminato? Ci vuole coraggio, non centrali nucleari.
Ivan Vaghi